Categoria: comunicati stampa

  • Musica e Audiovisivo: un Futuro da Sincronizzare giovedì 23 ottobre in occasione della Festa del Cinema Di Roma

    Giovedì 23 ottobre 2025 alle ore 13 avrà luogo presso lo spazio “Roma Lazio Film Commission” – Auditorium Parco della Musica di Roma un panel organizzato da FDAM in collaborazione con SIEDAS. Ingresso gratuito previa registrazione.

     

    FDAM, società discografica e cinematografica, in collaborazione con SIEDAS, Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo, presenta “Musica e Audiovisivo: Un Futuro da Sincronizzare”, un panel dedicato all’evoluzione del mercato delle sincronizzazioni musicali e al loro ruolo strategico per il futuro dell’industria creativa.

     

    L’evento, che si terrà il 23 ottobre 2025 alle ore 13 presso l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma, sarà introdotto e moderato da Francesco Marchese, Label Manager & Legal Counsel di FDAM. Tra gli ospiti, Annaluce Licheri, Avvocato e Vicepresidente Genova Liguria Film Commission, Silvio Pascucci, Avvocato e Socio SIEDAS, e il musicista e scrittore Tommaso “Piotta” Zanello.

     

    Il panel si propone di esplorare le potenzialità creative ed economiche dell’incontro tra industria musicale e audiovisiva, in un contesto in cui l’innovazione tecnologica e il diritto d’autore si incontrano per scrivere un futuro condiviso. Gli esperti discuteranno di come la rivoluzione digitale e l’avvento dell’intelligenza artificiale stiano ridisegnando il panorama delle sincronizzazioni, aprendo scenari inediti per autori, editori, produttori e artisti.

     

    L’ingresso è gratuito previa registrazione al seguente link:

    https://www.eventbrite.co.uk/e/biglietti-audiovisivo-e-musica-un-futuro-di-incontri-231025-ore-1300-1755903427419?aff=oddtdtcreator

     

    Grazie al supporto della Fondazione Roma Lazio Film Commission.

    FDAM è una società con sede legale a Roma, attiva nel campo dell’editoria musicale e della produzione audiovisiva.

    La mission di FDAM include la valorizzazione delle sinergie tra musica e cinema, con attività che spaziano dalla produzione, distribuzione e promozione di opere audiovisive, come lungometraggi, cortometraggi, spot e documentari, alla gestione di cataloghi musicali e colonne sonore.

    Tra i suoi più recenti progetti discografici, FDAM ha pubblicato i singoli di ROSSELLA, Gemini e Mormile, in rotazione radiofonica e disponibili sulle piattaforme digitali. In campo cinematografico si segnala l’avvio di tre produzioni, la cui uscita è prevista per il 2026.

    Pur essendo una realtà ancora giovane, FDAM si propone come vettore d’innovazione nei modelli di collaborazione tra musicisti, editori, produttori e creativi audiovisivi, mettendo al centro la valorizzazione dei talenti, la qualità artistica e la contaminazione tra linguaggi creativi.

    A breve FDAM annuncerà il lancio di un contest con l’obiettivo di individuare nuovi talenti da inserire nel suo roster. Per ogni informazione o proposta, è possibile scrivere un’email a info@fdam.srl 

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  • “A Reason Why” è il nuovo album di Alan Farrington

    Da venerdì 17 ottobre 2025 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “A REASON WHY” il nuovo album del cantautore italo-inglese ALAN FARRINGTON.

    “A Reason Why” è un concept album che restituisce uno spaccato autentico dell’attuale viaggio musicale e umano di Alan Farrington. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione di numerosi amici musicisti, che hanno contribuito pienamente alla sua produzione. Il disco mette in luce le sonorità R’n’b e Jazz che caratterizzano lo stile unico del cantautore italo-inglese.

    Spiega l’artista a proposito del disco: “La musica è prodotta da tutti i grandiosi amici musicisti che per e con amore mi hanno permesso di realizzare un sogno che dovevo condividere. In fondo, la musica è fine a se stessa e se la faccio e vivo ci sarà pure un motivo”.

    “A REASON WHY” TRACKLIST:

    1. A Reason Why
    2. Lady Magic
    3. Fool And Blind
    4. Headwind
    5. One and Only
    6. Sailing in my brain
    7. I’m fine
    8. Xanadù
    9. Let’s be one (bonus track)

     

     

    Biografia

    Alan Farrington (Inghilterra, 1951) è un cantante, bassista e chitarrista britannico, residente da anni sul Lago di Garda a Sirmione.

    Nato in Inghilterra, sull’estuario del Mersey, Alan Farrington si trasferisce all’età di cinque anni a Roma. Nella capitale intraprende gli studi musicali da autodidatta e, a sedici anni, sale sul palco del Piper Club insieme ad una band di soul.

    Nel 1974 si reca negli Stati Uniti con la sua band, frequentando dal 1976 una scuola di canto del Maryland.

    Al suo ritorno in Italia lavora per dieci anni a Roma per produzioni discografiche e pubblicitarie.

    In seguito, si trasferisce a Milano, dove realizzerà i suoi album Shout On e No News, Bad News.

    Nel 1990 forma, a Brescia, il gruppo Charlie and the Cats, insieme a Charlie Cinelli e Cesare Valbusa. Con questa band inciderà otto album (a partire da Greatest Tits, del 1993) e realizzerà il video “Siamo fuori”, diretto da Frank Lisciandro.

    Nel 2002 realizza l’album The Illusion insieme a Vinnie Colaiuta, Pino Palladino, Antonello Bruzzese e Giorgio Cocilovo.

    Farrington è inoltre leader della “Alan Farrington band”, nella quale suonano musicisti come Claudio Pascoli, Marco Tamburini, Mauro Negri, Ares Tavolazzi, Ellade Bandini, Sandro Gibellini, Roby Soggetti, Fiorenzo Delega’, Pietro Benucci, Simone Boffa e Cesare Valbusa.

    “A Reason Why” è il nuovo album di Alan Farrington disponibile sulle piattaforme digitali di streaming da venerdì 17 ottobre 2025.

     

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  • “Vida Lenta Vida Loca” è il nuovo singolo di AvA

    Dal 17 ottobre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e rotazione radiofonica “Vida Lenta Vida Loca”, il nuovo singolo di AvA.

     

    “Vida lenta vida loca” è un brano urban pop con sfumature latine ed elettroniche, che unisce beat rilassati ma incalzanti a un mood ironico, provocatorio e profondamente contemporaneo. La produzione è essenziale ma curata, con un groove che richiama il ritmo di una vita vissuta “a passo lento”, in contrapposizione con i tempi frenetici della società attuale.

    Il testo è una celebrazione ironica della lentezza come atto di resistenza. AvA racconta una quotidianità fatta di piccoli piaceri (sigarette, gin, ciabatte) e di un sano menefreghismo verso i canoni imposti. Il brano smonta con sarcasmo gli standard di successo, produttività e apparenza.

    Commenta l’artista sulla nuova release: “Vivo con lentezza, così il tempo non passa / È la mia cura di bellezza. C’è un forte spirito anti-performativo, con una protagonista che si mostra indifferente alle pressioni sociali: ha 40 anni e zero rughe, ma anche il RDC e la tv, e se ne frega del giudizio altrui. Una sorta di manifesto pop femminista post-pandemico, punk nella sua forma, dolce nella sua estetica. Il brano si inserisce in un disco ricco di rivendicazioni e questo singolo richiede a gran voce il diritto alla lentezza e al godersi la vita, svincolandosi anche a brutto muso dalla velocità e dalla pressione costante a cui siamo sottoposti quotidianamente.”

    Guarda il lyric video: https://youtu.be/sZCrHRIfC3Y

    Biografia

    AvA è una predatrice: è una donna che ha calpestato i peggiori stereotipi femminili in scarpe da tennis e che si è conquistata una posizione sociale alternando la sua vita diurna lavorativa per trasformarsi di notte in un mostro fatto di beat, moombahton e urban pop che hanno infuocato le dance hall.

    La musica di AvA è il manifesto della ribalta personale a discapito di una società che ci vorrebbe inermi, disillusi e arresi all’impotenza. E’ il costume da super eroe nascosto sotto la divisa da lavoro.

    E’ la dimostrazione che chiunque ha il potere di cambiare la propria vita senza dover scendere a compromessi, anche se si è donne.Soprattutto se si è donne.

    Il progetto è nato nel 2019 dalle ceneri della band tutta al femminile nota come Calypso Chaos di cui AvA era la front woman e ha pubblicato il primo disco solista (interamente scritto e prodotto da lei) intitolato “Lo Squalo”, distribuito da Artist First su tutte le piattaforme digitali e che ha totalizzato circa 500mila streaming e decine di migliaia di visualizzazioni su YouTube.

    Oltre ai singoli estratti dal disco, complice la pandemia e un clima di totale immobilità, tra il 2020 e il 2021 AvA ha prodotto e pubblicato altri due singoli extra album: “Ti Auguro Ogni Male” e “Canzone Triste”, che a loro volta hanno totalizzato migliaia di streaming e visualizzazioni sui relativi videoclip su YouTube.

    Nel 2025 AvA torna sulla scena urban pop con un nuovo album (sempre interamente scritto e prodotto da lei con la collaborazione di Manuel Finotti) che fa della leggerezza la sua cifra stilistica principale.

    Ma bisogna fare un distinguo perché spesso si tende a confondere la leggerezza con la superficialità, quando invece per leggerezza si intende una capacità profonda di accettazione del proprio destino, imparando a “surfare” sulle sue onde invece che ad affogarci dentro e godendosi le emozioni nel mentre.

    AvA ci invita a  “prendere le cose come vengono” e distaccarsi in modo anche brutale da questo vortice nauseabondo in cui si è trasformata l’industria musicale (e non solo), a rimettere al centro la propria sanità mentale e la propria felicità, anche attraversando profondi momenti di disperazione e solitudine.

    Il diritto alla lentezza (Vida Lenta Vida Loca), il diritto alla disperazione (Requiem), il diritto alla malinconia (La fine dell’estate, Per Aspera ad Astra) il diritto di godersi la vita nei suoi momenti effimeri e caotici (Formentera, Josè) ma soprattutto il diritto di fallire per ricominciare da capo (Fammi Fallire), sono i punti cardini da cui prendono vita le storie raccontate in questo disco.  

    Un album dalle sonorità fresche ed eleganti, capace di catapultarci tra una traccia e l’altra, da spiagge caraibiche a deserti di desolazione.

    A questo momento storico intriso di accelerazioni incontrollabili e senso di precarietà continuo, dove solo chi è all’apice della catena alimentare sembra avere qualche chance di sopravvivenza, AvA risponde alla velocità con la lentezza, alla voracità con il piacere effimero e alla felicità ostentata con lacrime vere.
    E mentre tutti sgomitano per accaparrarsi 10 minuti di notorietà in un mare pieno di pesci rossi, da bravo squalo bianco, AvA preferisce nuotare invisibile sotto il pelo dell’acqua, discreta… ma imminente. 

    “Vida Lenta Vida Loca” è il nuovo singolo di AvA disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 17 ottobre 2025.

     

     

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  • Giovani autori pianisti jazz in gara: venerdì 31 ottobre al CPM di Milano la finale del Premio Lelio Luttazzi

     

    I finalisti della sesta edizione del concorso organizzato dalla Fondazione Lelio Luttazzi
    in memoria del grande artista triestino si sfideranno
    presentando una propria composizione originale e interpretando un suo brano

                                                       

    MILANO – Torna a Milano la finale del Premio Lelio Luttazzi: venerdì 31 ottobre, l’auditorium del CPM Music Institute ospita la finale della sesta edizione del Premio Lelio Luttazzi, concorso nazionale dedicato ai giovani autori pianisti jazz dai 16 ai 30 anni. Un appuntamento che rende omaggio al grande musicista e showman triestino, tra le figure più poliedriche della cultura italiana.

    L’evento, organizzato dalla Fondazione Lelio Luttazzi sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo e con i patrocini di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Cultura, SIAE, AGIS, Comune di Milano, Comune di Roma (Assessorato alla Crescita culturale), Comune di Trieste e NuovoImaie, si svolgerà nell’auditorium del CPM (Centro Professione Musica, via Reguzzoni 15, Milano). Ingresso libero fino a esaurimento posti con prenotazione obbligatoria on line su https://www.eventbrite.it/e/finale-premio-lelio-luttazzi-tickets-1714144515389?aff=oddtdtcreator

     

     

     

    La gara

    Ciascun finalista presenterà al pubblico una composizione originale e, per rendere omaggio al Maestro, interpreterà un brano del repertorio di Lelio Luttazzi.Il vincitore riceverà una borsa di studio di 1.000 euro, mentre il brano originale sarà registrato a cura della Fondazione e distribuito sulle piattaforme digitali dall’etichetta Blue Serge di Sergio Cossu.

     

    La serata musicale

    La finale sarà introdotta dalla Jazz Company, sestetto diretto da Gabriele Comeglio (direttore artistico del Premio), con la voce di Caterina Comeglio. Le orchestrazioni di alcuni brani di Luttazzi sono state curate dagli studenti del corso di arrangiamento del CPM, tenuto del Maestro Comeglio.Dopo l’esibizione dei concorrenti, la giuria composta da Mario Rusca (presidente, decano del jazz italiano), Claudio Angeleri (pianista e compositore) e Luca Nobis (direttore didattico del CPM) decreterà il vincitore. Durante la deliberazione, un rappresentante del Parlamento europeo illustrerà i programmi culturali dedicati ai giovani. La serata si concluderà con la cerimonia di premiazione e una jam session collettiva sulle note di Drums Blues di Luttazzi.

    Lelio Luttazzi, un gigante multiforme

    Showman riluttante ma amatissimo, pianista per vocazione, compositore minuzioso e crooner dall’eleganza inconfondibile, Luttazzi è stato tra i pionieri del jazz italiano al fianco di Gorni Kramer e Franco Cerri. Autore di brani indimenticabili come Il giovanotto mattoUna zebra a poisVecchia America e Chiedimi tutto, seppe attraversare cinema, radio e televisione con leggerezza raffinata e ironia unica.

    Le voci del Premio

    Rossana Luttazzi, moglie del Maestro e presidente della Fondazione (istituita nel 2010 con l’obiettivo di promuovere la cultura, l’educazione e la formazione musicale), sottolinea: «Il Premio è un omaggio a Lelio e nasce per scoprire e sostenere nuovi talenti della musica italiana, in particolare giovani autori pianisti jazz. In questi anni molti giovani hanno partecipato con entusiasmo e diversi vincitori – Manuel Magrini, Danilo Tarso, Seby Burgio, Thomas Umbaca e Vittorio Esposito – sono oggi tra i protagonisti della scena jazz nazionale».

    Aggiunge Gabriele Comeglio: «La carriera di Luttazzi partì proprio da Milano, nel 1948, quando Teddy Reno lo volle alla direzione artistica della neonata CGD. Oggi riportiamo a Milano il Premio in una sede prestigiosa come il CPM di Franco Mussida, scuola che unisce tradizione e innovazione e condivide i nostri valori: dare opportunità concrete ai giovani musicisti, nel nome di un grande della musica italiana come Lelio Luttazzi».

    Info: www.premiolelioluttazzi.it e www.fondazionelelioluttazzi.it

  • Nico Gori e Francesco Scaramuzzino Trio in Concerto a Lamezia Terme

    Un’esplosione di Jazz italiano al Teatro Tip – sabato 18Ottobre ore 21.00
    LAMEZIA TERME (CZ) – Il Teatro Tip di Lamezia Terme è pronto ad ospitare un evento musicale di grande rilievo, una serata dedicata all’eccellenza del Jazz italiano. Sabato 18 ottobre andrà in scena l’atteso concerto che vedrà protagonista il rinomato clarinettista Nico Gori, acclamato interprete nel panorama internazionale, insieme al talentuoso Francesco Scaramuzzino Trio.
    Nico Gori, noto per la sua maestria tecnica e la profonda sensibilità espressiva, porterà sul palco una fusione elegante di sonorità che spaziano dal Jazz tradizionale a influenze più contemporanee, mettendo in risalto le calde e avvolgenti sfumature del clarinetto e i suoi virtuosismi al sax
    Ad accompagnarlo ci sarà il trio guidato dal pianista e compositore lametino Francesco Scaramuzzino, un musicista versatile e apprezzato per il suo approccio lirico e innovativo. Il trio, completato da Tommaso Pugliese al cbasso e Alessandro Marzano alla batteria,eccellenti musicisti, offrirà la base ritmica e armonica perfetta per esaltare il dialogo musicale con Gori, proponendo brani originali e rivisitazioni di standard in una chiave moderna e coinvolgente.
    Il concerto promette di essere un viaggio emozionale attraverso la storia e le nuove frontiere del Jazz, un’occasione imperdibile per gli appassionati e per chi desidera scoprire la bellezza di questo genere musicale eseguito ai massimi livelli. La collaborazione tra Gori e Scaramuzzino rappresenta un incontro tra diverse generazioni e stili, destinato a lasciare un segno nel panorama culturale lametino.
    Dettagli dell’evento:
    * Artista: Nico Gori (clarinetto e sax) & Francesco Scaramuzzino Trio
    Sabato 18 Ottobre
    Alle 21:00
    Teatro Tip, Lamezia Terme (CZ)
    Biglietti: Disponibili presso il botteghino del teatro o online
    Tel. 0968521622
    https://www.facebook.com/tipteatro

  • Dai messaggi dei suoi fan, nasce il nuovo singolo: DannyZ e la generazione delle chat rimaste aperte

    Un telefono che vibra, lo schermo che si illumina, la notifica che speri abbia un nome preciso. Ma poi non è mai quella che stai aspettando.

    È da qui che parte “Non Hai Più Scritto”, il nuovo singolo di DannyZ, 20enne romano già noto per una storia personale che avrebbe fatto comodo romanzare — ma che lui ha sempre trattato con una distanza chirurgica.

    Stavolta, però, l’artista non parla nemmeno di sé. O almeno, non solo. Il brano nasce infatti da decine di messaggi ricevuti su Instagram: racconti di amori finiti, di ex che continuano ad abitare i pensieri, di fotografie salvate per non dimenticare. Poi, silenzi improvvisi, chat rimaste mute. DannyZ li ha letti, custoditi, e ne ha fatto una canzone. Una canzone letteralmente scritta partendo dai DM dei suoi follower. Non per spiegare. Ma per restituire una sensazione precisa: quella di una conversazione ancora aperta, che nessuno ha il coraggio di chiudere davvero.

    Nell’attuale scena urban è sempre più comune farsi notare alzando la voce, mostrandosi invincibili, raccontando conquiste. DannyZ fa il contrario: abbassa il tono. Il brano sta tutto lì: in versi che non spiegano, ma che riconosci. Frasi che parlano di ghosting, di quanto l’assenza di spiegazioni sia diventata consuetudine. Una sospensione che destabilizza e resta addosso come un nodo.

    Non ci sono metafore, nessun eroe e nessuna morale: solo la realtà di uno scambio ancora aperto, senza risposta. Una storia che non trova conclusione effettiva, scritta senza pietà né dramma. Una pagina che nessuno ha chiuso.

    Quella raccontata dall’artista non è una dinamica sporadica, ma una delle nuove forme di rottura affettiva più diffuse tra adolescenti e giovani adulti. Il ghosting come fenomeno sociale, spia di un’epoca iperconnessa che spesso evita il confronto diretto, e normalizzato al punto da non sorprendere più nessuno. Al punto da parlarne quasi sempre con superficialità, come se fosse un dettaglio trascurabile.

    Ma i numeri raccontano altro.

    Uno studio del 2023 pubblicato sul Journal of Social and Personal Relationships, segnala che oltre il 65% dei ragazzi tra i 18 e i 29 anni ha vissuto almeno una volta un’esperienza di ghosting. Le conseguenze? Frustrazione, calo dell’autostima, difficoltà a fidarsi. Di sé e dell’altro. Ferite silenziose – e silenziate – che spesso non trovano un linguaggio per essere dette.

    In questo contesto, “Non Hai Più Scritto” è la fotografia asciutta e musicale di ciò che succede ogni giorno — e che raramente viene raccontato. Per pudore. Per paura di sembrare deboli in una società che sembra volerci sempre forti, performanti. E che ci chiede di archiviare tutto in fretta, anche ciò che non è stato davvero metabolizzato, superato, chiuso. O semplicemente, perché certe mancanze, anche se fanno male, non sembrano abbastanza importanti da meritarsi una narrazione.

    «Questo brano l’ho scritto a partire dai messaggi che i miei fan mi hanno mandato nei DM: storie di relazioni finite, di ex che restano nella testa anche dopo mesi, di attese che fanno soffrire – dichiara DannyZ -. Dentro ci ho messo anche un pezzo della mia vita. Credo che ognuno, ascoltandola, possa dare a questa canzone un nome e un cognome.»

    Nelle barre si percepisce lo stesso approccio netto che ha contraddistinto i brani precedenti: non compiacere, ma raccontare. Non ostentare, ma mettere in luce la realtà per quella che è.

    Un percorso coerente che riconferma l’artista capitolino come una voce riconoscibile nel panorama urban italiano: dalla sua vicenda personale di disabilità fisica trasformata in determinazione – che lo ha portato ad essere definito dalla stampa “il rapper che ha imparato a camminare due volte” -, fino al racconto delle difficoltà sociali, personali, sentimentali ed emotive condivise da migliaia di coetanei.

    “Non Hai Più scritto” è un pezzo che funziona non perché è profondo, ma perché non cerca di esserlo. Non c’è strategia, non c’è climax, non c’è redenzione. C’è solo un dato di fatto: molte relazioni, oggi, finiscono in silenzio. E quel silenzio fa rumore dentro.

    Non è il solito sfogo personale.
    Parla anche di chi lo ascolta, non solo di chi lo ha scritto.
    E soprattutto, mostra qualcosa che succede tutti i giorni: le chat che si spengono, i legami che si sciolgono senza dire niente, le emozioni che vengono raccontate prima a un artista in DM che a uno psicologo in studio.
    E forse è proprio questo il punto.

    «Scrivere questa canzone è stato come lasciare aperta una chat che in realtà si è chiusa da tempo. È il modo che ho trovato per dire che certe attese non finiscono mai davvero, ma si trasformano in musica. E forse, proprio ascoltandole, troviamo anche il coraggio di voltare definitivamente pagina.» – DannyZ

  • JAZZMI: Elena Andreoli e Paolo Tomelleri in concerto al Teatro degli Arcimboldi di Milano domenica 26 ottobre


    Nel foyer del TAM la vocalist e autrice milanese Elena Andreoli presenterà il suo album d’esordio “Beautiful Love”, raccolta di standard degli anni Venti e Trenta rivisitati con arrangiamenti moderni e a tratti audaci: con lei sul palco un sestetto molto affiatato in cui spicca la presenza del clarinettista Paolo Tomelleri, decano del jazz italiano

     

    MILANO – A un anno di distanza dai due sold out fatti registrare al Teatro degli Arcimboldi di Milano, la cantante e autrice jazz Elena Andreoli e Paolo Tomelleri si esibiranno di nuovo nel foyer del TAM: domenica 26 ottobre, durante il festival JAZZMI, la vocalist milanese e il celebre clarinettista presenteranno, infatti, in anteprima nazionale l’album Beautiful Love, appena uscito. Con loro sul palco ci saranno Joe Zangaro (pianoforte), Gabriele Boggio Ferraris (vibrafono), Davide Parisi (chitarra e ukulele), Chiara Bianchi (contrabbasso) e Alberto Traverso (batteria e cori). Il concerto inizierà alle ore 18 (ingresso 20 euro, prevendita on line su https://www.ticketone.it/artist/elena-andreoli-paolo-tomelleri/). L’evento è realizzato con il sostegno di Sergio Noviello-Cosmetic Surgery, nel segno della buona musica, dell’armonia e della bellezza.
    Pubblicato dall’etichetta Snatch Noise, disponibile in formato fisico e digitale, registrato presso il Crossroad Studio di Milano e distribuito dalla A&R di Andrea Pellizzari, Beautiful Love è l’album di esordio di Elena Andreoli e include nove brani, noti e meno noti (da Blue Skies a Ain’t She Sweet, da On the Sunny Side of the Street a Whispering, da Happy Feet a Frim Fram Sauce), di compositori quali Duke Ellington, Irving Berlin, Jimmy McHugh ma non solo: il jazz e lo swing degli anni Venti e Trenta sono stati rielaborati con energia e libertà dalla vocalist lombarda e da Tomelleri, pur nel rispetto della tradizione. Il risultato? Il repertorio classico è stato rivestito di nuove geometrie sonore, rendendo i pezzi originali più audaci e dinamici. Beautiful Love non vuole essere solo un omaggio al passato, ma anche il manifesto di un jazz contemporaneo, fresco e potente. Spiega Elena Andreoli, autrice jazz e cantante dotata di una voce calda e trascinante, capace di mescolare in modo personale e convincente swing, blues, ragtime, bebop ed early jazz: «Nella scelta dei brani ho privilegiato gli standard meno conosciuti e meno sfruttati e ho dato particolare importanza alle parole delle canzoni. Per interpretare un testo, infatti, devo farlo mio, devo capire chi lo ha scritto, quando e perché».
    Aggiunge Paolo Tomelleri, probabilmente  il clarinettista jazz più famoso d’Italia (nel corso della sua lunga carriera ha collaborato con musicisti del calibro di Bruno De Filippi, Tony Scott, Joe Venuti, Clark Terry, Bill Coleman, Phil Woods ma anche con i grandi big della musica leggera italiana, da Enzo Jannacci a Ornella Vanoni, da Giorgio Gaber ad Adriano Celentano fino a Luigi Tenco): «Ogni brano del disco è un piccolo universo a sé: le ballad si spogliano del superfluo per toccarci nel profondo e lo swing classico si trasforma in pura energia».
    L’album si apre con After You’ve Gone: «È una canzone che rivendica il proprio orgoglio e il proprio valore e il nostro arrangiamento – afferma Andreoli – presenta sonorità che ricordano i tamburi di guerra. La seconda traccia, Frim Fram Sauce, è un brano ironico sulle ossessioni legate al peso e alla dieta, molto divertente da cantare; Happy Feet è irresistibile e gioioso, allegro e spensierato, perfetto per far sorridere e far ballare chi ascolta; On the Sunny Side of the Street è un inno alla speranza e all’ottimismo, amo moltissimo questo testo di Dorothy Fields; Beautiful Love, la title track del disco, conquista tutti per la sua dolcezza; Ain’t She Sweet (uscito anche come singolo a fine settembre, ndr) è la prima canzone che ho imparato a cantare e suonare con l’ukulele; It Don’t Mean a Thing (If It Ain’t Got That Swing), l’intramontabile classico di Duke Ellington, diventa ancora più scoppiettante nella nostra nuova versione; Blue Skies, di Irving Berlin, è uno di quei pezzi semplicemente perfetti che non potevo non includere in questo lavoro; infine, di Whispering, l’ultima traccia del disco, nonostante il titolo significhi “Sussurrare”, proponiamo una versione a tutto groove, carica di energia».
    La collaborazione tra Andreoli e Tomelleri è destinata a proseguire, come spiega Elena: «Durante il concerto agli Arcimboldi presenteremo altri brani che sto preparando per il secondo disco che realizzerò sempre con lui. D’altronde, il suono del suo clarinetto si intreccia in modo sorprendentemente naturale con la mia voce. Scrivere, adesso, è la cosa che più mi coinvolge».
    Oltre al sodalizio artistico con Tomelleri, la cantante e autrice milanese è impegnata in altri progetti: con il trombonista e compositore Andrea Andreoli, jazzista di grande talento, sta lavorando a un album di inediti che vedrà la luce nei prossimi mesi. Da segnalare, infine, che proprio con il trombonista bergamasco e con il batterista Alberto Traverso Elena ha firmato, come autrice, il brano Girl in the Mirror che interpreta nella commedia Stella gemella del regista Luca Lucini (con Margherita Buy e Laura Morante), presto sul grande schermo.
  • Una “Collana di Perle” per parlare di femminilità: Iside torna con un brano sul corpo, il rispetto, e la libertà di non doversi sempre spiegare

    Il pop femminile oscilla spesso tra empowerment dichiarato e ipersessualizzazione estetica. Parla di libertà, ma a volte resta prigioniero dello sguardo esterno. La giovane cantautrice sarda Iside, dopo aver riportato la luna al centro della narrazione musicale con “Luna Calamita”, sceglie un nuovo simbolo per parlare di femminilità e desiderio: una “Collana di Perle” che brilla, si tende e poi si spezza. Un desiderio raccontato dal punto di vista di chi ne è oggetto e soggetto insieme. Nessuno statement, nessuna provocazione: solo l’immagine di un corpo che smette di compiacere e comincia a riconoscersi.

    Nel testo, le perle non sono gioielli. Sono una seconda pelle, un’epidermide sociale. Il codice muto di chi è guardata e interpretata dall’esterno, dagli occhi degli altri. La collana va in frantumi, e con lei l’idea che mostrarsi, concedersi, essere leggibili – sia una forma d’amore.

    Non è una liberazione. È una crepa nella dinamica.

    «Io mi vendo e mi svesto d’amore» è il verso che meglio rappresenta il senso del brano. Perché non racconta una vittoria: racconta la consapevolezza di un prezzo. Dentro c’è una donna che ha dato tutta sé stessa per essere cercata, apprezzata. Per essere amata. Ma che, per la prima volta, si guarda mentre lo fa.

    Non c’è una rottura evidente. Ma una frizione tra desiderio ed esposizione.
    Ed è lì che nasce un punto di vista diverso: non da fuori, ma da dentro.

    “Collana di Perle” è il momento esatto in cui ci si accorge che qualcosa non torna più. E che forse, quella sensualità, va riscritta da zero.

    Il messaggio del singolo è nella scelta di interrompere la richiesta di legittimazione. Una scelta che attraversa una generazione di giovani donne che non cercano conferme, ma spazio. Spazio per essere chi vogliono essere. Per esistere senza dover piacere ad ogni costo. Per mettere un confine, anche quando il mondo si aspetta dolcezza.

    La collana è il contatto con la materia, la pelle che torna esperienza, il desiderio che si adatta, che si camuffa per non essere frainteso. È il punto in cui il corpo diventa cosciente di essere esposto, ma non si riconosce più nello sguardo che lo osserva. Dove la sensualità non si espone, ma prova ad affermarsi. Un gesto minimo, che tenta di restituire al corpo il diritto di appartenersi. Senza chiedere il permesso. Senza scusarsi.

    Iside canta:

    «Aretha, chiedi un po’ di rispetto per me

    Non è una citazione soul, non è un omaggio nostalgico. È un’invocazione, una fenditura del presente, fatta da chi non cerca più parole nuove per spiegarsi. Ma si affida a una voce più grande — non per evocare il passato, ma per chiedere a un’icona di rimanere in campo.
    Perché il rispetto non è negoziabile e non ha scadenza storica: vale adesso, e ancora. Vale per il corpo, per il desiderio, per il posto che ogni donna deve potersi prendere — senza doverlo prima giustificare.

    Da qui, il brano si trasforma, il punto di vista si capovolge: non più una narrazione su “come si viene guardate”, ma su come si sceglie di guardare. Iside non sta domandando attenzione. Sta affermando che il rispetto non è una concessione. È un diritto.

    E in quel «Mi chiedo se cercherai la mia voce tra le note, tra la pelle, tra le perle della collana che strapperai», la domanda non è solo per un interlocutore maschile. È rivolta, soprattutto, alla parte di sé che si svuota per piacere.

    È il punto di rottura tra il dover piacere e la possibilità di riconoscersi. E bastarsi. Non come gesto di chiusura nei confronti degli altri, ma come atto di amor proprio. Perché piacersi non dovrebbe essere la conseguenza di come ci vedono gli altri. Ma il primo passo per smettere di esistere solo attraverso i loro occhi.

    «Questa canzone – dichiara l’artista – nasce all’idea che, per piacere, a volte ci si svuota. L’ho scritta nel momento in cui mi sono chiesta: quante parti di me ho lasciato andare per sentirmi scelta? Non volevo parlare di libertà come se fosse una conquista già fatta. Volevo mostrarla mentre si costruisce, mentre ancora inciampa.»

    Musicalmente, il brano abita quella zona in cui Afrobeat e R&B si fondono in un groove arricchito da pochi elementi essenziali e un respiro caldo. È un pezzo fisico ma elegante, radiofonico senza rinunciare alla scrittura. Scrittura che colloca Iside tra le autrici che raccontano la propria generazione con il lessico del corpo e la profondità della parola.

    Prodotta da Kidd Reo e disponibile in tutti i digital store per Daylite/ADA Music Italy, “Collana di Perle” segna un cambio di passo: meno notturno, più fisico. Ma resta fedele alla cifra autoriale che distingue Iside: fare del pop un linguaggio in cui estetica e contenuto convivono senza che l’una prevalga sull’altro. Con canzoni che non vogliono fare grandi proclami per ottenere attenzione. Vogliono silenzio attorno. Per farsi sentire meglio.

    “Collana di Perle” non definisce la sensualità, la mette in discussione. La osserva mentre cambia forma – da costruzione per piacere, a spazio per appartenersi. E ci porta a domandarci: cosa rimane, quando ci si sveste l’anima per essere scelti? E se il rispetto passasse anche da lì, dal riscrivere il desiderio come forma di consapevolezza, non di concessione?
    Forse non dà una risposta. È solo una possibilità, un passaggio. Un modo per tornare a sé. Senza scusarsi. Senza dover per forza giustificare tutto. Specialmente, davanti a sé stesse.

  • Erisu: il 2 novembre in concerto al Lucca Comics & Games 2025

    Dopo aver fatto parlare di sé durante le Audizioni di X Factor 2025 con una proposta teatrale intensa che ha lasciato il segno, ERISU presenteranno in anteprima il nuovo singolo “GHOST OF NINIVE” domenica 2 novembre 2025 alle ore 14:30 presso il Giardino degli Osservanti in occasione del Lucca Comics & Games 2025. Questo live offrirà l’opportunità di scoprire il brano che conferma la loro identità potente e visionaria, prima dell’uscita sulle piattaforme digitali.

    Con “Ghost of Ninive”, ERISU tornano prepotentemente sul filone Sumerian Rock, un nuovo linguaggio musicale che fonde la potenza del rock moderno con le radici spirituali e mitiche della Mesopotamia. Il brano, interamente cantato in sumero e accadico, richiama le Dee primordiali — Nammu, Ninlil, Nenlu e Nunrim (che sono anche i nomi dei membri ERISU) e Ninkasi, gli Anunnaki e Nibiru— trasformando antiche invocazioni in un rito sonoro di energia pura e trascendenza. Le chitarre si intrecciano a percussioni rituali e cori ancestrali, evocando la rinascita di Ninive, la città fantasma che torna a vibrare nel cuore dell’Europa contemporanea.

     

    “Ghost of Ninive” è un’esperienza mistica e sensoriale, un ponte tra la memoria delle civiltà perdute e la coscienza moderna. Un manifesto musicale che celebra la forza del femminino sacro e la potenza creativa delle origini, restituendo al rock la sua dimensione più EPICA antica e rituale.

     

    «Il concerto del Lucca Comics & Games 2025 sarà un momento molto importante per noi, un modo per riconnetterci con il pubblico dopo un 2025 pieno di soddisfazioni, sarà il modo per anticipare idealmente un nuovo ciclo e il nostro tour del 2026. Per l’occasione abbiamo deciso di eseguire “Ghost of Ninive”, un brano dal nostro prossimo album, sempre previsto per il 2026. Questo pezzo è un manifesto della nostra identità: un’esperienza per noi mistica che unisce la potenza del rock moderno con le radici mitiche della Mesopotamia, la nostra terra natale. Vi aspettiamo tutti, sorelle e fratelli, il 2 novembre al Lucca Comics and Games per officiare insieme il nuovo rito», commentano ERISU.

     

    Biografia

    ERISU è un gruppo vocale di 4 membri, formato in Italia nel 2020. Il genere musicale del gruppo riflette una varietà di generi alternativi, prevalentemente il progressive rock e il doom/stoner rock.

    ERISU è il primo gruppo al mondo ad aver inserito testi esclusivamente in Antico Sumero.

    Attraverso la musica e i testi, ERISU vuole riportare in vita la fede per il femminino sacro e il sistema matriarcale.

    ERISU ore uno spettacolo originale e accattivante, ricco di elementi teatrali, che fonde la musica dell’Antico Medio-Oriente con il rock, tra danze ritualistiche e contemporanee, in un viaggio tra il passato e il presente.

     

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  • Nasce la Sala Albano Carrisi, un laboratorio per coltivare la nuova generazione di artisti italiani

    Un laboratorio di educazione musicale dedicato ai valori della tradizione italiana. Nel cuore del quartiere Pigneto, Techpro Records ha inaugurato la Sala Albano Carrisi, un nuovo ambiente dedicato alla formazione artistica e alla crescita dei giovani musicisti. Non un semplice spazio per lezioni, ma un luogo di incontro e ispirazione, in cui la musica diventa strumento di espressione, disciplina e dialogo tra generazioni.

    La sala, intitolata ad Albano Carrisi, rende omaggio non solo a una delle voci più riconoscibili della canzone italiana, ma anche all’uomo e ai valori di umanità, passione e impegno che hanno contraddistinto la sua carriera. L’artista ha partecipato personalmente all’inaugurazione, tagliando il nastro e condividendo con studenti e insegnanti un momento di confronto e di emozione.

    Ospitata negli studi di Techpro Records in Via Giovanni Brancaleone 61, Roma, la Sala Albano Carrisi accoglierà corsi di Canto, Chitarra e Pianoforte, oltre a laboratori e masterclass aperti a giovani aspiranti musicisti. L’obiettivo è quello di offrire un percorso di formazione professionale che unisca tecnica, creatività e consapevolezza artistica, in un contesto dove la produzione musicale incontra l’insegnamento.

    «Volevamo creare uno spazio che restituisse alla musica il suo valore educativo. La sala dedicata ad Albano Carrisi rappresenta il legame tra esperienza e futuro, tra la grande tradizione della canzone italiana e i giovani che oggi cercano la propria voce – dichiara la dirigenza di Techpro Records -. Crediamo che la musica non sia solo intrattenimento, ma anche una forma di crescita personale e culturale. Questo è il messaggio che vogliamo trasmettere ai nostri studenti.»

    Con questa iniziativa, Techpro Records consolida la propria vocazione di centro di formazione e produzione musicale, impegnato nella valorizzazione dei talenti emergenti e nella diffusione della cultura musicale, italiana e internazionale.