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  • Venerdì 31 ottobre – Transilvania Kafè – Misano Adriatico (RN) – Moonlight Hell-O- ween Ball… e per l’occasione Transilvania regala un vero ragno per la pizza di Halloween

    Altro che dolcetto o scherzetto: il Transilvania regala un vero ragno per la pizza di Halloween

    La spiazzante iniziativa di “Ice” Ferri, patron del celebre locale

    Venerdì 31 ottobre 2025

    Transilvania Kafè – Misano Adriatico (RN)

    Moonlight Halloween Ball @ Transilvania Kafè

    via conca 6, Misano Adriatico, Italy

    Ingresso 10€ con consumazione inclusa

    Cena su prenotazione → 351 352 7235

    Nel 1994 aveva fondato a Misano un pub destinato a diventare leggendario: il Transilvania Rock Cafè. Bare di legno, serpenti nelle teche e (finti) teschi accoglievano i visitatori, che consumavano i pasti in tavoli a forma di cadavere sezionato. E poi la musica rock, quando negli altri locali spopolavano altri tipi di musica. Il Transilvania, con la sua atmosfera horror-goth, divenne un vero e proprio luogo di culto, con persone che facevano la fila per poter entrare in quel luogo di “orrore” e divertimento. A fondare il locale Umberto Eros “Ice” Ferri, che diede vita a un vero e proprio franchising, aprendo poi sedi del Transilvania in tutta Italia, prima di trasferirsi in America e iniziare una nuova vita nel mondo della ristorazione. Ma nel 2024, Ice, anche per cavalcare l’effetto nostalgia imperante, ha deciso di ridare vita al Transilvania: trent’anni dopo, nel maggio 2024, ha riaperto il locale in via Conca, a Misano: non più pub, ma “un horror caffè”.  E in questi giorni, dove fervono i preparativi per la festa più attesa dagli amanti dell’horror, Halloween, anche il Transilvania si prepara alla sua serata. Il 31 ottobre è in programma “una pizza mostruosa”. Il lettore può pensare che non sia nulla di eclatante: in fondo, in quella sera, è facile trovare in giro maschere mostruose, bambini in giro per il rituale “dolcetto e scherzetto”. Ice Ferri è però pronto a sorprendere tutti: “Pizza mostruosa: a tutti i bimbi accompagnati dai genitori, un ragno vero in omaggio”. Così recita lo spot radiofonico del locale. A richiesta di chiarimento, arriva la risposta spiazzante: “Dove li prendo i ragni? I ragni ci sono nel locale, hai voglia…”. Ferri ribadisce: “Un vero ragno in omaggio”. Rassicuriamo: perlomeno non sono quelli che si accanirono sul povero Michele Mirabella nel celebre film di Fulci “E tu vivrai nel terrore…l’aldilà”.

    Tra rock, metal e creature della notte, l’Hell-O-Ween del Transilvania sarà una festa da paura!

    Info & prenotazioni: 351 352 7235

    Pizza, fritti, burger e primi piatti tutta la notte

    Lascia fuori la luce e scendi nel nostro inferno musicale…

    Benvenuti all’inferno del divertimento!

    Due sale, dj set, drink e mostri fino all’alba

    La notte più maledetta dell’anno prende vita al Transilvania Kafè tra musica, follia e atmosfere infernali

    SALA A

    Miss Lucifer

    Cathatonik

    Felina Noir

    SALA B

    Metal Mike

    Fausto PXC


  • “Atrio” è il nuovo disco di Mauro Cesaretti

    Da venerdì 31 ottobre 2025 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato USB card “ATRIO”, il nuovo disco di MAURO CESARETTI.

    “ATRIO” è un viaggio tra emozioni e storie interiori, dove ogni canzone è una stanza da esplorare. Il disco, oltre a essere disponibile in digitale, sarà anche in formato USB card, un supporto che richiama una chiave magnetica capace di aprire porte e, allo stesso tempo, una carta di credito che custodisce valore. Un oggetto simbolico che diventa il biglietto d’ingresso in uno spazio nuovo, intimo e personale.

    Il progetto ha preso forma tra il 2019 e il 2025, attraversando anni di ricerca, scrittura e confronto con molte persone che hanno contribuito con idee, suoni e visioni. Il risultato è un lavoro corale, capace di unire esperienze e sensibilità differenti. La card contiene testi, cover, basi per karaoke, foto, video extra, oltre a un 10% di sconto e un gadget omaggio per chi vorrà continuare il viaggio con il secondo album.

    La copertina, realizzata da Mauro Serra, rappresenta una sorta di fantasma che abita questa casa immaginaria. In collaborazione con Daniele Tenisci, lo sfondo – tratto da un portico molto famoso progettato da Aldo Rossi – è stato rigenerato attraverso l’intelligenza artificiale, trasformandosi in un portico virtuale e contemporaneo. Questa scelta estetica aggiunge una dimensione onirica e simbolica, fondendo memoria e innovazione, architettura e immaginazione.

     

    Spiega l’artista a proposito del disco: «Ho scelto di chiamare il mio primo album ATRIO perché per me rappresenta l’ingresso in una casa interiore. È lo spazio in cui varchi la soglia e ti ritrovi davanti a tutte le stanze che ancora devono essere esplorate. Questo progetto ha avuto una gestazione lunga: è nato nel 2019 e ha preso forma fino al 2025, durante anni in cui ho lavorato insieme a tante persone diverse. Ognuna di loro ha lasciato un segno, e questa varietà di incontri ha reso l’album più ricco e vivo, un Mauro Cesaretti visto da fuori più dagli altri che da me. ATRIO è quindi un inizio, il primo passo dentro una casa immaginaria. Ogni album futuro sarà come una stanza di questa casa: ognuna con la sua atmosfera, la sua storia e la sua musica. Il mio sogno è che un giorno questa visione diventi concreta, magari sotto forma di una casa vacanze o un escape room musicale, un luogo reale dove la musica possa essere vissuta, condivisa e sperimentata. Questo è il mio invito: attraversare l’atrio e iniziare insieme un viaggio che parla di me, ma anche di chiunque vorrà farne parte. Il prossimo album “SALOTTO” è già pronto e sicuramente sarà più identitario, più maturo e con anni alle spalle sia da cantautore che da autore, che hanno arricchito maggiormente la mia conoscenza in materia permettendomi di delineare maggiormente quello che è diventato il mio personaggio».

     

    TRACKLIST:

    1. APPESI A UN FILO
    2. FIGLIO DI PAPÀ
    3. FREDDO
    4. GLI EROI
    5. HO CAMBIATO IDEA
    6. HO VOGLIA DI
    7. NELLA MIA TESTA
    8. PANOFOBICO
    9. SCOORDINATO
    10. SENTO UNA MUSICA
    11. SONO GRANDE ADESSO

     

     

     

    Biografia

    Mauro Cesaretti (classe 1996) è un cantautore che ha dedicato oltre sei anni di intensa attività al proprio progetto musicale. Dopo una solida formazione teatrale e musicale — con studi di pianoforte, canto ed esperienze in cori — ha intrapreso il suo percorso artistico attraverso la poesia nel 2013, portando i suoi testi in spettacoli in tutta Italia. Dal 2016 ha iniziato a scrivere brani originali, fino all’esordio ufficiale come cantautore nel 2019.

    La sua carriera è segnata da importanti riconoscimenti: vincitore di premi come Voci d’Oro (2019), A Voice for Europe (2019), Musica È (2022), Cantagiro (2022) e Discanto (2023); destinatario di una borsa di studio per la composizione al prestigioso CET di Mogol (2020); e selezionato per una masterclass di songwriting alla Berklee College of Music (2022). Ha inoltre raggiunto le fasi finali di numerosi festival nazionali e internazionali, tra cui Castrocaro, Premio Lunezia, Ny Canta, Premio Bertoli, Je So Pazzo e Percoto Canta, confrontandosi con autori e compositori di rilievo.

    Tra i suoi brani più rappresentativi spiccano “Appesi a un filo” (2024), “Figlio di papà” e “Scoordinato”, disponibili sulle principali piattaforme di streaming come Spotify, Apple Music e SoundCloud. Pur non ispirandosi a un modello preciso, il suo stile è stato spesso accostato a nomi come Gazzé, Jovanotti, Gabbani o Cremonini. La sua formazione musicale attinge tanto al pop nazionale quanto a quello internazionale, con influenze che spaziano dai Queen e Michael Jackson a De André, Baglioni e Cocciante.

    Il progetto discografico di Cesaretti prende vita grazie a Parot, realtà da lui stesso fondata, e alla collaborazione con diversi professionisti, tra cui Mattia Avello e Naive, Mattia Fiorani, Enrico Palmosi, Marco d’Agostino e Simone Bertolotti, insieme a numerosi musicisti del White Studio. Ai mix e master hanno contribuito anche Gabriele Marmondi, mentre la parte visiva — copertine e contenuti foto/video — è stata realizzata da Mauro Serra, Paola Robiolo, Daniele Tenisci e Aria Bodio.

    Attraverso la musica, Cesaretti vuole far riflettere e divertire, offrendo al pubblico uno spazio di sfogo ed empatia. Nei suoi brani invita a condividere emozioni e conflittualità interiori, nella convinzione che la musica abbia il potere di unire e liberare, trasformando esperienze personali in un percorso collettivo di comprensione e crescita.

     

    “Atrio” è il nuovo disco di Mauro Cesaretti disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato fisico da venerdì 31 ottobre 2025.

     

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  • Con “Come Si Fa”, Naba racconta la difficoltà di lasciar andare ciò che si ama

    Un battito lontano, un respiro trattenuto, una città che pulsa come un cuore malato: è in questo scenario che nasce “Come Si Fa”(Artisti Online), il nuovo brano di Naba, alias di Antonio Martini, artista e produttore campano che torna dopo anni di silenzio con un pezzo intenso e magnetico, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 24 ottobre.

    “Come Si Fa” è una canzone che esplora il confine sottile tra desiderio e rifiuto, tra passione e ossessione, tra la voglia di trattenere e la necessità di lasciar andare. Il protagonista è prigioniero del suo bisogno, incapace di liberarsi da una presenza che lo attrae e al tempo stesso lo ferisce, in un universo dove la musica stessa diventa la sua carceriera.

    Nel testo, Naba personifica la musica come una figura femminile sfuggente, un amore tossico che domina e consuma: “Lei non sapeva nemmeno che io esistessi, eppure ce l’avevo con lei lo stesso”. Questa metafora si intreccia con versi dove emerge la parte più vulnerabile dell’artista come “Sei tu che mi uccidi e poi mi resisti”, emblema di un sentimento che sopravvive anche quando fa male.

    Sul piano musicale, il brano costruisce un’atmosfera densa e cinematografica, dove sintetizzatori avvolgenti, bassi profondi e beat elettronici essenziali si fondono a una voce graffiata e sincera. Il risultato è un dark-pop elegante e tormentato, che restituisce la tensione creata dal testo con una produzione curata nei minimi dettagli. La città che pulsa come un cuore stanco e ferito, sembra respirare insieme alla voce di Naba, accompagnandolo in questo viaggio intimo fatto di emozioni, ferite e rinascita.

    Con “Come Si Fa”, Naba racconta la difficoltà di separarsi da ciò che si ama, anche quando fa male, firmando un brano di grande profondità emotiva e produzione raffinata.

    Naba BIOGRAFIA

  • Francesco Cavestri in concerto con il Maestro Enrico Intra in “Two Generations in Jazz”: domenica 9 novembre in occasione del Bologna Jazz Festival

    Dopo il sold out al Blue Note di Milano con ospite a sorpresa Malika Ayane e dopo l’ingresso ufficiale tra gli “Steinway Artist, Cavestri torna ad esibirsi nella sua città in occasione del prestigioso Bologna Jazz Festival, a fianco della leggenda del Jazz italiano Enrico Intra.

    Francesco Cavestri torna a esibirsi nella sua città natale in occasione del prestigioso Bologna Jazz Festival, affiancato da una leggenda del jazz italiano: il Maestro Enrico Intra. L’incontro speciale e inedito, intitolato “Two Generations in Jazz”, si terrà Domenica 9 novembre 2025 alle ore 20:30 presso lo storico Bravo Caffè di Bologna.

    L’evento mette in dialogo due artisti separati da tre generazioni – Enrico Intra (classe 1935) e Francesco Cavestri (classe 2003) – ma uniti da una comune visione del jazz come musica contaminata e da un’incontenibile voglia di esplorare le possibilità sonore a cavallo tra due secoli.

     

    Il progetto “Two Generations in Jazz” pone al centro il pianoforte, strumento simbolo di entrambi, arricchito da sintetizzatori, campionatori e voci. Il concerto promette di essere un evento unico che intreccia senza compromessi jazz, musica elettronica e musica contemporanea.

    Da un lato Enrico Intra, audace sperimentatore, improvvisatore straordinario e un catalizzatore di idee. Ha fondato il leggendario Intra’s Derby Club di Milano, che ha lanciato artisti come Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci. È stato anche fondatore e direttore per decenni dei Civici Corsi di Jazz della Scuola Civica di Milano.

    Dall’altro lato Francesco Cavestri che, nonostante la sua giovane età, è un pianista e compositore riconosciuto a livello internazionale. Recentemente, è stato incluso da Forbes Italia nella lista Under 30 per il suo contributo all’innovazione musicale ed è stato premiato per due anni di seguito come il più giovane miglior talento dalla rivista Musica Jazz.

    Cavestri è appena entrato a far parte della prestigiosa famiglia degli Artisti Steinway & Sons, che raccoglie i più importanti pianisti al mondo come Brad Mehldau e Martha Argerich. È un riconoscimento che lo inserisce in una cerchia ristretta di artisti di massimo livello sulla scena internazionale.

    Il suo ritorno a Bologna segue un clamoroso sold out al Blue Note di Milano, un luogo simbolo del Jazz a livello internazionale. La serata è stata impreziosita dalla partecipazione come ospite a sorpresa di Malika Ayane, che ha cantato con il trio tre brani, tra cui Ricomincio da qui. La cantante ha espresso grande entusiasmo per il talento del pianista, elogiandolo per la sua ostinazione e determinazione.

    La critica descrive le performance di Cavestri come guidate da “virtuosismo, energia comunicativa e profondità emotiva”, sottolineando la sua capacità di entrare in empatia con il pubblico.

    Info e Prenotazioni:

    Bravo Caffè – tel. 051 266112 / 339 5973089

    Reel di presentazione: https://www.instagram.com/reels/DQEeQvLjAoh/

     

    Biografia

    Francesco Cavestri (classe 2003), pianista, compositore e divulgatore. Studia pianoforte dall’età di 4 anni e si laurea a pieni voti a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna. Negli USA studia e vince due borse di studio al Berklee College of music di Boston e frequenta la scena musicale newyorkese, vincendo una borsa di studio anche alla New School di New York.


    La sua discografia è composta da 3 album: un album di esordio pubblicato nel 2022 con 9 inediti intitolato “Early17” (il cui titolo deriva dall’età in cui l’album è stato ideato e registrato) con feat del grande trombettista Fabrizio Bosso. Il secondo album, dal titolo “IKI- bellezza ispiratrice”, è uscito il 19 gennaio, distribuito da Universal Music Italia, e presenta la collaborazione del jazzista italiano più affermato a livello internazionale: Paolo Fresu. Il terzo album, uscito il 16 febbraio 2024, dal titolo “Una morte da mediano” raccoglie una colonna sonora che Cavestri ha registrato per un progetto Rai Play sound. Gli album verranno presentati con un tour italiano a partire dalla primavera del 2024, con la data inaugurale al Blue Note di Milano il 14 aprile 2024.


    Cavestri si è inoltre esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri (l’Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally’s Jazz Club di Boston, lo Smalls Jazz Club di New York, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz a Berchidda, il festival JazzMi con due eventi alla Triennale di Milano: concerto in trio in Teatro Triennale e laboratorio in Sala Agorà). Il 14 aprile ha aperto il tour del suo ultimo album “IKI – Bellezza Ispiratrice” registrando il sold out al Blue Note di Milano, per poi proseguire con un altro successo all’Alexanderplatz Jazz Club di Roma, ala Casa del Jazz, Il tour proseguirà con altri appuntamenti in giro per la penisola (Festival AmbriaJazz in Valtellina, Entroterre Festival, Luglio Musicale Trapanese, Piano City Milano, Bologna Estate, ecc…).

    Come divulgatore Francesco Cavestri collabora con l’associazione Il Jazz Va a Scuola, organizzando lezioni-concerto, seminari e masterclass in teatro, nelle scuole e nei Festival, anche al fianco di importanti artisti della scena italiana e internazionale. Il 30 aprile 2024, in occasione dell’International Jazz Day riconosciuto dall’Unesco, Cavestri ha ricevuto il premio IJVAS come giovane divulgatore e compositore all’Auditorium Parco della Musica di Roma, al fianco dei grandi nomi del Jazz italiano, tra cui Stefano Bollani.

    A settembre 2024, Francesco Cavestri ha iniziato a collaborare con Steinway & Sons Italia, suonando per diversi eventi organizzati dalla sede italiana che lo storico marchio di pianoforti ha aperto a Milano e che lo porterà anche all’estero.

    Il 31 ottobre 2024 Cavestri ha tenuto un concerto nel Teatro Triennale di Milano per JazzMi con Willie Peyote come special guest. Durante la serata, che ha registrato il sold out con più di un mese di anticipo, i due artisti hanno presentato un brano inedito che hanno realizzato insieme. Il 22 novembre si è esibito per la rassegna Blue Note off a Villa d’Este sul Lago di Como.

    Il 22/1/2025 è stato pubblicato da Universal il brano Entropia con feat Willie Peyote ed al concerto del 5 marzo da Steinway and Sons Italia è stato registrato l’album dal vivo che uscirà prossimamente e darà il via al tour all’estero.

    A maggio 2025 ha partecipato con due suoi concerti  in piano solo alla rassegna di PIANO CITY MILANO  in due luoghi di prestigio come Spazio Vitale Barberis e il Portrait Milano.

    Nel mese di aprile 2025 Cavestri è stato inserito nella classifica italiana di Forbes Italia tra gli under 30 che si sono distinti nell’anno e stanno avendo un impatto nel rispetto ambito.

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  • Rubrasonic: da music boutique ad atelier creativo Benefit, tra phygital, cultura e suono 

    Rubrasonic, dalla sua sede di Palosco (Bergamo), dal lontano 2002 sonorizza con le sue selezioni musicali ben 2000 spazi sparsi in 26 paesi del mondo. Dal retail (Kiko Milano, Nove25, etc), all’hospitality e al benessere (Lefay Resorts, Adler Spa & Resort), passando per ristoranti d’eccellenza (Capomondo, Capocaccia, Luigia), l’agenzia crea con cura maniacale colonne sonore adatte a realtà d’ogni tipo.
    Nel tempo, l’agenzia di Roberto Brignoli e Matteo Arancio (nella foto Brignoli a x e Arancio a sx), da music boutique è diventata un atelier creativo che esplora anche suono, tecnologia e molto altro. L’obiettivo resta quello di far crescere i propri clienti.
    «Crediamo che la musica ed il sound design possano generare benessere, cultura e relazioni durature», spiegano Brignoli e Arancio. «Per questo abbiamo scelto di diventare Società Benefit, integrando l’impatto positivo nel nostro modello d’impresa». Non solo, l’agenzia oggi fa parte del ristretto numero di aziende italiane, poco più di 200, che fanno parte di Asso Benefit (Assobenefit.org). 
    «Essere una SB, una società benefit, significa assumersi responsabilità su come usare suono e tecnologie. Vogliamo creare vero valore, non rumore», spiegano. Questa scelta si traduce in processi paperless, eliminazione dell’hardware superfluo (meno black box, ‘scatole nere’ oggi quasi inutili), attivazioni via smartphone, efficienza energetica negli studi ed infine progetti che sostengono territori e comunità, soprattutto dal punto di vista culturale. 
    Oggi Rubrasonic propone poi SoundTag e Sonique, strumenti phygital destinati da usare con il proprio, smartphone senza dover installare app: durante un evento o davanti ad un’opera d’arte, aiutano subito chi ha bisogno di informazioni precise, aggiornate in tempo reale, anche attraverso esperienze audio/editoriali che proseguono fuori dallo store, estendendo relazione ed engagement creando valore.
    Ad esempio, Soundtag ha reso più facilmente fruibili e più sostenibili le edizioni 2024 e 2025 di Jazz:Re:Found, boutique festival a Cella Monte, scenografico borgo del Monferrato (UNESCO). Il pubblico ha avuto accesso in tempo reale ad orari delle esibizioni sui diversi palchi, schede degli artisti ed altri servizi (…), in tempo reale, sul proprio smartphone, riducendo l’uso di materiali cartacei. Al posto dei consueti cartelli informativi, i partecipanti al festival hanno trovato totem con QR Code e NFC per accedere subito a SoundTag. 
    Una tecnologia come questa non serve solo al pubblico. «Gli organizzatori dell’evento, dopo l’evento, hanno infatti avuto a disposizione report molto precisi su ciò che i partecipanti al festival cercano.. Volumi di accesso, tempi di fruizione, interazioni. Sono dati senz’altro utili per le prossime edizioni», spiegano Brignoli e Arancio. 
    Un altro settore in cui Rubrasonic è oggi molto attiva è quello del benessere. Ad esempio, l’agenzia si occupa da tempo della sound identity di Lefay Resorts & Residences, strutture che tra Garda e Dolomiti rappresentano l’eccellenza del settore (ad esempio, The Sunday Times le ha appena incluse nelle sue “The World’s Best Spas“). Soprattutto in un contesto come questo, la ‘colonna sonora’ non deve essere invadente, ma può comunque rendere ancora più piacevole un’esperienza di relax. 
    «Per una spa immersiva in apertura a breve, tra le più grandi d’Europa, abbiamo creato sia soundscapes originali (paesaggi fatti di suoni creati ad hoc, NDR) sia selezioni musicali», continua il team di Rubrasonic. «Il suono delle diverse aree — dal percorso romano, dall’hammam alle zone orientali e himalaiane, dai passaggi d’acqua agli spazi di meditazione e relax — qui sarà sincronizzato con le luci degli ambienti, per garantire continuità percettiva ed immersiva». Non è tutto. Grazie a Soundtag, l’esperienza degli utenti della spa continuerà casa, o nel traffico. Con un semplice tap (tramite NFC o QRcode), gli ospiti ritroveranno sul proprio smartphone suoni, musiche e contenuti legati al benessere pensati per prolungare l’atmosfera e le sensazioni vissute di persona. 
    COS’E’ RUBRASONIC
    La storia di Rubrasonic inizia in un basement in provincia di Bergamo, nel 2002. 23 anni dopo l’agenzia sonorizza circa 2.000 spazi (retail, boutique, hotel e resort di lusso, ristoranti,) spazi in 26 paesi del mondo. In realtà la ricerca di Matteo Arancio e Roberto Brignoli è iniziata già negli anni ’80, quando erano dei teen -ager con una passione assoluta per la musica. Rubrasonic oggi ha due sedi, in Italia e Spagna e non si occupa solo radio in-store ma anche di sound identity e phygital. 
  • Tra musica sacra e ricerca sonora: in uscita i nuovi lavori discografici di Elena Bresciani

    Cantante lirica di fama internazionale, mezzosoprano con 26 anni di carriera artistica alle spalle ed esibizioni come solista in Europa e Stati Uniti dal Vaticano alla Carnegie Hall di New York, dal Principato di Monaco, Londra, Oxford, Cambridge al Teatro Filarmonico di Verona, Elena Bresciani torna sulla scena con due nuovi progetti discografici di profonda ispirazione spirituale: Improvisation as Prayer ed Elena sings Hildegarda.

    Nel 2025, si celebrano 800 anni dalla composizione del Cantico delle Creature, un inno di gratitudine e meraviglia per la natura scritto da San Francesco d’Assisi verosimilmente nel 1224-1225, poco prima della sua morte, e segnato dalla Grazia delle stimmate ricevute alla Verna (1224).

    È proprio da questo anniversario e da un’intensa preparazione spirituale che prende vita Improvisation as Prayer, un ciclo di dieci composizioni originali concepite come improvvisazioni musicali “pregate” sulle strofe del Cantico.

    “Il 17 novembre 2025, dopo un lungo percorso spirituale, farò la mia professione perpetua nell’Ordine Francescano Secolare. Il carisma francescano influenza il mio lavoro d’artista – ha spiegato Elena Bresciani.

    Le 10 composizioni musicali contenute nel mio nuovo lavoro discografico per le piattaforme Improvisation as prayer nascono da questo intimo clima emotivo che precede la mia professione, sono meditazioni sonore sulle strofe del Cantico.

    Ogni brano, trascritto e depositato in SIAE, rappresenta un atto di gratitudine e un’eco mistica del testo francescano, dove voce e silenzio si fondono in un linguaggio libero e ispirato.

    Stavo lavorando alla musica di Santa Hildegarda von Bingen e questo ha prodotto in me un mutamento interiore tanto profondo che, dopo alcuni giorni di immersione nella sua scrittura musicale, mi sono sentita chiamata a improvvisare e a comporre sul Cantico delle Creature.

    Come se la musica di Santa Hildegarda mi portasse spiritualmente ed artisticamente a musicare le parole di San Francesco. Vi sto spiegando cose molto intime, in punta di piedi – ha confessato l’artista.

    Santa Hildegarda muore il 17 settembre 1179, il 17 settembre 1224 San Francesco riceve le stimmate, una data che li lega indissolubilmente”.

    Parallelamente, Elena Bresciani presenta infatti anche Elena sings Hildegarda, progetto in continuità con la sua ricerca sul canto del benessere Vibralchimie.

    Santa Hildegarda – spiega ancora Elena Bresciani – sosteneva che l’anima umana è sinfonica, e ogni sinfonia di voci e strumenti sulla terra, che sia diretta verso il cielo, è un modo per reintegrarsi, per ridare nuovamente vita alla perduta condizione paradisiaca dell’uomo.

    Parlava di canto curativo già nel XII secolo ed è stata una delle più grandi mistiche del Medioevo, aveva visioni, conosceva cose che non poteva sapere non avendole studiate, una figura di donna incredibile per l’epoca per modernità e spessore. Nominata Dottore della Chiesa da Benedetto XVI; profetessa, guaritrice, naturalista, cosmologa, gemmologia, musicista, filosofa, poetessa, drammaturga, linguista e addirittura consigliera per personaggi eminenti come Federico Barbarossa e Bernardo di Chiaravalle.

    Una figura femminile che mi incanta, mi dice il meglio della donna, ho sentito l’esigenza di studiarla, di comprendere come scriveva la sua musica. Ha composto 77 canti gregoriani per coro femminile che potevano prevedere l’‘a solo’ della voce femminile.

    Ho voluto trasportare questi canti corali sulla mia voce ed accompagnarmi con la campana di cristallo in La, penso che affronterò in futuro almeno una dozzina delle sue composizioni; per ora ho inciso per le piattaforme e vedranno la luce fra ottobre e novembre 2025 Aer enim volat e Deus enim in prima muliere presignavit”.

    Le pubblicazioni si susseguiranno sulle principali piattaforme digitali da ottobre 2025 a luglio 2026.

    Uscite per i brani di Improvisation as Prayer:

    27 ottobre 2025, Altissimu onnipotente bon Signore

    17 novembre 2025, Frate sole 

    12 dicembre 2025, Sora luna e le stelle

    27 gennaio 2026, Onne tempo

    10 febbraio 2026, Sor Aqua

    21 marzo 2026, Frate focu

    25 aprile 2026, Matre terra

    31 maggio 2026, Quelli ke perdonano per lo tuo amore

    23 giugno 2026, Sora nostra morte

    10 luglio 2026, Laudate et benedicete mi Signore

    Uscite per i brani di Elena sings Hildegarda:

    31 ottobre 2025, Aer enim volat

    30 novembre 2025, Deus enim in prima muliere presignavit

     

    Elena Bresciani, inoltre, nella mattina del prossimo 22 novembre presenterà insieme a Renato Caruso il progetto Vibralchimie presso la Sala Corelli del Teatro Alighieri di Ravenna e spiegherà, di fronte a un pubblico di cantanti, didatti del canto e medici esperti delle problematiche della fonazione e della voce, i risultati di quattro anni di lavoro.

    Sull’evento in questione si è detta “lieta di parlare del libro che già lo scorso anno abbiamo presentato a Cremona Mondomusica 2024 riguardante il Canto del Benessere; ma soprattutto, di evidenziare i passaggi ulteriori di questa ricerca: la voce messa accanto ad un altro corpo vibrante ‘vibra essa stessa per vibrazione simpatica’ , questo fenomeno di fisica acustica dimostra che le campane tibetane consentono ai muscoli delle corde vocali di compiere un ‘esercizio tecnico innovativo fuori dall’accordatura consueta’, implementando gli armonici della voce e bilanciandoli”.

    Photo credits: Collettivo Margot

    Biografia

    Elena Bresciani è una intellettuale eclettica che ha festeggiato 26 anni di carriera artistica: cantante lirica di fama internazionale, vocal coach, direttore di coro, mentore e acquerellista, esperta di voci femminili che segue in tutta Italia, autrice di saggi e curatrice di rubriche radiofoniche e scritte sul panorama musicale.

    Ha cantato come solista in Europa e Stati Uniti: dal Vaticano alla Carnegie Hall di New York; dal Principato di Monaco, Londra, Oxford, Cambridge al Teatro Filarmonico di Verona.  Definita dai media e dalla stampa (La Gazzetta dello Spettacolo, New York Italian Radio, SKY, RTL102.5, Elle, TGcom24 ecc.) “uno dei migliori preparatori vocali italiani”, Elena Bresciani ha all’attivo oltre 1000 artisti preparati nella lirica, nel pop, nel jazz e nel musical. Le sue allieve hanno vinto audizioni per Conservatori, Teatri e Concorsi Lirici Internazionali e in ambito Pop ha seguito voci per Sanremo e Castrocaro.

    Membro di Giuria in concorsi di Canto Internazionali sia per la lirica che per il pop e consulente per Agenzie Concertistiche, dirige il suo prestigioso studio di canto dal 1999, sede d’esami del Trinity College of Music di Londra.

    Ha scritto saggi in ambito musicale per Eco Edizioni Musicali, LeggIndipendente, Informazione e Cultura, Progetto Cultura di Roma e Franco Angeli, testi usati dalle Università Italiane e dall’Accademia del Teatro alla Scala di Milano.

    Plurilaureata e Ricercatrice delle connessioni fra Canto e Spiritualità, CEO del progetto di ricerca “Vibralchimie”; nel 2024 ha presentato al pubblico il suo nuovo libro scritto a quattro mani con il chitarrista Renato Caruso “Canto del Benessere e Vibralchimia Interiore” edito da Fingerpicking.

    Elena Bresciani è l’unica docente di canto al mondo ad applicare le frequenze in hz di antiche campane tibetane alle armoniche delle voci per ampliare il timbro e l’estensione nella tecnica vocale.


  • Un anti-eroe per la generazione disillusa: “Black Crow” di Anna Turrei veglia su un presente smarrito, ma ancora in cerca di giustizia

    C’è un mondo, oggi, che si sente fuori posto. Giovani e adulti accomunati da un senso diffuso di sfiducia, isolamento, saturazione. A questo mondo parla “Black Crow”, il nuovo singolo di Anna Turrei per Delma Jag Records, che per la prima volta sceglie l’inglese per raccontare il lato della sua identità artistica più scuro, più internazionale e decisamente più radicale.

    Non si tratta di una semplice svolta stilistica, ma di un percorso narrativo dentro il disagio di un’epoca che ha smarrito fiducia e direzione. Un disagio che non si consuma nel nichilismo, ma si traduce in conflitto interno, per poi trasformarsi in una forma di giustizia personale, sussurrata, costruita tra le pareti del proprio buio.

    Nella canzone, il corvo nero non è solo un simbolo dark. È un personaggio vero e proprio, un anti-eroe notturno che veglia mentre il mondo dorme. È la proiezione di chi, pur sentendosi ai margini, non rinuncia a cercare un significato, una direzione, una forma di giustizia possibile.

    È indicativo che ad incarnare questo ruolo non sia un essere umano, ma un animale. Forse perché – come recita il brano – «Animals are the real superheroes, they give true love» («Gli animali sono i veri supereroi, loro danno il vero amore»). Una frase che fa intuire sfiducia verso l’umanità, ma anche una scelta precisa: oggi, a molti, manca un modello reale a cui guardare. A cui ispirarsi. E allora quel modello si inventa. Si immagina. Il corvo nero diventa così la figura che non c’era: emblema di forza che non si impone, ma resiste, paziente, nell’ombra. Vigile, solitario, incorruttibile. Non ha bisogno di mostrarsi; agisce sul piano simbolico, quasi come una sentinella morale, un alter ego per chi si sente costantemente a disagio con ciò che lo circonda.

    «Revolution starts from our hearts / taking our values out of the drawer»
    (La rivoluzione comincia dai nostri cuori, tirando fuori i nostri valori dal cassetto)

    In un tempo in cui il termine “rivoluzione” è spesso parola svuotata o abusata, il verso chiave del brano rimette al centro la sfera interiore, il cambiamento personale come risposta etica a un mondo disilluso.

    Non c’è ideologia, né militanza, solo un gesto – semplice in apparenza, ma difficilissimo da compiere davvero: riaprire quel cassetto dove abbiamo riposto e chiuso i nostri valori, quelli autentici, quelli dimenticati.

    Nessun riferimento politico, nessuno schieramento o visione sociale strutturata, ma comunque una presa di posizione. A livello esistenziale, morale, spirituale. È una forma di rivoluzione che non passa dalle piazze, ma dal recupero della propria coscienza etica, dalla scelta di non restare anestetizzati di fronte al cinismo generalizzato.

    In un contesto generazionale segnato dalla stanchezza civile, dal rifiuto della retorica, “Black Crow” propone una via alternativa: l’intimità come forma di disobbedienza, un modo per restare sensibili in un tempo che narcotizza tutto. È anche da qui che si capisce perché Anna Turrei non è semplicemente una giovane cantautrice emergente, ma una voce che si impegna a riportare senso alle parole che usiamo ogni giorno.

    Ed è da questa posizione che il brano si apre a un’altra dimensione:

    «It’s a world connected just online, face to face can’t communicate. They retreat into their shell, I no longer have faith in the human race»
    (È un mondo connesso solo online, faccia a faccia non si riesce a comunicare. Si chiudono nel loro guscio, io non ho più fiducia nel genere umano)

    Qui il tono cambia, si fa più amaro, più diretto. Ma è proprio questa schiettezza, quasi ingenua nella sua onestà, che arriva dritta al punto.
    Non si tratta della solita critica all’iperconnessione: è la denuncia di chi constata una frattura profonda, quasi irreversibile, tra la vicinanza del digitale e la distanza delle coscienze. La digitalizzazione dei rapporti ha sostituito la connessione umana con l’interazione di rete, lasciando dietro di sé un vuoto affettivo che nessun like può riempire. Un’intera generazione è cresciuta tra schermi e filtri, e ora fatica a riconoscersi nel contatto diretto, nel volto dell’altro.

    Questa constatazione, però, non si traduce in passività: in “Black Crow”, anche chi ha perso fiducia cerca giustizia. Anche chi non si fida più, continua a vegliare sul mondo. In questo senso, il corvo nero non è il simbolo di una chiusura, ma di una volontà ancora accesa. «I am reborn like a phoenix» («Rinasco come una fenice»): una fenice che sceglie il coraggio della solitudine alla complicità dell’apatia.

    «Black Crow is coming, Black Crow is here» («Il corvo nero sta arrivando, il corvo nero è già qui») – recita il ritornello – e non è una minaccia, ma un annuncio: il ritorno di chi ha scelto di non arrendersi.

    Ed è anche il ritorno di un’estetica che sembrava marginale, ma che oggi è ovunque: il gotico, il dark, l’immaginario notturno, tornati centrali nella cultura pop contemporanea. Dopo l’onda lunga di Billie Eilish, il successo planetario della serie Netflix “Mercoledì” e il revival di atmosfere cupe nella musica e nella moda, “Black Crow” arriva nel momento esatto in cui il buio ha smesso di fare paura ed è diventato un vero e proprio linguaggio. Un universo che sembra uscito da un graphic novel, ma che parla con la lingua della psicologia contemporanea.

    Corvi, fenici, simboli archetipici, creature silenziose e notturne: la nuova generazione non si racconta più attraverso la luce, ma attraverso le zone d’ombra, quelle che costringono a guardarsi dentro, non fuori da sé.

    Anna Turrei entra in questo panorama con una voce che non asseconda il gusto del momento, ma l’adesione sincera a un’estetica che coincide con uno stato d’animo condiviso da molti.

    In un tempo musicale che spesso confonde l’introspezione con il manierismo e il disagio con il marketing dell’oscurità, “Black Crow” si distingue perché non vuole creare stupore, ma riflessione e dialogo. E lo fa senza spettacolarizzare il dolore e senza nascondere le fragilità che abitano e attraversano ciascuno di noi.

    È un pop che non si limita ad evocare simboli ma li vive e li assume come protagonisti di un’epoca in cui tutti vogliono esserlo, ma pochi accettano di assumersene il peso e la responsabilità. E che trova nella lingua inglese non un vezzo internazionale, ma una scelta narrativa necessaria, per parlare da dentro un’identità che si sente parte di un disagio più grande.

    “Black Crow” non cerca vendetta in senso stretto, ma dignità, e in una contemporaneità dominata dall’apatia e dal disincanto, ci ricorda che anche nella solitudine più cupa può nascere un’idea di giustizia.

  • “Unsapiens” è il nuovo album di Leo Pesci

    Dal 24 ottobre 2025 è disponibile in vinile e sulle piattaforme di streaming digitale “Unsapiens”, il nuovo album di Leo Pesci per Irma Records.

     

    “Unsapiens” è un album che esplora in profondità le contraddizioni della società moderna, offrendo una critica sociale ricca di sfumature e sensibilità. Leo Pesci affronta temi universali come l’alienazione causata dalla vita capitalista, la discriminazione storica del Sud Italia e l’ipocrisia delle strutture di potere, mescolando la tradizione musicale napoletana con influenze moderne di soul, hip-hop, funk e nu-jazz.

    L’intero album è stato scritto in lingua napoletana, una chiara dichiarazione di appartenenza e valorizzazione di una cultura millenaria. Il titolo “Unsapiens” fa allusione alla controversia dell’essere umano, mettendo in discussione le sue scelte e il suo impatto sulla società e sul pianeta.

    Il disco è il risultato di una collaborazione con alcuni dei più interessanti talenti emergenti della scena partenopea, tra cui Gianmaria Salerno, Viscardi, Giada De Prisco, Greg Rega, Angelo Cioffi, Gabriella Di Capua e Dani Diodato. Le tematiche affrontate includono le disuguaglianze generate dal capitalismo, l’emigrazione, il rapporto tra antropologia e religione, oltre ad altre problematiche tipiche della cultura e della società partenopea.

    Il filo conduttore di “Unsapiens” è la ricerca di autenticità in un mondo che spesso preferisce l’apparenza alla sostanza. Ogni traccia si distingue per la sua capacità di trasmettere emozioni forti attraverso la musica e le parole, creando una fusione unica che riflette l’intersezione tra il passato e il presente, tra l’autenticità culturale e le sfide di una società in continua evoluzione.

    Commenta l’artista a proposito dell’album: “Ho creato ‘Unsapiens’ per esplorare le contraddizioni della società moderna e per valorizzare la mia cultura napoletana. Attraverso la mia musica, voglio trasmettere emozioni forti e invitare a riflettere sull’autenticità e sulla sostanza in un mondo che spesso privilegia l’apparenza.”

    TRACK LIST:

    1. 6 VESTUTO A 8
    2. VA A FÁ Ó CAFÉ
    3. TERRA SANTA
    4. SENESE’S CODE
    5. MA CHE MARONN 
    6. L’ARTISTA IMPIEGATO
    7. UNSAPIENS
    8. PE VIAGGIÁ
    9. MA CHE MARONN (LIVE SESH AT STUDIO CARDUCCI)

    L’album “Unsapiens” è disponibile su Elasticstage.com

    Biografia

    Originario dei Quartieri Spagnoli di Napoli, Leo Pesci è un compositore e produttore con base a Londra. Dopo aver pubblicato il suo primo EP da solista, Leo Pesci (2020), prodotto da Dani Diodato (chitarrista di Arlo Parks, vincitrice dei BRIT Awards 2021), ha intrapreso la carriera di produttore, con l’obiettivo di sviluppare progetti collaborativi con alcuni dei talenti più interessanti della scena nu-jazz e neo-soul londinese.

    Da questa collaborazione sono nati l’EP COMMUNITY (2021) e il suo primo album IMPOLITE (2023), entrambi caratterizzati da importanti collaborazioni con alcuni degli artisti emergenti più noti della scena britannica, tra cui Ella Knight, Johnny Woodham, Nicola Guida, Cullum Connell, Jackson Mathod, Jay Phelps, Dylan Jones e John Swana, leggendario trombettista del jazz tradizionale americano, noto per le sue collaborazioni con icone come Miles Davis e Christian McBride.

    Le tracce di questi progetti sono state trasmesse su emittenti radiofoniche di rilievo come BBC1, Radio Soho, World Wide FM, Jazz FM, Radio Capital (Italia) e molte altre.

    Ad aprile 2025 esce il brano “Ma Che Maronn” e a giugno “6 vestuto a 8” feat. Greg Rega.

    “Unsapiens” è il nuovo album di Leo Pesci per Irma Records disponibile dal 24 ottobre 2025 in vinile e sulle piattaforme digitali di streaming.

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  • Il nuovo album di Maria Pia De Vito con Chico Buarque e Mônica Salmaso in uscita il 24 ottobre 2025 – Parco della Musica Records

    Si chiama Buarqueana il nuovo album di Maria Pia De Vito, in uscita venerdì 24 ottobre su cd e digitale per la Parco della Musica Records, con la partecipazione straordinaria di Chico Buarque e Mônica Salmaso.

    Registrato a Rio De Janeiro, questo progetto è dedicato alla traduzione in napoletano e alla reinterpretazione musicale dell’opera di Chico Buarque de Hollanda. Un nuovo album, poetico e letterario, un lavoro a quattro mani, di ricerca del repertorio e affinamento delle traduzioni, seguito passo a passo insieme a Chico, che qui canta anche in due brani. In qualità di ospite, è presente anche la cantante Mônica Salmaso, una delle voci più importanti del brasile contemporaneo.

    In Buarqueana, Maria Pia De Vito non si limita a tradurre, ma restituisce a Chico il suo repertorio in una lingua e in un suono che in qualche modo gli appartiene. La riscoperta di un linguaggio sociale e spirituale che trasforma la ferita in canto, la sopravvivenza in arte.

    Racconta Maria Pia De Vito: la presenza di Chico, da quindici anni anche in maniera epistolare, è sempre stata fondamentale nel suggerire immagini, fino ad arrivare a improvvisare delle soluzioni persino in napoletano, e con mio stupore, azzeccarle perfettamente. La sua pressocché perfetta conoscenza dell’italiano, e l’amore per il dialetto e la canzone napoletana, ha fatto sì che abbia potuto immergersi nel dettaglio di ogni parola di questo lavoro, e farmi l’immenso dono di cesellare insieme a lui ogni parola di questo disco.

    A 7 anni di distanza dalla pubblicazione di Core Coração, dedicato alla traduzione in napoletano di capolavori della MPB (música popular brasileira), in Buarqueana Maria Pia De Vito continua il percorso di ricerca, concentrandosi esclusivamente sull’opera di Buarque. La scelta dei brani ha seguito non solo una logica musicale e compositiva, ma soprattutto alcuni dei tanti fili tematici che si rintracciano nell’opera di Chico. L’album si apre con Uma Palavra (Parola primma), un brano che introduce forse il tema principale dell’opera di Chico, ovvero la riflessione filosofica sul valore concreto della parola come mezzo per comunicare, conservare la memoria e definire l’identità personale e collettiva.

    Melodista geniale e profondissimo poeta e ascoltatore, Chico Buarque scrive e sa parlare, attraverso le sue canzoni, con voce di donna, di uomo, di anziano, di bambino, di schiavo, e sempre con la voce e lo sguardo di un testimone lucido della storia dolorosa del Brasile e degli anni della dittatura, attraverso canzoni esplicite, o mimetizzate in un samba, un maracatù, in una storia d’amore. Arte appresa e raffinata per sfuggire alla censura della dittatura, che lo tampinava. 

    Canzoni come Meu caro amigo (Amico mio), lettera mandata all’amico oltreoceano, per raccontare che tutto apparentemente scorre uguale, si gioca a pallone e si canta, ma intanto si ingoiano sofferenze e soprusi. O come nella canzone Angelica (‘O cunto d’angelica), in cui si narra della terribile storia di Zuzù Angel, il cui figlio Stuart Angel, oppositore politico del regime, viene torturato e ucciso e il suo corpo mai ritrovato. Poco dopo toccherà la stessa sorte a Zuzù. Cantare questa canzone – spiega Maria Pia – in questi giorni difficili per la democrazia mondiale, mi appare necessario. Cantarla con Chico in napoletano è stato un momento di profonda emozione.

    La ricomposizione musicale ed emotiva di questi brani è stata possibile grazie anche al lavoro con Roberto Taufic (chitarra), Huw Warren (pianoforte), Roberto rossi (percussioni), la stessa compagine a fondamento anche di Core Coração. Una vera famiglia musicale per Maria Pia De Vito, un collettivo in cui la creatività ed il talento di ognuno viene ispirata da quella speciale libertà che solo con una grande fiducia reciproca si riesce a realizzare.

    Facebook www.facebook.com/mariapiadevitofanpage 

    Instagram www.instagram.com/mariapiadevito

    FORMAZIONE

    Maria Pia De Vito, voce 

    Roberto Taufic, chitarra 

    Huw Warren, pianoforte 

    Roberto Rossi, batteria e percussioni 

    TRACKLIST

    1) ’Na Parola (Uma palavra) (Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    2) Choro Bandito (Choro Bandido) Edu Lobo/Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    3) Almanacco (Almanaque) (Maria Pia De Vito/Chico Buarque)

    4) Maninha (Chico Buarque) Marola Editora. Feat: Chico Buarque

    5) Amico mio (Meu caro amigo) (Francis Hime /Chico Buarque /Maria Pia De Vito)

    6) Chest’è (Pois è) (Antonio Carlos Jobim / Chico Buarque / Maria Pia De Vito)

    7) Leve (Liggera) (Carlinhos Vergueiro/Chico Buarque / Maria Pia De Vito)

    8) ‘O cunto d’Angelica (Angelica) (Miltinho/Chico Buarque / Maria Pia De Vito) Feat: Chico Buarque

    9) Valsa Contro ‘o tiempo (Valsa Brasileira) (Edu Lobo/Chico Buarque/Maria Pia De Vito) Feat: Monica Salmaso

    10) Samba e ammore (Samba e amor)(Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    11) Je me pensaje  (Atè pensei)(Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    12) Tutte ‘e juorne( Cotidiano ) (Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    13) Uocchie int’’a ‘ll’uocchie ( Olhos nos olhos ) (Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    14) Amante Dimane ( Futuros amantes ) (Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    15) Samba d’o grande ammore (Samba do Grande amor)(Chico Buarque/Maria Pia De Vito)

    Registrato da Andrea Cutillo alla Casa del Jazz di Roma il 19, 20 e 21 novembre 2024

    Registrato da Roberto Lioli negli Studi della Biscoito Fino di Rio de Janeiro il 25 e 26 gennaio 2025

    Mixato da Andrea Cutillo, masterizzato da Massimiliano Cervini all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma

    Producer Roberto Catucci

    Supervisione artistica a registrazione, missaggio e mastering Roberto Catucci

    Design Creation

    Foto di Riccardo Musacchio/Musa

    Parco della Musica Records

    Fondazione Musica per Roma

    MPR196CD

    Pubblicato nel mese di ottobre 2025

  • “Albedo – La Purificazione”: il bianco dell’anima nel nuovo capitolo di Alchimia in Musica

    Dopo Nigredo – La Notte dell’Anima, il percorso di Alchimia in Musica prosegue con “Albedo – La Purificazione”, la seconda tappa del progetto ideato da Roberta Mastrangelo (voce e autrice del testo) e Alessio Boni (compositore delle musiche originali a 432Hz), in uscita il 22 ottobre 2025 su tutte le piattaforme digitali.

    Un’opera che intreccia parola, suono e simbologia alchemica per guidare l’ascoltatore in un’esperienza di rigenerazione interiore, una trasformazione tra visioni liquide e vibrazioni luminose.

    Simbolo del bianco, dell’acqua e della rinascita, l’Albedo rappresenta la seconda fase del processo alchemico, quella della purificazione.
    Dopo l’oscurità della Nigredo, l’anima si apre ora alla luce, liberandosi dalle scorie del passato e ritrovando la propria limpidezza. È il momento del chiarore interiore, della pace che segue la tempesta.
    Nel brano, la voce di Roberta Mastrangelo conduce l’ascoltatore lungo un cammino meditativo fatto di immagini evocative – “Senti i piedi nudi sull’erba notturna, ancora umida di rugiada” – in cui l’acqua diventa elemento di lavanda e rinnovamento spirituale, fino all’incontro simbolico con il cigno, archetipo di purezza e saggezza.

    Le composizioni di Alessio Boni, accordate a 432Hz, costruiscono la cornice musicale che accompagna l’intero processo di ablutio.
    Le armonie ascendenti e la tessitura luminosa creano un senso di sospensione e trasparenza, in cui il corpo si rilassa e la mente si schiarisce. Il ritmo lento e ipnotico, sostenuto da sottili movimenti d’archi sintetici e riverberi acquatici, favorisce uno stato di meditazione profonda: la percezione del tempo si dilata e ogni respiro si trasforma in gesto di rinascita.

    A completare la visione artistica del progetto, Marco Ceruti – scenografo e artista milanese – ha realizzato per Alchimia in Musica una serie di quattro opere su compact disc ispirate alle fasi alchemiche.
    In “Albedo – La Purificazione”, la figura femminile da lui rappresentata assume tonalità perlacee e leggere, simbolo della rinascita attraverso l’acqua e la luce.

    Nel linguaggio alchemico, l’Albedo è associata alla Luna e all’elemento Acqua, simboli di riflessione e consapevolezza. Come la luna che riflette la luce del sole, anche l’anima purificata diventa specchio della propria verità.
    Il brano culmina in una potente immagine mistica: “Sul fondo del lago scorgi il tuo volto, libero da false luci, senza maschere.”

    Questa frase rappresenta il cuore del messaggio dell’opera: guardarsi dentro con autenticità fino a sciogliere ogni ombra, ritrovando la pace originaria del proprio essere.

    Robera Mastrangelo e Alessio Boni BIOGRAFIA