Categoria: comunicati stampa

  • “Je Nu’ Trovo Pace” è il nuovo singolo di Delio Lambiase

    Da venerdì 24 ottobre 2025 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Je Nu’ Trovo Pace” (Up Music), il nuovo singolo di Delio Lambiase.

    “Je Nu’ Trovo Pace” è un brano sulla ricerca di senso in un mondo che spesso soffoca le aspirazioni dell’uomo. Tra prigionia della realtà e intorpidimento della coscienza nasce il desiderio di trovare luce e significato nel proprio cuore. La canzone richiama l’invito del Tempio di Delfi: “Conosci te stesso”, ponendosi le domande fondamentali: chi sono? Da dove vengo? Dove sto andando?

    Il pezzo racconta una ricerca interiore, che richiede coraggio, onestà e un desiderio autentico di verità. Tuttavia, in questa follia chiamata mondo, nel brano si ipotizza che si possano trovare “le rose (il SENSO) e ci si possa ricordare un altro mondo da cui si proviene”. L’autore evoca un ricordo profondo e ineffabile che suscita una struggente nostalgia di CASA: una dimensione originaria, fuori dal tempo, dove amore, bellezza, giustizia, pace e armonia costituiscono le fondamenta dell’esistenza.

    Questa nostalgia profonda è insieme ferita e dono prezioso, perché spinge a scavare dentro di sé per dare significato al proprio passaggio sulla Terra. È il canto di chi cerca se stesso, pur sentendosi estraneo al mondo che lo circonda.

     

     

    Spiega l’artista a proposito del brano: “Non ho verità universali da proporre, ho solo queste unghie sporche di terra che hanno scavato a fondo in questo cuore che ha nostalgia di CASA ed è assetato di bellezza e verità. Un po’ di quello che vi ho trovato, lo scrivo e lo canto”.

     

    Biografia

    DELIO è un cantautore di Cava de’ Tirreni (SA). La sua avventura da artigiano della parola è iniziata nel 2015, quando il desiderio e, soprattutto, la necessità di scrivere ciò che gli agitava la coscienza, confluirono in un romanzo d’esordio, “Il grande salto”. Dopo questa prima esperienza – complice un salto vero da una bici e il tempo libero disponibile durante la convalescenza – riabbraccia una vecchia chitarra acustica, inizia a comporre e a far ascoltare in pubblico le sue riflessioni in musica usando – così racconta l’artista – “i quattro accordi che conoscevo”.

    Inizia uno studio più costante della chitarra, partecipa a laboratori di scrittura e composizione con Francesco Di Bella (ex frontman dei 24Grana) e Dario Sansone (frontman dei Foja). Poi è stata la volta di vari festival, contest e live nei locali della sua regione, l’ammissione alla seconda fase del Tour Music Fest 2018, l’esibizione in una tappa del Fiat Music di Red Ronnie, la partecipazione al Broken Stone Festival al contest di apertura del concerto di Ilaria Graziano e Francesco Forni nel 2018, finalista nel 2019 al GallinaRock di Frosinone, all’Aquara Music Fest di Aquara, al Distrarte Festival di Ascoli Piceno e al PromuovilatuaMusica di Genova.

    Nel 2018 pubblica “Sacra Nostalgia”, il suo primo EP. Successivamente, nel 2021, pubblica il CD in vernacolare dal titolo “Radice”: Poi, nel 2023 è la volta di un altro CD, “Mente che mente”. Attualmente sta pubblicando una serie di singoli che fanno parte del suo nuovo lavoro, “Straniero”.

    Il suo mondo musicale ha le sue radici nei cantautori italiani e nelle rock band internazionali, tuttavia, nella sua produzione musicale c’è una ricerca che va dal folk a sonorità più marcatamente elettroniche.

    “Je Nu’ Trovo Pace” è il nuovo singolo di Delio Lambiase disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 24 ottobre 2025.

     

     

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  • “Road House” è il nuovo singolo di Jessica Tozzato

    Dal 24 ottobre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Road House”, il nuovo singolo di Jessica Tozzato. 

    “Road House”è un brano che ti porta in viaggio. Immaginate di essere su una highway americana, in piena notte, dopo una litigata. La musica, con elementi futuristici e drammatici, accompagna il vostro viaggio, mentre le luci della città brillano in lontananza.

    “Road House” è una canzone che cattura l’essenza dei sentimenti contrastanti che seguono una discussione. Un viaggio sonoro che vi trasporterà in un piccolo spezzone di film hollywoodiano, dove la strada diventa la metafora della libertà e dell’emozione.

    Commenta l’artista a proposito del nuovo singolo: Road House è il punto di partenza del mio progetto, il brano è scritto da Namida e comincia con la presa di coscienza di una storia d’amore che ormai non funziona più. Un sentimento che evolve passando dal sentirsi in gabbia al cercare a tutti i costi di evadere. C’è rabbia ma anche rassegnazione. Mi sono innamorata subito del pezzo al primo ascolto.”

    Biografia

    Jessica Tozzato è una cantante pop dal timbro particolare e facilmente riconoscibile. Sta lavorando al suo attuale progetto da circa un anno e mezzo, sperimentando e ricreando la musica che più ama, tra pop e alternative R&B. I suoi brani sono ispirati a uno dei maggiori esponenti del genere, il suo artista preferito: The Weeknd.

    A 12 anni inizia a partecipare a diverse manifestazioni canore, ottenendo buoni risultati. A 14 anni ottiene una borsa di studio per il CET di Mogol. Suona la chitarra per accompagnarsi mentre canta e scrive i suoi brani, ma si affida a professionisti per realizzare i suoi progetti musicali.

    Con la sua musica, Jessica vuole raggiungere un pubblico ampio, senza limiti di età. Il suo obiettivo è far cantare e ballare le persone, divertirle e portarle via con la sua musica. Vuole che la sua arte sia accessibile e possa ispirare, facendo sognare senza limiti di tempo o età.

    “Road House” è il nuovo singolo di Jessica Tozzato disponibile sulle piattaforme digitali di streaming  e in rotazione radiofonica dal 24 ottobre 2025.

     

     

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  • Chi ha detto che l’R&B in Italia è morto? Khris dimostra che non solo è vivo, ma ha il volto e la voce di una donna

    In Italia, il soul e l’R&B non hanno mai davvero trovato casa: troppo americani per il mainstream, troppo laterali, intimi e sofisticati per un mercato veloce, dominato da playlist e ascolti mordi-e-fuggi. Ma oggi qualcosa si muove. E Khris – cantautrice e performer indipendente originaria di Cuneo – è una delle poche voci femminili che, senza imitare le grandi icone internazionali, sceglie di abitare l’R&B con una lingua, un’estetica e un’urgenza totalmente proprie.

    Dopo anni trascorsi tra il circuito underground e il lavoro come corista e ballerina, l’artista piemontese dall’animo cosmopolita torna alla musica con un’identità precisa e libera da logiche algoritmiche. Il suo primo EP, in arrivo nei prossimi mesi, raccoglie quattro brani già pubblicati – “Ali d’acciaio”, “Brucia il tempo”, “Diamante” e “Il disco gira” – che compongono un racconto unitario. Non si tratta di tentativi isolati, ma di un progetto che segna un posizionamento netto: portare il genere dentro la realtà italiana, con la voce di una donna che racconta sé stessa.

    Nei suoi testi c’è la maternità che cambia tutto (“Ali d’acciaio”), l’ansia che stringe lo stomaco in un tempo sempre più veloce (“Brucia il tempo”), il coraggio delle donne e l’identità imperfetta che diventa cifra ed espressione personale (“Diamante”), e la voglia di ripartire quando tutto sembra fermo (“Il disco gira”). Frammenti di vita trasformati in musica, in un momento in cui il pop nazionale oscilla tra TikTok e indie malinconico e dove l’R&B, a livello globale, è tornato centrale con artisti come SZA o Victoria Monét.

    L’elemento che più definisce il percorso di Khris è la coerenza: quattro singoli che non nascono per aderire alle aspettative del mercato, ma per portare avanti un discorso.

    In Italia, sin da primi 2000, l’R&B è stato spesso solo citazione marginale. Un registro preso in prestito: qualche riferimento sonoro, un’intonazione di matrice soul nei ritornelli, un beat che “fa black music” ma senza l’anima del genere. Raramente è stato adottato come linguaggio pieno, radicato, coerente. Il risultato? Canzoni che suonano R&B, ma non parlano come l’R&B. Manca spesso il contenuto, il vissuto, l’urgenza di dire qualcosa con quel suono. Khris fa un’altra scelta. Non prende in prestito nulla: adotta e vive quel linguaggio. Non lo adotta come ornamento alla sua musica, ma come forma espressiva naturale dei suoi pezzi, capace di raccontare in italiano emozioni, corpo, maternità, ansia, lentezza, imperfezione.

    Le sue canzoni non “fanno R&B”. Lo sono: nella struttura musicale, nella vocalità, ma soprattutto nella funzione narrativa ed emozionale.

    Khris ne fa un modo per dire le cose oggi, qui, con la propria voce.
    Con la stessa naturalezza con cui scriverebbe una lettera, ma con la carezza avvolgente del beat e il colore unico del suo timbro.

    Il suo primo EP raccoglierà questi capitoli e li condurrà più avanti, verso la loro compiutezza. Non tanto un debutto, quanto un posizionamento: la scelta di stare dentro a un genere che qui non ha mai avuto casa, e di farlo con un’identità femminile e indipendente.

    Indipendente come la squadra che ha seguito e curato tutti i suoi lavori: RKH Studio di Torino con Roberto Chetti, il producer Safe, Manuel Mosso alle registrazioni e master, la coreografa Lucrezia Rossi, le fotografie di Laura Atzeni. Un collettivo che ha dato vita a un immaginario coerente fatto di movimento, introspezione e carattere.

    «La mia musica è un rewind – dice – un modo per fermarsi, ballare, respirare e riscoprire un po’ di semplicità.»

    Il personaggio è tutto fuorché costruito: Khris non è un prodotto, è un processo. E si sente. È cresciuta con Lauryn Hill, Beyoncé e Janet Jackson, ha lavorato nel circuito underground italiano, si è fermata quando il sistema non le permetteva di essere vera. E adesso, ha deciso di farsi sentire. Non per dimostrare qualcosa. Ma per riprendersi il suo spazio.

    Khris porta in Italia una voce femminile che colma un vuoto culturale. Non un revival, non un ricordo romanticizzato: un linguaggio per raccontare il presente, in italiano, con un’identità chiara e riconoscibile. Non si allinea a mode o classifiche, le ignora consapevolmente. E in un momento in cui la musica italiana sembra aver perso le sue zone grigie – quelle dove si può essere fragili, dolci, complessi, non performanti – lei ne rivendica la centralità.

    La mappa sonora di Khris, una narrazione in quattro atti:

    “Ali d’acciaio”, il brano più intimo. Scritto per la figlia, è un R&B contemporaneo ed elegante in cui la voce di Khris diventa lo spazio in cui la paura si trasforma in speranza. «Indosso ali d’acciaio, le terrò qui per te» canta, raccontando quella capacità – tipicamente femminile – di reggere il mondo proteggendo chi si ama.

    “Brucia il tempo” è invece la sua dichiarazione più politica. Parla della società che corre, dei pensieri scritti senza pensare sui social, della mancanza di empatia. «Un secondo, un minuto, un’ora… al diavolo la fretta. Brucia il tempo sulla tua strada.» È un invito a prendersi tempo per capire cosa stiamo vivendo davvero. In un’Italia che consuma contenuti e persone alla velocità di uno scroll, “Brucia il tempo” è la compagna sonora ideale per chi ha scelto di non tenere il ritmo, ma il respiro.

    Con “Diamante” Khris mette al centro il tema della forza delle donne e dell’identità, e lo fa con una scrittura limpida e affilata. «Lei è diamante, il colore rosso in un film bianco e nero.» È una dedica all’universo femminile, alla fragilità come valore, alla forza che nasce dalle crepe, alla libertà di essere sé stessi anche quando si sbaglia. È anche il suo brano più cinematografico, quello che più ricorda la sensibilità R&B internazionale: linee vocali pulite, produzione essenziale, parole che restano sottopelle.

    Infine, “Il disco gira”, chiude il cerchio e riapre il futuro. È una canzone sulla ripartenza, ma senza nessun tipo di retorica. Il ritmo è contagioso, il messaggio netto: tornare a muoversi, a sentire, a credere nel proprio battito. «Il mio corpo si muove, è solo un’altra nota ma il disco gira»: non è solo una frase, è un modo di stare al mondo.

    Nei suoi brani c’è il calore delle produzioni anni 2000 e la consapevolezza di chi ha vissuto il silenzio e la fatica del ritorno. Khris non è un nome nuovo, ma è nuova la sua urgenza. Oggi, in un mercato musicale in cui tutto sembra già detto, lei sceglie la semplicità come tratto distintivo. Come modo per farsi ascoltare davvero. E in un Paese che spesso fatica a riconoscere l’R&B come linguaggio possibile, lo riporta dove deve stare: dentro la realtà, nelle storie comuni, nel cuore di chi ascolta. Perché, come lei stessa dichiara,

    «A volte la musica fa bene, altre fa male. Ma se smetti di sentirla, smetti anche di sentirti vivo.»

  • “Restart” è il nuovo singolo di Ragone

    Da venerdì 24 ottobre 2025 sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “RESTART” (Up Music), il nuovo singolo di RAGONE.

     

    “Restart” è un brano che affronta il tema della rinascita e racconta come la musica possa diventare un canale sicuro per elaborare ed esprimere le emozioni legate ai momenti di cambiamento. Per l’artista la rinascita non è un concetto astratto, ma un’esperienza profondamente umana: una rivoluzione silenziosa che avviene dentro di noi, una metamorfosi interiore che consente di lasciare alle spalle chi eravamo per trasformarci in una versione più autentica e consapevole di noi stessi. Con questo pezzo, dal sound energico e positivo, l’artista vuole trasmettere speranza e motivazione, accompagnando l’ascoltatore nei primi passi verso una nuova direzione

     

    Spiega l’artista a proposito del brano: “Per me la rinascita è una rivoluzione silenziosa che avviene dentro di noi. Con questo brano ho voluto raccontare quella metamorfosi interiore che ci permette di lasciarci alle spalle chi eravamo e diventare una versione più autentica di noi stessi. Spero che la mia musica possa trasmettere energia, speranza e motivazione a chi la ascolta”.

     

     

    Biografia

    RAGONE è un cantante originario di Bari che fin da bambino ha nutrito una passione autentica per la musica. Le grandi voci del pop femminile hanno ispirato la sua sensibilità artistica, influenzando profondamente il suo stile e la sua interpretazione. Dopo anni di studio del canto e di ricerca personale, ha iniziato a esibirsi dal vivo, portando sul palco la sua voce intensa e il suo mondo interiore. Nel 2025 pubblica due cover: Arcade di Duncan Laurence e La Nuova Stella di Broadway di Cesare Cremonini, lavori che testimoniano la sua versatilità e la capacità di reinterpretare con originalità brani iconici. Nello stesso anno firma con l’etichetta Up Music, con la quale realizza il singolo “Restart”.

    “Restart” è il nuovo singolo di RAGONE disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 24 ottobre 2025.

     

     

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  • “Codardo” è il nuovo singolo di Fattore Rurale

    Dal 24 ottobre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Codardo”, il nuovo singolo dei Fattore Rurale per altodischi/BlackCandy Produzioni che anticipa l’uscita del nuovo album.

     

    “Codardo” è una riflessione profonda sulla pesantezza della verità e sulla difficoltà di decidere se condividerla o tenerla dentro. La canzone critica l’egoismo umano e la tendenza a usare la sincerità come scusa per scaricare la propria coscienza. Invita invece a empatizzare con gli altri e a valutare attentamente se la verità possa essere utile o dannosa. Un messaggio crudo e autentico che mette in discussione la nostra propensione a dire sempre tutto, senza considerare le conseguenze sulle persone che ci circondano.

    Commenta Marco Costa, il cantante dei Fattore Rurale a proposito del nuovo singolo: “Ho scritto questa canzone perchè sentivo il bisogno di essere sincero con me stesso.”

    Biografia

    Fattore Rurale nasce nel 2016 dall’incontro tra il cantante Marco Costa e il chitarrista Riccardo “Trivella” Polledri. Come tutti i progetti destinati a durare nel tempo, nasce dalla verità; da un’esigenza comunicativa, con il solo scopo di divulgare un messaggio ben preciso. Il Fattore Rurale non lascia spazio alle menzogne e con le loro parole cerca di trovare i propri simili per custodire in eterno le loro urla. Il Fattore Rurale vuole urlare al mondo che è inutile scappare dalla propria natura. Solo l’accettazione dei propri peccati potrà rendere le persone libere.

    Attraverso le canzoni si percepisce il loro modo di vivere e la consapevolezza che l’essere umano è lontano dall’essere perfetto perché consumato dalle cicatrici del proprio vissuto e dalle disillusioni della vita reale. Questo messaggio si percepisce chiaramente nelle loro canzoni; “Stricnina”, “Liberaci dal male”, “La pioggia picchiava gennaio” e “Figli di Icaro” sono il manifesto del loro pensiero.

    Il Fattore Rurale non è una semplice band, ma un’idea e questo lo dimostra la loro versatilità nei concerti e la loro formazione in continua evoluzione. Li puoi tranquillamente trovare in duo elettrico o in full band, ma non è importante la forma, perché in qualsiasi modo tu li veda il loro modo di fare musica non cambia. Reale e di cuore, sempre.

    Alle fondamenta abbiamo: Marco Costa alla scrittura, voce e chitarra acustica, accompagnato da Riccardo “Trivella” Polledri agli arrangiamenti e alla chitarra elettrica; dal 2020 al basso Gianluca “Gianni” Ferrari, un innesto molto importante sia in fase di scrittura sia perché in linea perfettamente con il pensiero comune della band e Alex Janev alla batteria. Ma il loro modo di vivere la musica li ha portati a incontrare personalità importanti che hanno sposato la stessa causa; Mr. Panda, un amico che li aiuta in ogni loro live e in tutti i problemi oltre la musica che una band deve affrontare, il grafico e tutto fare Edoardo Cilia e il fonico ufficiale Daniele Mandelli di Elfo Studio.

    La loro musica è il punto di incontro tra il country/blues americano e la verità distorta delle campagne piacentine. L’ispirazione nasce dalla ricerca di un sound viscerale, che si ferma nel tempo. Tra i loro ascolti comuni ci sono Johnny Cash, Robben Ford e Bruce Springsteen; arrivando nella loro terra d’origine e legandosi indissolubilmente a Nomadi, Guccini e Vasco Rossi.

    Il Fattore Rurale disseppellisce la verità; nascondere i mostri sotto al letto non è la soluzione e la sincerità verso se stessi renderà liberi. Chi vive inseguendo l’idea di voler piacere a tutti vivrà di merda e la butterà su chi ha accanto.

    “Codardo” è il nuovo singolo di Fattore Rurale disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 24 ottobre 2025 per altodischi/BlackCandy Produzioni che anticipa l’uscita del nuovo album.

     

     

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  • In uscita “MEDITAZIONE ROCK” di Adriano Formoso

    Con questa nuova pubblicazione di Adriano Formoso dal titolo “Meditazione Rock”, la musica si fa cura, la scienza incontra l’anima e la voce di Formoso diventa eco di una rivoluzione gentile: quella dell’uomo che ritrova se stesso attraverso il suono e le canzoni.

    Già ideatore e protagonista su Rai 2 delle Pillole di Canzoneterapia e Neuropsicofonia nel TG2 con Silvia Vaccarezza per “Tutto il bello che c’è”, Formoso rinnova la sua missione: trasformare la musica in una via di guarigione. Psicologo, psicoterapeuta, musicista e ricercatore in neuroscienze, ha realizzato questo brano ispirandosi ad una composizione neuropsicofonica inserita in passato in un progetto editoriale.

    Con “Meditazione Rock” la canzone-terapia, di cui il cantautore ne è il precursore, diventa un’esperienza di risveglio emotivo: si uniscono musica, scienza e spiritualità; uno strumento terapeutico che guida corpo e mente verso la consapevolezza e il perdono.

    C’è un momento nella vita in cui non serve fuggire dal dolore, ma imparare ad attraversarlo. Da questa consapevolezza, esprimendosi con una drammatica chitarra elettrica associata ai suoni della natura, nasce questa nuova release di Formoso.

    Rilassa il tuo corpo fino a lasciarti andare e lascia che da dentro si sviluppi un modo di pregare…” così la voce di Formoso invita a una preghiera laica, libera e salvifica, in un mondo che confonde l’affetto con i “like”.

    Le sonorità calde e ipnotiche, intessute su chitarre accordate a 432 Hz, tipiche della Neuropsicofonia, accompagnano l’ascoltatore in uno stato di calma e introspezione. È una meditazione vestita di rock, una carezza sonora che parla di scienza, fede e libertà interiore. Dopo anni di ricerca sull’effetto del suono sul cervello e sulle emozioni, Formoso prosegue il suo percorso artistico e terapeutico iniziato con il progetto “Nascere a tempo di rock” e portato nei teatri con il Formoso Therapy Show.

    Le canzoni di Adriano Formoso sono disponibili in rete sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica.

     

    Spotify:https://open.spotify.com/track/7N32d1o4FWQcTSQQiZetZm?si=UbfHcnvYTaGXAbnj7Nx1tA                                                     

     

    YouTube:

    https://youtu.be/nlM97oYZg-8?si=9FX6xBbq1lD3FMiW

     

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  • “Stand-bye” è il nuovo singolo di Aryas

    Da venerdì 24 ottobre 2025 sarà in rotazione radiofonica “STAND-BYE”, il nuovo singolo di ARYAS già disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 3 ottobre.

     

    “Stand-Bye” è un brano oscuro e viscerale che affronta l’ansia non come un nemico da combattere, ma come una presenza con cui imparare a convivere. Atmosfere cupe e suoni industriali evocano il caos interiore e la lotta contro il blocco mentale.

     

    Spiega l’artista a proposito del brano: “STAND-BYE si inserisce perfettamente nella mia discografia in quanto racconta molto di me, l’ansia è uno stato d’animo che prima o poi colpisce tutti, proviamo a combatterla ma credo sia importante invece accoglierla. Interessante per me la ricerca dei suoni nel brano in quanto ho voluto insieme ai produttori ricreare un ambiente cupo, con i synth presenti volevo proprio ricreare un senso d’inquietudine. Poi ho amato l’inserimento di un suono molto particolare nello special del brano, si può sentire un suono che ricorda un elettrocardiogramma che definisce il cuore fermo, un po’ come quando si è troppo dentro il loop delle ansie che quasi ci sembra di esplodere”.

    Biografia

    Stefania Fabbri, nota come Aryas, ha 30 anni e vive a Milano da circa 6 anni. Ha conseguito il diploma presso il M.A.S. in Canto Pop e Rock con il massimo dei voti. Da circa 4 anni si dedica al suo progetto artistico, iniziato quando ha cominciato a suonare il pianoforte e ha composto il suo primo brano, “Libera”, estratto dall’omonimo disco.

    L’artista ritiene che nella sua discografia ci siano brani che raccontano una storia, formando un concept album che merita di essere ascoltato in sequenza per entrare nel suo mondo fatto di esperienze autentiche. Nella realizzazione del progetto Aryas, Stefania riconosce il sostegno di molte persone, in particolare un gruppo di amici che la supportano costantemente, i fotografi Carolina Giordano e Stefano Longo, che creano vere e proprie magie visive, Francesco Nardo al management e NO Saintz alle produzioni.

    La sua musica si rivolge a un pubblico adulto di 25-35 anni, in particolare alle donne, affrontando temi profondi come le storie di donne vittime di abusi mentali e fisici e il percorso per guarire da queste ferite, invitando le persone ad accettarsi per come sono. Uno dei suoi sogni è suonare sul palco insieme ai grandi nomi della musica rock, magari in qualche festival, come ad esempio gli Halestorm.

    Tra le sue esperienze significative ci sono i lavori con i gruppi Arhea 54 e ELEMENTO 90, gruppi disco dance con i quali ha fatto tour in tutta Italia, partecipando a esibizioni televisive e radiofoniche. Attualmente è cantante nel progetto Spice4ever Show, un progetto cover delle icone degli anni ’90/’00 con una tournée europea in programma.

    Ha partecipato a vari concorsi canori, tra cui il “Premio Mia Martini”, dove ha vinto il secondo premio nel 2023, ed è stata finalista in concorsi come “Je So Pazz” e “The Coach” nel 2022. Nel campo teatrale, ha interpretato il ruolo di Titania nel musical Sogno di una notte di mezza estate nel 2022 e il ruolo co-protagonista di Paulette nel musical Legally Blonde nel 2021, entrambi prodotti da All Entertainment S.r.l.

    “Stand-bye” è il nuovo singolo di Aryas disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 3 ottobre 2025 e in rotazione radiofonica da venerdì 24 ottobre.

     

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  • aabu: il 24 ottobre in concerto al Covo Club di Bologna

    Venerdì 24 ottobre 2025 alle ore 22:00 gli aabu saranno in concerto al Covo Club di Bologna (in Viale Zagabria 1 – ingresso a pagamento) per presentare il nuovo disco “Stammi vicino”.

     

    “Stammi Vicino”, terzo disco della band bolognese, pubblicato da Overdub Recordings e disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale, in formato fisico e in vinile da venerdì 19 settembre, segna una svolta netta nelle sonorità: abbandona del tutto gli approcci distorti e minimalisti del passato per migrare verso mondi fatti di contaminazioni elettroniche, arrangiamenti stratificati e complessi, ritmiche sintetiche affiancate a strumenti acustici e tradizionali. La “forma canzone”, da sempre al centro dell’attività creativa degli aabu, resta anche in questo caso alla base della scrittura, ma alle strutture canoniche si affiancano episodi destrutturati che portano l’ascoltatore in territori nuovi e inesplorati, privi di punti di riferimento. In questo senso spicca “Ho Paura di Me”, brano di chiusura del disco nonché manifesto lirico e strumentale del nuovo corso del gruppo.

    I temi affrontati, come suggeriscono il titolo e la copertina, ruotano attorno al concetto di vicinanza e alla resistenza all’individualismo.  Il disco racconta un’anacronistica rinuncia alle sovrastrutture per mostrarsi — nel bene e nel male — per ciò che si è davvero, messi a nudo nei propri pregi quanto nelle proprie zone d’ombra. Le canzoni dell’album nascono dal desiderio di sentirsi parte di qualcosa di più grande, dal bisogno — oggi più che mai urgente — di ritrovare la vera vicinanza umana come antidoto alle relazioni sintetiche, per sentirsi davvero vivi e accettarsi per ciò che si è. In questo senso, Stammi Vicino sembra più un percorso di psicanalisi che un semplice album.

     

    Spiega la band a proposito del disco: «Stammi Vicino è il nostro terzo disco, ma prima ancora è stata una necessità. È nato da un periodo complesso, lungo 7 anni, fatto di confronto, stanchezza, ricerca. Un lavoro che ci ha messi alla prova, costringendoci a uscire dalla nostra zona di comfort e ad aprirci a nuove sonorità, più elettroniche, distanti dal nostro mondo ma decisamente più dirette. È stato, per certi versi, più un percorso di psicanalisi che una semplice produzione musicale. Un disco che parla di vicinanza, di comunità, di resistenza all’individualismo che ci circonda. Stammi Vicino nasce dal desiderio urgente di sentirci parte di qualcosa. Di stare insieme. Di sentirci vivi.»

    Biografia

    Gli aabu (acronimo di Abbiamo Ancora Bisogno di Urlare) sono un quartetto bolognese di rock alternativo, in procinto di rilasciare il loro terzo album, a qualche anno di distanza dall’omonimo pubblicato nel 2018 con l’etichetta Brutture Moderne.  La band esordisce nel 2016 con il disco “Basta Scegliere” prodotto insieme ad Alessio Camagni, storico produttore dei Ministri.

    Il cuore della loro musica sono i testi, così personali da divenire universali, attorno ai quali prendono forma composizioni ricche di sfumature, con sintetizzatori analogici che si intrecciano a creare un’opera coinvolgente e intensa. Alla musica gli aabu uniscono una forte passione per la fotografia, che usano per documentare ogni momento della loro vita e di chi li circonda, creando un archivio visivo intimo e autentico.

    Dopo una fase di rinnovamento, in cui hanno esplorato influenze elettroniche, gli aabu sono pronti a tornare sui palchi per trasmettere nuove emozioni e coinvolgere il pubblico con un sound evoluto e carico di energia.

     

     

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  • Dal crying make-up alle persone-bussola: “Ti cola il trucco” rovescia l’estetica della lacrima, in un tempo di ghosting e burnout

    Ci sono persone che ci restano accanto. Anche quando il trucco ci cola sul viso, gli specchi si incrinano e il respiro si fa corto. Cino Cino le chiama “bussole”: presenze che, nei giorni in cui perdiamo il senso, riescono a riportarci a noi stessi. Senza giudizio, senza chiederci nulla in cambio. Con “Ti cola il trucco”, ottavo inedito del suo percorso solista, il cantautore sardo affronta un tema che oggi parla a tutti, anche fuori dalla musica.

    Viviamo in un tempo in cui la permanenza è eccezione. Relazioni, lavori, luoghi: tutto scorre, e spesso si dissolve. Il linguaggio quotidiano si è riempito di termini come ghosting e burnout, mentre mostrare la propria umana fragilità è ancora visto come un rischio da evitare.

    Negli ultimi due anni, la rappresentazione di questo aspetto trascurato, a lungo considerato come debolezza da occultare, ha però trovato nuove forme di espressione: dai trend social che immortalano lacrime e mascara colato, fino ai podcast e alle serie che trattano la sfera delle relazioni come “luogo” di cura o di abbandono. Sulla piattaforma TikTok, i contenuti con hashtag legati al “crying make-up” hanno raggiunto decine di milioni di visualizzazioni, segno di una curiosità crescente per immagini e racconti che non nascondono ciò che solitamente si tende a tenere per sé stessi. “Ti cola il trucco” si inserisce in questo scenario ma lo sovverte: non sottolinea l’estetica della lacrima, ma la concretezza di chi rimane accanto quando tutto vacilla.

    Il brano nasce di getto, in pochi giorni, ma porta con sé anni di vissuto. Parole in primo piano, arrangiamenti ridotti all’osso, un pop rock essenziale: «pioggia d’estate», «lenzuola stropicciate», «occhi tra stelle gelate». Il ritornello — «Ti cola il trucco ma resti qui, non servono filtri per farti brillare» —non è una celebrazione dell’apparenza, ma un riconoscimento di chi ci vede per quello che siamo, meravigliosi nella nostra unicità, senza bisogno di aggiustarci l’immagine o trovare parole di circostanza. La scelta di questa struttura minimale rafforza l’impatto delle parole, che affiorano senza sovrastrutture, sostenute da un ritmo che le lascia respirare, facendo sì che si imprimano nella mente.

    «Mi interessava raccontare chi ci resta vicino, non chi scappa davanti alle prime difficoltà – spiega Cino Cino -. L’idea del trucco che cola è arrivata dopo una notte storta: non c’era niente da sistemare, serviva solo qualcuno che stesse lì. Le bussole sono quelle persone che ci riportano al centro quando perdiamo il nord. Sono coloro che ci aiutano a ritrovare la rotta, anche quando ci sembra di esserci persi per sempre.»

    Un concetto che si inserisce in un dibattito sempre più vivo – dal fenomeno del “crying make-up” su TikTok ai contenuti che mostrano momenti reali anziché filtrati -. In tempi in cui termini come ghosting e burnout sono diventati parte del vocabolario quotidiano, il brano sceglie di raccontare la permanenza, la presenza attiva. Una scelta narrativa che parla a un pubblico ampio, anche oltre quello musicale.

    Dietro Cino Cino c’è Andrea Careddu, musicista con oltre vent’anni di esperienza come voce e chitarra dei Magar, finalisti a Rock Targato Italia 2017 e protagonisti di festival e rassegne nazionali. Dal 2021 ha intrapreso un percorso solista indipendente che conta otto inediti, tra cui “Selvaggia e chimica”, “Come rose a novembre” e “Graffi sui muri”. Con “Ti cola il trucco”, raggiunge la sua cifra più intima, unendo l’esperienza maturata nei live con la libertà espressiva della scrittura personale.

    «Ho cercato un suono diretto, pulito, che non coprisse il senso del testo. È un brano scritto di getto, ma con dentro tutte le persone che hanno fatto la differenza nella mia vita» – conclude l’artista.

    Come il mascara che scivola dalle ciglia senza nascondere il volto, “Ti cola il trucco” mostra la bellezza di ciò che siamo quando le apparenze svaniscono. In un’epoca di presenze altalenanti, intermittenti, il brano ci invita ad esserci. Davvero. Per gli altri, e per noi stessi.

  • “Epicuro (bye bye AI)”: filosofia e ironia nel nuovo singolo di Edoardo Tincani

    C’è un giardino antico, fatto di silenzi e riflessioni, dove il tempo sembra sospeso e i pensieri cercano la verità. In quel giardino passeggia Epicuro, il filosofo che invitava a raggiungere la saggezza rifuggendo i turbamenti inutili. Ma se oggi lo stesso Epicuro fosse catapultato nel nostro presente, cosa direbbe davanti a una realtà in cui i social sono vetrine di esistenze fittizie e gli algoritmi governano sogni e relazioni, non senza affanni? È proprio da questa suggestione che nasce “Epicuro (bye bye AI)”, il nuovo singolo di Edoardo Tincani, in uscita su tutte le piattaforme dal 17 ottobre. Un brano che mescola filosofia antica, denuncia contemporanea e umorismo tagliente, trasformando un dialogo immaginario in un monologo che parla a ciascuno di noi.

    Il pezzo è una riflessione pungente sul rapporto tra uomo e tecnologia. Tincani si rivolge al filosofo greco non per cercare risposte, ma per lanciare una critica sottile e ironica alla nostra epoca digitale. In un mondo sempre più dominato da social network e intelligenza artificiale, l’autore denuncia il rischio di perdere l’autonomia del pensiero, sostituita da un’apatia comoda ma pericolosa. La frase “Ma io ho voglia di vita, sai, di pensare da me senza alcuna AI, né algoritmi che succhiano l’anima, che mi rendono un’isola e mi tolgono libertà” diventa manifesto di un’urgenza: recuperare la libertà di pensare e sentire senza filtri.

    La musica, composta da Stefano Malagoli, veste il brano con un’atmosfera sospesa tra il gioco e la riflessione. L’arrangiamento firmato da Marco Gatti è sorprendente: un passaggio spiazzante dal jazz al rock spezza l’ascolto e restituisce la stessa inquietudine che il testo racconta. Pianoforte, chitarra e sezione ritmica dialogano tra loro fra divertimento e tensione, creando un effetto straniante che accompagna perfettamente le parole di Tincani.

    Con “Epicuro (bye bye AI)” Edoardo Tincani aggiunge un nuovo capitolo al suo percorso da cantautore impegnato, capace di intrecciare temi filosofici e attualità con una leggerezza che si dimostra incisiva. È un brano che invita a non cedere alla pigrizia mentale, a non lasciare che la tecnologia addormenti il pensiero critico, ma soprattutto a riscoprire la forza vitale degli esseri umani.

    Edoardo Tincani BIOGRAFIA