Categoria: comunicati stampa

  • Dreaming San Marino Song Contest: oltre 300 iscrizioni provenienti da 24 paesi, la Spagna in prima linea. Il 20 novembre al via i casting

    Giovedì 20 novembre inizia la fase di Casting a San Marino per per “Dreaming San Marino Song Contest”, il contest dedicato agli artisti emergenti che vogliono accedere a “San Marino Song Contest” che a sua volta decreta il rappresentante della Repubblica di San Marino per l’Eurovision Song Contest. Attese a San Marino migliaia di persone. Le iscrizioni sono aperte fino al 31 gennaio 2026.

    “Dreaming San Marino Song Contest” registra oltre 300 iscrizioni provenienti da ben 24 Paesi in tutto il mondo, con la Spagna in prima linea. Giovedì 20 novembre inizia la fase cruciale dei Casting a San Marino presso San Marino Outlet Experience.

    Le prime date confermate per questi Casting sono il 20 novembre 2025, seguite da una seconda sessione intensiva che si terrà dal 17 al 20 dicembre 2025.

    Migliaia di persone sono attese per l’evento, che selezionerà gli artisti emergenti destinati ad accedere al “San Marino Song Contest”. Questo contest rappresenta il primo e fondamentale trampolino di lancio verso il palco più ambito d’Europa, decretando in ultima istanza il rappresentante della Repubblica di San Marino per l’Eurovision Song Contest. L’opportunità è ancora aperta per i ritardatari: le iscrizioni rimangono attive fino al 31 gennaio 2026.

    Per le iscrizioni è necessario accedere al sito ufficiale di Dreaming San Marino Song Contest: https://dreamingsanmarinosongcontest.com/iscrizioni/

    Media Evolution Srl è lieta di annunciare, in collaborazione con la Segreteria di Stato per il Turismo della Repubblica di San Marino e con San Marino RTV, la Radiotelevisione della Repubblica di San Marino, l’apertura delle iscrizioni alla nuova edizione del “Dreaming San Marino Song Contest”. Il contest è dedicato agli artisti emergenti che desiderano accedere al San Marino Song Contest, la competizione che decreterà il rappresentante ufficiale della Repubblica di San Marino all’Eurovision Song Contest 2026, in programma presso la Wiener Stadthalle di Vienna (Austria) dal 12 al 16 maggio 2026.

    Per partecipare a “Dreming San Marino Song Contest” gli artisti devono aver compiuto i 16 anni d’età entro il 30 settembre 2025, possono partecipare come singoli o in gruppo. L’iscrizione è gratuita per la verifica di idoneità online che consiste nella valutazione delle capacità interpretative ed esecutive dei concorrenti.

    Sarà possibile iscriversi fino al 31 gennaio 2026.

    Il regolamento della manifestazione completo è disponibile sul sito ufficiale del Festival: https://dreamingsanmarinosongcontest.com/regolamento/

    Il San Marino Song Contest svela le novità della sua nuova edizione. Due semifinali in diretta su San Marino RTV canale unico 550, ciascuna con 20 concorrenti provenienti da “Dreaming San Marino Song Contest”, e la finalissima prevista per il 7 marzo 2026 in diretta sempre su San Marino RTV con 10 concorrenti finalisti emergenti provenienti da “Dreaming San Marino Song Contest” e 10 big in gara.

    Denny Montesi, amministratore unico di Media Evolution, è stato nominato Head of Delegation per l’Eurovision Song Contest. Sarà affiancato da Valentina Monetta, artista sammarinese che ha rappresentato San Marino all’Eurovision quattro volte, in veste di Ambassador. La coppia sarà responsabile di guidare la delegazione sammarinese all’Eurovision Song Contest e di promuovere il talento artistico della Repubblica di San Marino a livello internazionale.

    SAN MARINO SONG CONTEST
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    SEGRETERIA DI STATO PER IL TURISMO
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    SAN MARINO RTV
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    UFFICIO DI STATO PER IL TURISMO
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  • “Luna sotto Venere” è il nuovo singolo di ANDROMEDA

    Dal 21 novembre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Luna sotto Venere”, il nuovo singolo di ANDROMEDA che anticipa l’uscita dell’omonimo album.

     

    “Luna sotto Venere”, la title track dell’album, è un brano che si distingue per un sound particolare, che pur restando nel solco pop-dance, richiama anche le atmosfere elettroniche dei Daft Punk. È il capitolo conclusivo del racconto di ANDROMEDA: un momento di armonia e libertà interiore, che celebra la bellezza di abbandonarsi senza paura a tutto ciò che la vita può offrire.

    Commenta l’artista sul nuovo brano: “Luna sotto Venere è un brano a cui sono particolarmente legato, perché rappresenta la chiusura del mio percorso di rinascita raccontato nell’album. Ricordo bene il momento in cui l’ho scritto: volevo che fosse un pezzo diverso dagli altri, più particolare anche a livello sonoro, capace di racchiudere tutta la leggerezza e la spensieratezza che finalmente avevo ritrovato. In studio ci siamo divertiti a sperimentare con suoni elettronici: sentivo il bisogno di dare una veste più visionaria a questo capitolo conclusivo.”

    Il videoclip di “Luna sotto Venere” girato all’interno del Teatro Verdi di Cesena, rappresenta la piena liberazione di ANDROMEDA: un inno alla spensieratezza, alla leggerezza ritrovata e al coraggio di mostrarsi per ciò che si è, senza più filtri o paure.

    Dopo un percorso segnato da introspezione e consapevolezza, il video segna il punto d’arrivo ideale del viaggio raccontato nell’album omonimo: l’attimo in cui il giudizio altrui smette di avere potere e lascia spazio alla libertà autentica di esprimersi.

    La regia costruisce una narrazione simbolica in quattro momenti distinti. Il viaggio inizia con l’introspezione, rappresentata dalla scena in cui ANDROMEDA si osserva allo specchio e dialoga con sé stesso, in un confronto silenzioso tra ciò che è e ciò che ha scelto di diventare. Questo momento di riflessione conduce alla rinascita, evocata dalle sequenze di danza solitaria dell’artista, dove la libertà prende forma attraverso il corpo. A seguire, viene celebrata la libertà individuale, raccontata dalle scene in cui le ballerine danzano da sole in diverse ambientazioni, ognuna immersa nella propria dimensione emotiva, come simbolo di autenticità e di abbandono alle proprie verità. Il culmine del racconto, e momento finale, è la condivisione, nel frangente corale in cui l’artista e il gruppo si ritrovano a ballare insieme, trasformando il palco in una festa collettiva, un inno alla vita e alla leggerezza.

    Il teatro, trasformato in uno spazio di festa e libertà, diventa metafora del palcoscenico interiore in cui ciascuno può riscoprire la propria identità. Luci, movimenti e coreografie amplificano il tema centrale del brano: l’armonia tra vulnerabilità e desiderio, tra la Luna e Venere, tra l’essere e il mostrarsi.

    Con questo videoclip, ANDROMEDA chiude il cerchio del suo racconto di rinascita, trasformando la musica in un’esperienza visiva che celebra la gioia di vivere senza paura, la bellezza della diversità e la forza dell’autenticità.

    Guarda il videoclip su YouTube: https://youtu.be/5PA-opnlg_s

    Biografia

    ANDROMEDA, nome d’arte di Manuel Zamagni (classe 1993), è un cantautore e performer nato e cresciuto in Romagna. La sua passione per la musica si manifesta fin da giovanissimo, quando alle scuole medie un insegnante individua il suo talento e lo incoraggia a intraprendere studi musicali. A soli 16 anni inizia a prendere lezioni di canto con diversi insegnanti, ciascuno dei quali contribuisce a formare la sua vocalità e il suo stile personale.

    Dopo un periodo di smarrimento, il 2020 segna per Manuel una svolta decisiva: un tempo di cambiamento in cui, guardandosi dentro, sceglie di tornare alla sua vera essenza, la musica. Torna ad esibirsi sul territorio locale riscoprendo la forza del palco e parallelamente inizia a lavorare al suo progetto personale, che prenderà il nome di ANDROMEDA: un percorso di rinascita artistica ed emotiva, libero da etichette e capace di raccontare con sincerità la sua trasformazione.

    Musicalmente, il sound di ANDROMEDA fonde pop, dance e funky con forti influenze anni ’80, reinterpretate in chiave contemporanea. Le sue principali reference includono Dua Lipa, The Weeknd, Calvin Harris, Sabrina Carpenter e Cher, artisti capaci di unire modernità e impatto internazionale a testi che sanno parlare al pubblico in modo diretto.

    La sua discografia comprende i singoli Ok, Goodbye, Non hai bisogno di me, Ventiquattro Ore e Rumore, brani che hanno anticipato l’album d’esordio Luna sotto Venere. Ogni traccia rappresenta un capitolo del suo percorso personale e artistico, affrontando temi come l’identità, la libertà, l’amore e la capacità di rinascere dopo i momenti più difficili.

    Il progetto si avvale di un team di professionisti: la produzione è affidata a Nacor Fischetti (La Rua, GlowUp Studio), la scrittura dei testi e delle melodie è condivisa con Gloria Collecchia (Sugar Music), mentre la direzione creativa e gestionale è supportata da un team che segue comunicazione, immagine e management.

    Il target della sua musica abbraccia principalmente un pubblico giovane-adulto, dai 18 ai 35 anni: ascoltatori che si riconoscono nei valori di libertà, autenticità e resilienza che ANDROMEDA porta nelle sue canzoni.

    Con Luna sotto Venere, ANDROMEDA punta a raccontare che la musica può essere uno spazio di verità e libertà, in cui chiunque può riconoscersi e trovare la forza di rinascere. Il suo obiettivo professionale è affermarsi nel panorama musicale italiano come voce autentica e innovativa del pop contemporaneo, costruendo nei prossimi anni un percorso solido che unisca dischi, tour e collaborazioni artistiche di respiro internazionale.

    “Luna sotto Venere” è il nuovo singolo di ANDROMEDA disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 21 novembre 2025.

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  • “Revolver” è il nuovo singolo di Fattore Rurale

    Dal 21 novembre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Revolver”, il nuovo singolo dei Fattore Rurale per altodischi/BlackCandy Produzioni che anticipa l’uscita del nuovo album. 

    “Revolver” è una riflessione tagliente sulla realtà: “La vita non è come ce la fanno vedere, ma è un ‘Revolver’ alla tempia.” I Fattore Rurale traducono in musica la vertigine dell’Eterno Ritorno di Friedrich Nietzsche. L’universo, e tutti i suoi eventi, si ripete ciclicamente e per sempre nello stesso modo. Di fronte a questa concezione di tempo non lineare, l’uomo è posto davanti a una domanda esistenziale: accetterebbe di rivivere la propria vita all’infinito? Un invito potente a vivere ogni istante con la massima autenticità, abbracciando il proprio destino con consapevolezza.

    Commenta Marco Costa, il cantante dei Fattore Rurale a proposito del nuovo singolo: “Revolver…è un buon modo per elaborare la morte.”

    Biografia

    Fattore Rurale nasce nel 2016 dall’incontro tra il cantante Marco Costa e il chitarrista Riccardo “Trivella” Polledri. Come tutti i progetti destinati a durare nel tempo, nasce dalla verità; da un’esigenza comunicativa, con il solo scopo di divulgare un messaggio ben preciso. Il Fattore Rurale non lascia spazio alle menzogne e con le loro parole cerca di trovare i propri simili per custodire in eterno le loro urla. Il Fattore Rurale vuole urlare al mondo che è inutile scappare dalla propria natura. Solo l’accettazione dei propri peccati potrà rendere le persone libere.

    Attraverso le canzoni si percepisce il loro modo di vivere e la consapevolezza che l’essere umano è lontano dall’essere perfetto perché consumato dalle cicatrici del proprio vissuto e dalle disillusioni della vita reale. Questo messaggio si percepisce chiaramente nelle loro canzoni; “Stricnina”, “Liberaci dal male”, “La pioggia picchiava gennaio” e “Figli di Icaro” sono il manifesto del loro pensiero.

    Il Fattore Rurale non è una semplice band, ma un’idea e questo lo dimostra la loro versatilità nei concerti e la loro formazione in continua evoluzione. Li puoi tranquillamente trovare in duo elettrico o in full band, ma non è importante la forma, perché in qualsiasi modo tu li veda il loro modo di fare musica non cambia. Reale e di cuore, sempre.

    Alle fondamenta abbiamo: Marco Costa alla scrittura, voce e chitarra acustica, accompagnato da Riccardo “Trivella” Polledri agli arrangiamenti e alla chitarra elettrica; dal 2020 al basso Gianluca “Gianni” Ferrari, un innesto molto importante sia in fase di scrittura sia perché in linea perfettamente con il pensiero comune della band e Alex Janev alla batteria. Ma il loro modo di vivere la musica li ha portati a incontrare personalità importanti che hanno sposato la stessa causa; Mr. Panda, un amico che li aiuta in ogni loro live e in tutti i problemi oltre la musica che una band deve affrontare, il grafico e tutto fare Edoardo Cilia e il fonico ufficiale Daniele Mandelli di Elfo Studio.

    La loro musica è il punto di incontro tra il country/blues americano e la verità distorta delle campagne piacentine. L’ispirazione nasce dalla ricerca di un sound viscerale, che si ferma nel tempo. Tra i loro ascolti comuni ci sono Johnny Cash, Robben Ford e Bruce Springsteen; arrivando nella loro terra d’origine e legandosi indissolubilmente a Nomadi, Guccini e Vasco Rossi.

    Il Fattore Rurale disseppellisce la verità; nascondere i mostri sotto al letto non è la soluzione e la sincerità verso se stessi renderà liberi. Chi vive inseguendo l’idea di voler piacere a tutti vivrà di merda e la butterà su chi ha accanto.

    Dopo “Codardo”, “Revolver” è il nuovo singolo di Fattore Rurale disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 21 novembre 2025 per altodischi/BlackCandy Produzioni che anticipa l’uscita del nuovo album. 

     

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  • Suoni etnici, workshop vocale, operina barocca e teatro per i più piccoli:  gli appuntamenti della rassegna Musique Royale  dal 21 novembre al 21 dicembre alla Reggia di Monza



    Guida agli appuntamenti in programma fino a fine anno nei suggestivi spazi della Villa Reale: tra i protagonisti l’artista senegalese Momi Maiga, nuova star della world music, la voce e i suoni ancestrali di Rachele Andrioli e l’Orchestra Canova diretta da Enrico Pagano

    MONZA – Proseguiranno nelle prossime settimane gli appuntamenti della rassegna Musique Royale, ciclo di eventi a misura di grandi e bambini organizzati nei meravigliosi spazi della Reggia di Monza dall’associazione culturale Musicamorfosi e dall’Orchestra Canova, con il contributo di Regione Lombardia e del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, il supporto di Acinque e Banco Desio, il sostegno di Fondazione Cariplo e Fondazione della Comunità di Monza e Brianza e il patrocinio del Comune di Monza.
    Venerdì 21 novembre (doppio set alle ore 19 e 21, ingresso 10/15 euro, prevendita on line su www.mailticket.it/spettacolo/39018/momi-maiga-inno-alla-pace) il Teatro di Corte della Reggia di Monza ospiterà l’esibizione del Momi Maiga Quartet, formazione composta da Momi Maiga (kora, voce), Carlos Montfort (violino, voce), Aleix Tobias (batteria, percussioni) e Marçal Ayats violoncello, voce). Musicista, compositore e cantante senegalese (da anni residente in Spagna), Momi Maiga è una delle voci più originali della nuova generazione di artisti dell’Africa occidentale. Cresciuto in una rinomata famiglia di griot, ha iniziato a suonare la kora (l’arpa africana) all’età di sei anni e da allora ha sviluppato un linguaggio musicale unico che fonde le tradizioni Mandé con il jazz, il flamenco e la musica classica. Dotato di una notevole presenza scenica e di una grande capacità comunicativa, ha girato l’Europa in tournée e ha collaborato con artisti come Youssou N’Dour, Jordi Savall, Seckou Keita e Amaro Freitas. Kairo, il suo ultimo lavoro discografico (uscito nel 2024), che significa pace, è stato premiato come miglior album non catalano agli Enderrock Awards 2025.
    Martedì 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Salone da Ballo della Reggia di Monza sarà la suggestiva cornice del laboratorio Coro a coro” per sole voci femminili curato dalla cantautrice e polistrumentista salentina Rachele Andrioli (ore 20.30, ingresso con libera donazione, prenotazione su www.eventbrite.it/e/biglietti-voce-olimpica-rachele-andrioli-1851991629819): le partecipanti al workshop apprenderanno nozioni di tecnica vocale e scopriranno la forza terapeutica del canto e il fascino della polifonia. Il tutto all’insegna della condivisione, dell’inclusione e della tolleranza, nel rispetto di lingue e tradizioni sonore distanti dalle nostre. In un’epoca come quella attuale, caratterizzata da timori, incertezze, paure, diffidenza e apatia, “Coro a coro” vuole essere un piccolo argine dove la musica costruisce ponti, accoglie e lenisce.
    Rachele Andrioli è uno dei talenti emergenti della nuova scena italiana: si esibisce, in Italia e all’estero, con progetti in solo e con diverse formazioni (di world music, jazz e classica), collaborando con importanti artisti internazionali quali Arto Lindsay, Piers Faccini, Rocco Nigro, Baba Sissoko e Roopa Mahadevan.
    Si cambierà decisamente registro sabato 29 novembre con Palandrana e Zamberlucco, intermezzo comico del compositore Alessandro Scarlatti, protagonisti l’Orchestra Canova diretta da Enrico Pagano, il tenore Luca Cervoni e il baritono Giacomo Nanni, in programma al Teatro di Corte della Reggia di Monza (ore 20.30, ingresso 10 euro; prevendita on line su www.mailticket.it/spettacolo/39007/un-cappotto-per-due-palandrana-e-zamberlucco). Travestimenti, equivoci, imbrogli e ingenuità con la regia di Andrea Taddei: in occasione del 300° anniversario dalla morte di Alessandro Scarlatti, l’Orchestra Canova porterà in scena le vicende della vecchia vedova Palandrana, che seduce il giovane aitante Zamberlucco, secondo i topoi della commedia settecentesca. Il ruolo di Palandrana sarà interpretato en travesti dal tenore Luca Cervoni, apprezzato interprete di ruoli comici barocchi, mentre il baritono Giacomo Nanni, recente vincitore del concorso AsLiCo per Dulcamara ne L’Elisir d’amore, sarà Zamberlucco. Una curiosità: le scene e i costumi dello spettacolo (che verrà replicato sabato 6 dicembre alle ore 17) saranno curati dagli allievi dell’indirizzo di scenografia del liceo artistico della Villa Reale “Nanni Valentini” di Monza (il 26 e il 27 novembre lo spettacolo andrà in scena per gli studenti delle scuole).
    Quest’anno, il concerto di Natale, intitolato Luce d’inverno, è in agenda sabato 20 dicembre nel Teatro di Corte (ore 18.30, ingresso 10/15 euro, prevendita su www.mailticket.it/evento/49915/luce-dinverno), ancora con l’Orchestra Canova diretta da Enrico Pagano. Il programma ruota intorno alla musica di Georg Friedrich Händel e ai suoi Concerti Grossi, di cui verrà eseguita una selezione nella versione con oboi, in equilibrio tra slancio e compostezza. È in questo paesaggio sonoro, segnato da trasparenze e contrasti, che si inserisce la prima assoluta del Concerto per violoncello e orchestra del giovane (classe 2000) e pluripremiato compositore piacentino Davide Tramontano: una pagina nuova che, come la luce invernale, scava nel dettaglio e invita a un ascolto più attento.
    Infine, per l’ultimo appuntamento dell’anno di Musique Royale e nell’ambito della seguitissima rassegna per l’infanzia Teatrino Piccinodomenica 21 dicembre (ore 11, 15 e 16.30, ingresso 5/7 euro, prevendita inclusa), il Teatro di Corte ospiterà lo spettacolo C’era una volta Natale…, indicato per bambini a partire dai tre anni di età e portato in scena da Beatrice Marzorati e Davide Scaccianoce della Compagnia Equivochi. Stressato a causa dei preparativi in vista delle feste, Babbo Natale vorrebbe fuggire lontano, prendendosi una vacanza, ma il suo fedele Folletto riuscirà a convincerlo a restare, ricordandogli la vera essenza del Natale…


  • “Universi” è il nuovo disco di Gemini, in uscita il 21 novembre

    Da venerdì 21 novembre 2025 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato fisico “UNIVERSI”, il nuovo disco di GEMINI.

    Con l’album “UNIVERSI”, Gemini raccoglie tutto il suo percorso: un mosaico di esperienze, collaborazioni e ricerca personale che lo confermano come una delle voci contemporanee più sincere e visionarie della nuova scena cantautorale italiana. Il disco è un viaggio attraverso l’amore in tutte le sue forme: quello che arriva all’improvviso e può cambiare la vita, quello che fa correre più veloce di ogni limite, quello che sa di mare, di sogni e di vertigini. Ogni canzone è una fotografia diversa dello stesso sentimento, capace di accendere ricordi e nuove speranze. Dalla leggerezza di un “Ti vengo a prendere” fino alla profondità degli “Universi” che si incontrano, il disco intreccia intimità e immaginazione, realtà e sogno. È un racconto sincero, profondo, che lascia spazio a chi ascolta di ritrovarsi dentro ogni parola e ogni melodia.

    Spiega il cantautore a proposito del disco: “Ho scritto queste canzoni insieme alla mia squadra di lavoro nei momenti in cui avevo bisogno di dare un nome a ciò che sentivo. Parlano d’amore, ma non solo come emozione romantica: l’amore che salva, che ferisce, che ti fa crescere e che a volte ti spinge a guardare oltre il cielo. Questo album è il mio modo di mettere ordine tra i ricordi, le paure e i sogni, e trasformarli in musica. Non cerco risposte, ma connessioni: se anche solo una persona si riconoscerà in queste parole, allora avrò raggiunto il senso di tutto”. 

    “UNIVERSI” TRACKLIST:

    1.Universi

    2.A mio agio con te

    3.All’improvviso

    4.Pagine al vento

    5.Dai dai dai

    6.Dimmi che ci sei

    7.Fuori controllo

    8.Vita difficile

    9.Ti vengo a prendere

    10.Corri

    11.La volta buona Bonus track 

     

    Biografia

    Gemini è un cantautore e musicista italiano, noto per la capacità di fondere sonorità moderne con una scrittura autentica e profonda. Fin dai suoi esordi ha mostrato una forte attitudine per la musica d’autore, collaborando con artisti di rilievo e calcando palchi prestigiosi.

    Il primo EP “Fuori di testa” (2013), prodotto da Ettore Diliberto in collaborazione con Alberto Radius, raggiunge i primi posti nelle classifiche Mondadori e Sorrisi & Canzoni. L’anno successivo pubblica “Chissà che sarà”, lavorato nei leggendari Abbey Road Studios di Londra da Simon Gibson, sound engineer di Beatles, U2, Robbie Williams, Paul McCartney e molti altri.

    Le aperture all’Emilia Live e alla Notte delle Chitarre confermano il suo impegno nel promuovere la musica cantautorale italiana, sempre più rara nel panorama contemporaneo. Il suo talento viene notato da Mario Schilirò, storico chitarrista di Zucchero, con cui nascono produzioni e performance live. Tra le collaborazioni vanno ricordate anche quelle con Alberto Rocchetti, tastierista di Vasco Rossi.

    Nel 2019 pubblica “La superficie”, che entra nella classifica dei passaggi di Indie Music Like, con un videoclip che vede protagonista l’attore Ricky Memphis. Sempre nello stesso anno esce “La mia canzone”, con la partecipazione straordinaria di Alessandro Haber nel videoclip.

    Il 2021 è un anno cruciale: Gemini apre i concerti di Anna Tatangelo, Ron e James Senese, e realizza un live con l’attore Leonardo Bocci. Nello stesso anno pubblica il singolo “Come si fa”, presentato in anteprima alla Milano Music Week, e partecipa al programma “The Band” su Rai 1 con Carlo Conti, reinterpretando in chiave moderna “Ancora tu” di Lucio Battisti. Prende parte anche a “Don’t Forget The Lyrics” su Canale 9 e a “Viva il Videobox” di Fiorello su Rai 2.

    Nel 2022 riceve il Premio Mia Martini nella categoria emergenti con “Sapore d’estate”. L’anno seguente partecipa al Premio Ravera, sempre con Carlo Conti, e pubblica il singolo “La volta buona”, presentato in diretta nel programma di Caterina Balivo su Rai 1.

    Il 2024 lo vede vincitore del Vertical Music a Casa Sanremo per il videoclip di “La volta buona”. Nello stesso anno pubblica il singolo “Questo strano viaggio”, in collaborazione con Danilo Cherni e Maurizio Perfetto, storici musicisti di Antonello Venditti, e a giugno propone una personale reinterpretazione di “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano. A novembre presenta una versione moderna dell’Inno d’Italia, realizzata con il coro Le Dolci Note e un videoclip girato in Piazza del Campidoglio a Roma.

    Il 2025 si apre con la partecipazione al programma “Bellissima Italia” su Rai 2 e con nuove presenze televisive: Videobox su Rai 2, A tambur battente show con la sua band e l’intervista a “Sogni di gloria” su Rai Radio 2. A febbraio 2025 è ospite al Vertical Music di Sanremo per Sorrisi e Canzoni, in occasione del Festival della Canzone Italiana

    Dopo i singoli “Ti vengo a prendere” e “Corri”, “Universi” è il nuovo disco di Gemini disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato fisico da venerdì 21 novembre 2025. 

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  • Breathe, il nuovo album dei Cappuccio Collective Smooth tra smooth jazz e pop

    Breathe” è il titolo del nuovo album della formazione Cappuccio Collective Smooth, in uscita martedì 18 novembre in tutte le piattaforme digitali per Clapo Music/Marechiaro Edizioni Musicali/Believe.

    Le onde del mare sembrano tutte uguali se le guardi distrattamente. Nel mare della musica le tendenze odierne sembrano appiattire tutto in un’univoca onda pop. Il trio Cappuccio Collective Smooth vuole rendere questa prospettiva meno miope e più lungimirante. Non di solo pop vive il mare, e nel passato la grande musica di qualità ha solcato gli oceani delle classifiche. Lo smooth jazz è una magica alchimia di note che ha attraversato il tempo partendo da quei dorati anni ‘70 in cui il jazz incontrò il funky, il soul e l’R&B. I padri della musica hanno insegnato al mondo quali sono le emozioni vere. La genuinità emanata dagli sciamani che hanno fondato il genere -Al Jarreau, George Benson, Marcus Miller, Anita Baker, Michael Franks, George Duke- è proseguita di erede in erede; basti pensare a personaggi incredibili come Sade negli anni ‘90, per citare un nome.

    Con l’estratto You Know me better, e l’intero disco Breathe, il trio vuole dimostrare che si può far coesistere la musica sofisticata con il pop imperante che oggi ci circonda. Le nuove generazioni devono sapere che esiste un’altra via e i Cappuccio Collective Smooth, lo dimostrano con un linguaggio internazionale e da esportazione. Nel corso della loro attività musicale, i tre musicisti fondatori, Mimmo Cappuccio (produttore artistico e chitarrista), Annina Galiano (voce) e Cristina Massaro (pianoforte e tastiere) hanno collaborato con Nico Rezende, popolarissimo artista brasiliano, con il batterista Ramon Montagner e con il percussionista Tamir Case, tra i più apprezzati musicisti sudamericani a livello internazionale. Uno degli estratti dell’album, You Know me better, nasce proprio da una collaborazione. Nico Rezende, il grande polistrumentista brasiliano -vincitore per ben due volte del Brasilian Music Award come migliore arrangiatore e de Il leone di Bronzo al Festival di Cannes- nonché raffinatissimo performer, qui ci mette la faccia, nobilitando appieno questa haute couture musicale. Il brano è un biglietto da visita ideale in cui viene messo da subito in chiaro che la raffinatezza è la chiave stilistica del progetto. La chitarra jazz levigata e setosa di Mimmo Cappuccio è la grande protagonista, in dualismo ideale con la voce di Annina Galiano e le armonie di Cristina Massaro.

    Il nuovo disco Breathe è un omaggio dalla A alla Z, in ogni aspetto e in ogni nota, ai padri fondatori della musica. Le atmosfere jazz sono levigate, spogliate dagli orpelli autoreferenziali che a volte il genere nasconde. C’è un’anima soul tra queste nove tracce, e la gran parte delle canzoni si fregia di nomi di eccellenza nella fattura. Solo per citarne alcuni: Ramon Montagner, alla batteria, Eric Daniel al sassofono, Dario Deidda punta di diamante del basso italiano nel mondo, ma anche Mark Sherman, tra i più grandi vibrafonisti jazz in the world. Proprio nel brano Jazz will find its way (Nun è musica pe te’) by “The Awakening” composto da Sherman, Annina Galiano ha creato -con l’approval del grande musicista statunitense- un testo in inglese (e sul finire in napoletano).

    Tra i brani inediti del trio svettano due cover proprio per esaltare il senso dell’omaggio a un tempo aureo della musica. Le rivisitazioni d’autore sono Summertime di George Gershwin e September degli Earth, Wind & Fire.

    In merito alle nuove interpretazioni d’autore (all’interno dell’album e nel loro repertorio live), Mimmo Cappuccio racconta: “This Masquerade è un nostro cavallo di battaglia che proponiamo sempre e solo dal vivo perché rappresenta un brano iconico del periodo smooth jazz ’80, così come September. Per Summertime, invece, il discorso è diverso: si tratta di una rivisitazione in chiave smooth jazz di un famoso standard jazz, con un tessuto armonico completamente diverso dai soliti; una sorta di provocazione per coloro che etichettano gli stili musicali confinandoli in schemi stereotipati”.

    Il disco pubblicato in digitale da Believe è anche in versione fisica distribuito da Egea Music con l’etichetta Clapo Music di Claudio Poggi. Tutti i brani sono editi da Marechiaro Edizioni Musicali. Il trio sarà impegnato in un tour internazionale con le prime date in aggiornamento: 20/11 Bonaventura Club (Milano), 21/11 Gregory’s Jazz Club (Roma), 10/12 Blue Note (Rio de Janeiro Brasile), 12/12 Macacu Jazz & Blues Festival (Cachoeiras de Macacu Brasile) e 19/12 Break Live (Ascoli Piceno).

  • Il mio primo tutto – i primi amori a colori

    Il mio primo tutto – i primi amori a colori

    Un brano molto personale, in cui la narrazione è intima ma non autoreferenziale: c’è un equilibrio tra vulnerabilità e universalità. Yume appare più matura rispetto a lavori precedenti, sia nella scrittura che nella produzione. Questo potrebbe attrarre sia i fan già esistenti che un nuovo pubblico che apprezza un pop più riflessivo. Il tema dei “primi amori” è classico, ma Yume lo declina in modo originale parlando non solo del sentimento romantico, ma anche della formazione personale. La scelta di un’etichetta indipendente come Label 33 suggerisce una produzione attenta ma non sovra-commerciale.
    Il singolo ha una base emotiva molto solida e personale, che potrebbe essere il punto di partenza per una maggiore visibilità. Questo singolo potrebbe segnare una svolta nel suo percorso: non solo come canzone romantica, ma come manifesto di una fase più adulta del suo percorso artistico.


  • Piaggio Soul Combination feat. Diane Kowa – Allnighter Material

    Piaggio Soul Combination feat. Diane Kowa – Allnighter Material

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     “Allnighter Material” segna il ritorno in grande stile della miglior soul band italiana. Marco Piaggesi e compagni confezionano un disco autentico, fedele al suono Stax/Motown ma animato da un groove moderno e irresistibile. L’ingresso della splendida voce di Diane Kowa dona nuova forza e respiro internazionale a brani che sembrano nati per i dancefloor del Northern Soul. Un lavoro elegante, potente e genuino, tra i migliori dischi soul europei dell’anno.

  • Come si racconta un addio oggi: la scelta sobria di Ardini

    Una tazza scheggiata sul tavolo: un dettaglio minimo, ma impossibile da trascurare. Non serve altro, a volte, per capire che qualcosa non torna e che una storia è giunta al suo compimento. Da lì riparte Lisa Ardini, voce calda dalle sfumature soul e timbro pieno che guarda alle radici black senza emularle, ma integrandole con piena coscienza espressiva. E lo fa con “Dolce Amaro”, secondo inedito prodotto da Alessio Bernabei che segna il passaggio dalle reinterpretazioni d’autore – “Come si cambia”, “Rolling in the Deep” – alla definizione di un linguaggio proprio.

    Il brano prende forma la scorsa primavera, in una fase di ricomposizione personale per l’artista, con la volontà concreta di riprendere i pezzi e rimetterli al loro posto, come chi ha pianto già abbastanza e ora sceglie di andare avanti.

    Lisa Ardini si discosta dalla narrazione struggente dell’addio tipica della grande ballata sentimentale e propria di un pop eccessivamente effusivo, per concentrarsi sull’urgenza di ritrovare i propri frammenti e riconciliarsi con sé stessi dopo aver avvertito il naturale smarrimento post-rottura. L’attenzione, qui, non è sulla storia che finisce, ma sul modo in cui si decide di attraversarla, metabolizzarla e superarla. Un nero su bianco per disciplinare il trauma anziché spettacolarizzarlo, che sposta il baricentro dall’evento alla sua elaborazione. Una scelta risoluta e controcorrente, che instaura una nuova, differente grammatica per raccontare il dolore, lontana dall’esposizione continua che la nostra epoca sembra richiedere. La sofferenza si restringe, si mette in ordine, e traccia il sentiero per l’unica affermazione possibile: «vado punto e a capo».

    Il passato si riduce all’essenziale, quel tanto che basta per non negarlo e non farsene travolgere. E poi, in quel «vivere in prigione», il brano mostra come anche l’attaccamento, a volte, possa stringere più di quanto sostenga.

    “Dolce Amaro” muove i propri passi in un territorio oggi poco frequentato: Lisa non cancella, non commenta e non idealizza. Sistema il possibile, riconosce la nostalgia, la lascia scorrere, e inizia a ricomporre sé stessa – «quello che voglio fare finalmente lo farò». Nelle sue parole non c’è nessuna promessa di rinascere dalle ceneri, perché rifiuta il cliché della fenice e della rivalsa teatrale, privilegiando il silenzio operoso del ripristino. Solo una constatazione: si può chiudere una porta senza far rumore.

    Anche oggi, dove saper chiudere senza mettere in risalto ogni evento che accade, è diventata una competenza. Non solo sentimentale: riguarda relazioni professionali, identità digitali, percorsi di vita. Il problema non è più tanto la capacità di iniziare, quanto quella di terminare senza distruggere. Di uscire da una stanza senza sbattere la porta, ma nemmeno lasciandola socchiusa per nostalgia.

    “Dolce Amaro” non propone soluzioni miracolose, ma registra un fatto: si può andare avanti. Si deve. E si può farlo senza trasformare ogni passo in contenuto, ogni lacrima in capitale narrativo.

    «Avevo bisogno di un taglio netto – dichiara l’artista -. Non di cancellare, ma di rimettere in fila ciò che restava di me. In studio con Alessio ho imparato a scegliere: meno parole, più verità. “Dolce Amaro” è il suono di quella scelta.»

    Ventisei anni, padovana, Lisa cresce con i classici anni Settanta/Ottanta che la madre le fa scoprire da bambina. Dal 2020 avvia un percorso formativo che allena voce e scrittura; nelle esibizioni dal vivo alterna piano e sax. Con “Dolce Amaro” prosegue la transizione dalle cover al repertorio originale, mantenendo una linea chiara: raccontare un’esperienza senza indulgere in facili espedienti o in artifici retorici.

    Questa direzione si traduce nella ricerca del senso ultimo dell’accaduto. La tazza resta scheggiata, ma si può scegliere di posarla e andare avanti.

  • “Cosa vuol dire amore”: il nuovo singolo di Alessandro D’Iuorno tra introspezione e verità Guarda il video

    “Cosa vuol dire amore”: il nuovo singolo di Alessandro D’Iuorno tra introspezione e verità

    Guarda il video

     

    https://www.youtube.com/watch?v=KLbX9Brzujk

    Il videoclip firmato da Viral Production, per la regia di Luigi Benelli di Maro, racconta il percorso di un uomo alla ricerca di sé stesso.

    Non lo so cosa vuol dire davvero “amore”? È la frase che apre — e attraversa — l’ultimo lavoro di Alessandro D’Iuorno, artista toscano capace di intrecciare parole e musica in un racconto autentico e disarmante. Il nuovo singolo, “Cosa vuol dire amore”, è un viaggio dentro le fragilità e le contraddizioni dell’animo umano, dove l’amore non è mai idealizzato, ma osservato per ciò che è: un sentimento complesso, che illumina e a volte ferisce, che cambia e trasforma.

    Il videoclip, realizzato da Viral Production di Luigi Benelli di Maro e Marco Marroni, traduce in immagini il senso più profondo del brano. Girato nella suggestiva location di Poggio alla Pieve, il video alterna momenti di introspezione e libertà, di tensione e leggerezza, restituendo l’immagine di un uomo che si spoglia simbolicamente delle proprie maschere per ritrovare sé stesso.

    Il testo della canzone, intimo e diretto, colpisce per la sincerità con cui affronta il tema del cambiamento e della vulnerabilità:

    “Se c’è una cosa che ho capito è che si cambia, se quell’ombra che è dentro di te esce quando viene il sole.”

    Una frase che racchiude la chiave interpretativa dell’intero lavoro: la consapevolezza che solo affrontando le proprie ombre si può rinascere.

    Nel brano, D’Iuorno racconta la sua difficoltà di amare, la paura di sentire, il desiderio di autenticità in un mondo che spesso premia la mediocrità. È un racconto adulto, sincero, a tratti spietato, ma sempre umano.

    Il videoclip segue questo percorso con uno stile visivo cinematografico, dove ogni movimento e sguardo contribuisce a costruire un linguaggio universale. Il risultato è un’opera che fonde musica, fotografia e narrazione, confermando il sodalizio artistico tra Alessandro D’Iuorno e il team di Viral Production, già noti per la loro capacità di raccontare emozioni con immagini potenti e delicate.

    “Cosa vuol dire amore” non è solo una canzone: è un riflesso. Un invito a fermarsi, ascoltarsi e riconoscere la parte più vera di sé, quella che — come canta D’Iuorno — “esce quando viene il sole”.

     

    BIOGRAFIA 
    Alessandro D’Iuorno, in arte D’Iuorno, nasce e cresce a Firenze. Il suo disco d’esordio “Ho capito abbastanza” esce nel maggio del 2012 per Controrecords e Newmodellabel, con distribuzione Audioglobe. Un lavoro che viene accolto positivamente dalla critica specializzata e che gli permette di entrare in contatto con Giorgio Canali, che lo ospita in apertura di alcuni suoi concerti durante il tour di presentazione del disco. Da qui il rapporto tra i due inizia a stringersi, fino a portare ad una collaborazione per il nuovo disco “Diversamente capace”, in cui Canali assume la figura di produttore artistico ed arrangiatore. Il nuovo album è stato registrato tra lo studio Larione 10 di Firenze e la casa dello stesso Giorgio, ed è uscito il 12 maggio 2015.

    Inizia il suo tour tra live e  interviste radio. Le recensioni dicono che il progetto funziona. fino a quando a fine 2016 uno stop per problemi personali interrompe la sua corsa. Continua a scrivere, si rimette in piedi, ed è il 2018 quando conosce il bassista compositore Alessio Dell’Esto di Grosseto. Da lì inizia la collaborazione da cui nasce una raccolta di nuovi e vecchi brani, “SS223”.Dopo la presentazione di SS223 arriva la pandemia che lo  porta ad una nuova dimensione in cui inizia a sperimentare, fino  uscita del  singolo “1984”.

    Nel 2024  pubblica  il singolo “Firenze ci crede“, la  Firenze popolare dove è cresciuto fatta di tradizioni.  

     Mentre inizia a lavorare a nuovi brani trascorre  l’inverno sull’isola di Malta dove scrive “Cosa vuol dire amore” che decide di pubblicare come ultimo singolo a se stante  in uscita  il 14 Novembre 2025. Il cantautore  ha in programma di uscire con un nuovo album nel 2026.