Autore: AndreaInfusino

  • “Riparare” è il nuovo singolo di Campi

    Dal 10 ottobre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Riparare”, il nuovo singolo di Campi realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”.

    “Riparare” è un brano intenso che cresce in dinamica, mescolando delicatezza e forza, e affronta il tema dei legami e della fragilità. È un invito a custodire e ricucire, piuttosto che buttare o rompere. In una società che consuma e sostituisce tutto, scegliere di riparare – sia oggetti che rapporti – diventa un atto di resistenza e cura.

    Commenta l’artista a proposito del brano: “Ho scritto “Riparare” come possibile cura. In un tempo in cui tutto sembra sostituibile, per me scrivere e cantare questa canzone è stato un modo per affermare che proteggere, custodire e ricucire è forse l’atto più rivoluzionario che possiamo compiere.” 

     

    Biografia

    Andrea Campi, noto semplicemente come CAMPI, è un cantautore bolognese. Dopo aver iniziato la sua carriera musicale con chitarra, canto e scrittura, si è laureato in Lettere Moderne con una tesi sull’onomatopea nei testi della canzone italiana. Il suo primo album solista, “Un Ballo Di Altalene”, ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui il primo premio assoluto SIAE e il premio miglior testo al “Proscenium Festival” di Assisi, il primo premio al “Festival Via Emilia”, il premio NUOVO IMAIE a “L’artista che non c’era” e il concorso “Zocca Paese della Musica”, grazie al quale ha avuto l’opportunità di aprire il concerto di Vasco Rossi a San Siro nel giugno 2024.

    Nel 2025, è stato selezionato tra i vincitori del bando SIAE “Per chi crea” e ha pubblicato il singolo “TUTTO A POSTO”, che anticipa un nuovo capitolo del suo progetto musicale. Da allora, ha continuato la sua intensa attività dal vivo in vari festival e ha avuto l’opportunità di esibirsi in apertura a diversi artisti, tra cui Michele Bravi in occasione del “Rimini in Musica”. Il suo stile indie/pop è caratterizzato da un mix di sapori vintage e sound contemporaneo, con testi che galleggiano in primo piano.

    “Riparare” è il nuovo singolo di Campi disponibile sulle piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica dal 10 ottobre 2025.                                                                                     

     

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  • STORIA AUREA, di Pier Paolo di Mino – Lettura Corale – da un’idea di Filippo Golia – venerdì 10 ottobre 2025, Cave (RM)

    Scrittori, attori, poeti, artisti e semplici lettori si daranno il cambio venerdì 10 ottobre, alle 18.30, sul palcoscenico del teatro di Cave (RM), per una lettura corale del poema epico di Pier Paolo Di Mino “La storia Aurea”, illustrato da Veronica Leffe.

    Allo spettacolo – insieme riunione di spirti affini, celebrazione dell’autore, recupero di un testo – organizzato da Inchiostro (comitato nazionale per la promozione della buona lettura), con il sostegno del Centro culturale connessioni e del Chiosco letterario dell’università La Sapienza, e realizzato grazie all’ospitalità del Comune di Cave e alla collaborazione dell’Associazione “Caffè corretto”, parteciperanno scrittori affermati come Luca Ricci e gruppi di recitazione come gli attori del Teatro empatico.

    La storia aurea, pubblicata nel 2010 da Edilet, è un poema in 30 canti che ricuce, in modo apparentemente post-moderno, frammenti di una comune e quotidiana vita dei nostri giorni al tema dell’Odissea e a quello di molti altri miti dimenticati, tra età classica e prima età cristiana.

    L’autore, Pier Paolo di Mino, che sarà mescolato ai lettori insieme alla compagna, l’artista e illustratrice Veronica Leffe, ha pubblicato quest’anno “l’Infanzia di Hans”, primo volume del ciclo “Lo splendore”, nella collana Fremen (diretta da Giulio Mozzi) per le edizioni Laurana, accolto dalla critica più attenta come un vero “caso letterario” e come l’inizio di un’opera potenzialmente capace di rivoluzionare il canone della nostra letteratura.

    Il poema “La storia aurea” si lega al ciclo dello Splendore attraverso sottili connessioni che saranno illustrate all’inizio della lettura di venerdì 10 ottobre.

    Per ulteriori informazioni contattare:

    ilchioscoletterario.sapienza@uniroma1.it

  • “La malinconia del ronin”, il nuovo romanzo giallo noir del giornalista e scrittore Riccardo Bruni

    Un nuovo caso, un’antica maledizione e un’estate che odora di mistero: Dante Baldini torna a caccia della verità sotto il sole rovente di Rocca Tirrenica e lo fa dal 18 settembre con “La malinconia del ronin”, il quarto capitolo dell’acclamata serie gialla noir “Dante Baldini, investigatore privato” di Riccardo Bruni (Indomitus Publishing).

    C’è una villa affacciata sul mare che nasconde un segreto. E forse una maledizione. In una torrida notte di giugno, Vittoria Cerami – ultima erede del celebre pittore Vinicio Cerami – si getta dal torrione medievale di Villa Monaldi, la sontuosa dimora di famiglia. Una tragedia che viene archiviata in fretta come suicidio: una lettera d’addio, alcune poesie intrise di malinconia. Tutto torna. O forse no.

    La nuova proprietaria, Ginevra, nipote di Vittoria, scopre che non è la prima volta: altre donne, in passato, hanno fatto la stessa fine. Lo stesso salto nel vuoto. Le stesse ombre silenziose tra le stanze d’arte e i corridoi della villa. È solo una coincidenza? Una suggestione ossessiva? O quel luogo esercita davvero una forza oscura su chi vi abita?

    Smarrita e inquieta, Ginevra teme che la villa possa reclamare anche lei. E così si affida a Dante Baldini, l’investigatore privato dal passato ingombrante e dallo sguardo disilluso, che affronta ogni enigma con una malinconica ironia. Tra poesie inquietanti, segreti di famiglia, personaggi eccentrici come Zelda e il Geco, e le luci ambigue di Rocca Tirrenica, Baldini si muove in equilibrio tra indizi e intuizioni, verità e illusione. Un’indagine che lo porterà a sfidare le ombre della villa. E anche quelle che abitano dentro di lui.

    Per questa storia di Baldini avevo delle idee che mi giravano in testa – ha dichiarato Bruni. C’era una macchina da scrivere, che è un oggetto capace come pochi altri di evocare suggestioni particolari a chiunque lavori con la scrittura, anche a chi ha sempre scritto sulla tastiera di un computer. C’era poi l’idea degli scacchi, un gioco che ha a che fare con il giallo, anche se il modo in cui è entrato a far parte di questa storia, alla fine, si è dimostrato piuttosto diverso. C’era anche l’idea di questa villa, a picco sul mare. Un luogo meraviglioso, in cui però è avvenuto qualcosa che stride mortalmente con la bellezza in cui è immersa. Poi c’era Baldini, che se ne andava in giro sulla Alfa con il sigaro in bocca e qualche vecchia canzone dallo stereo. E, alla fine, c’era il mare, e la mia voglia di tornare a vedere il mare ogni volta che ne ho l’occasione. A volte, per farlo, prendo la macchina. Altre volte, scrivo una storia.

    “Con ‘La malinconia del ronin’, Riccardo Bruni firma il quarto capitolo della serie gialla noir ‘Dante Baldini, investigatore privato’, un ciclo che ha già conquistato migliaia di lettori in tutta Italia, superando le 15.000 copie vendute dal lancio. Un traguardo che si inserisce nel percorso di un autore capace di oltre 150.000 copie vendute complessivamente, ormai tra le voci più riconoscibili e amate del giallo italiano contemporaneo – ha commentato l’editore Davide Radice.

    Il segreto del suo successo risiede in una scrittura scorrevole, coinvolgente, brillante e sempre avvincente, capace di tenere il lettore incollato pagina dopo pagina. I romanzi di Bruni non sono soltanto indagini da risolvere, ma veri e propri mondi narrativi: i personaggi secondari sono vivi, tridimensionali, irresistibili, e contribuiscono a creare un cast che il lettore riconosce e attende con la stessa curiosità riservata al protagonista.

    E al centro c’è lui, Dante Baldini, un investigatore privato che è ormai diventato un punto di riferimento del giallo italiano: originale, arguto, malinconico, un eroe imperfetto e autentico che rimanda ai grandi detective del noir classico, perfetto per chi ama figure immortali come Philip Marlowe, ma desidera una voce nuova, tutta italiana.

    L’ambientazione gioca un ruolo fondamentale: Rocca Tirrenica, la cittadina toscana che fa da sfondo alle indagini, è uno scenario suggestivo, tratteggiato con una tale cura dei dettagli da sembrare reale. Con i suoi chiaroscuri, diventa quasi un personaggio a sé, capace di amplificare l’atmosfera noir e di rendere ogni caso indimenticabile”.

    “La malinconia del ronin” è un romanzo che promette suspense fino all’ultima pagina, perfetto quindi per chi cerca un giallo d’autore capace di unire tensione narrativa, profondità psicologica e un’ironia dissacrante che rende unica la penna di Riccardo Bruni.

     

    DATI TECNICI

    Titolo: La malinconia del ronin

    Autore: Riccardo Bruni

    Casa editrice: Indomitus Publishing

    Data di pubblicazione: 18 settembre 2025

    Costo: ebook € 6,99 (in esclusiva su Amazon, incluso in Kindle Unlimited) / paperback € 16,99 in libreria e su tutti gli store online

    Pagine: 236

    Link al sito: https://www.indomitus-publishing.it/product/la-malinconia-del-ronin-riccardo-bruni/

    BIOGRAFIA AUTORE

    Riccardo Bruni scrive romanzi gialli, noir e thriller. Collabora con quotidiani, riviste e varie realtà del web, occupandosi di cronaca e di cultura. Segue da sempre il mondo dell’editoria digitale e cura laboratori e seminari sulla scrittura. Il suo sito web è www.riccardobruni.com

    PROFILO CASA EDITRICE

    Indomitus Publishing è una casa editrice alternativa, indipendente e attenta nello scegliere accuratamente storie avvincenti per il mercato editoriale dando fiducia ai bravi Autori italiani e rispettando la natura grazie ad un’attenta pianificazione delle tirature per evitare sprechi.


  • “I Valori della Crisi” è il nuovo singolo dei DISH-IS-NEIN

    Da venerdì 10 ottobre 2025 è in rotazione radiofonica “I VALORI DELLA CRISI” (Overdub Recordings), il nuovo singolo dei DISH-IS-NEIN, disponibile sulle piattaforme digitali dal 4 ottobre.

    In un tempo passato furono i Disciplinatha a “raccontare” di una crisi di valori a soffocare l’occidente che usciva “vittorioso” dalla guerra fredda. Parole che oggi, a 30 anni di distanza, suonano ancora, tristemente, attuali, premonitrici di un mondo in costante ed inesorabile “devoluzione”.

    Dish-Is-Nein ha deciso di “riappropriarsi” di un pezzo della propria storia, rivedendo, riaggiornando, riarmando questo brano, allineandolo al sound di “Occidente – A Funeral Party”, ripartendo da qui, perché la storia si ripete in un loop masochisticamente distruttivo … sempre. Preoccupante? SI!

     

    Commenta la band a proposito della nuova release: «“I Valori della Crisi” si inserisce nel lavoro di recupero di alcuni vecchi brani dei Disciplinatha: aggiornato, rianimato, riarmato per allinearlo al nuovo sound della band “inaugurato” con “Occidente – A Funeral Party” uscito ad aprile 2025».

     

     

    Il videoclip de “I Valori della Crisi” per la regia di Guido Ballatori rappresenta lo specchio dell’occidente in dissoluzione: non più pilastro di una cultura secolare, ma un manifesto di principi smarriti, tensioni non più latenti, divisioni insanabili. Il video ritrae l’irreversibile sfaldamento di certezze, la perdita del senso delle istituzioni, un tempo faro che orientava la collettività, ed il vuoto che si spalanca quando i valori fondativi – libertà, giustizia, dignità – diventano vuoti slogan senza sostanza.

    Lontano da ideologie salvifiche, il racconto visivo mostra una società spezzata in cui il confronto tra gruppi opposti non è mera esposizione di conflitto tra bene e male, ma specchio del disagio, declino morale, fragile coesione sociale; la solitudine dell’individuo fagocitato, ma allo stesso tempo “cullato” dalla massa.

    Attraverso questa riflessione che ci interroga sulle rovine di un mondo che non esiste più, “I Valori della Crisi” accompagna lo spettatore in un viaggio introspettivo su ciò che è stato, su ciò che non sarà più, sulle macerie che rimangono, quando la luce si spegne.

     

    Guarda il videoclip de “I Valori della Crisi” su YouTube

    https://www.youtube.com/watch?v=lFCyH6sngUY

    Sabato 11 ottobre alle ore 22:00 i DISH-IS-NEIN saranno in concerto presso l’Auditorium Vivaldi di Cassola (VI) in occasione della rassegna La fine della festa – A ricordo di Pier Paolo Pasolini, organizzata da Le Notti de Il Bandito e la Fucina Letteraria con il patrocinio del Comune di Cassola. L’ingresso è libero con contributo volontario responsabile.

     

    Biografia

    DISH-IS-NEIN: la storia di una band che non si arrende al dolore e alla perdita. Si scrive DISH-IS-NEIN, ma si legge DISCIPLINATHA. Questo è un nuovo capitolo della storia musicale, umana e personale di DISH-IS-NEIN. Dopo la scomparsa di Dario Parisini il 9 giugno 2022, molti, inclusi Cristiano Santini e Roberta Vicinelli, credevano che il progetto DISH-IS-NEIN fosse giunto al termine.

    Tuttavia, la passione è riemersa e “il fuoco ha ripreso a camminare con loro”. Hanno raccolto le macerie, sanato le ferite, anche se alcune di queste, le più profonde, rimarranno per sempre sanguinanti. Ha prevalso la voglia di esserci, di rimettersi alla prova, la necessità di raccontare di questi tempi tossici, un mondo al capolinea, “la fine della festa”, il senso di desolazione che attanaglia il cuore ed esilia la mente.

    DISH-IS-NEIN è per natura l’opposto della stasi. Fin dagli albori dei DISCIPLINATHA, la band ha avuto come obiettivo un “oltre” che neppure loro, ancora oggi, conoscono fino in fondo. In questo percorso, Dario era fondamentale: oltre alle sue chitarre, portava la sua presenza e una visionarietà lucida in grado di spingersi oltre il presente.

    Per onorare il suo ruolo, DISH-IS-NEIN ha scelto di non sostituirlo. Nel nuovo album “Occidente, a Funeral Party” non ci saranno chitarre. Il DNA della musica rimane lo stesso, ma la sua assenza sarà una presenza evidente e definitiva. Questa scelta rappresenta un modo per capire chi sono DISH-IS-NEIN oggi e cosa saranno in grado di raccontare, immaginare, fotografare, quali coscienze sapranno smuovere.

    Naturalmente, anche quante persone saranno in grado di fare in****are. In altri termini, l’unico modo di essere DISH-IS-NEIN.

     

    “I Valori della Crisi” è il nuovo singolo dei DISH-IS-NEIN, prodotto da Overdub Recordings, disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 4 ottobre 2025 e in rotazione radiofonica da venerdì 10 ottobre.

     

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  • 261 euro raccolti e un bambino dimenticato: Unico ci ricorda come tornare a stargli “Più vicino”

    Ha raccolto 261 euro nel pieno di agosto con una campagna su GoFundMe. Quanto basta per dare forma a un’urgenza personale: rimettere al centro quel bambino interiore che, diventando adulti, impariamo a zittire. Così è nato “Più vicino”, il nuovo singolo di Unico – nome d’arte di Andrea Licari – disponibile in tutti i digital store per Daylite/The Orchard. Una cifra minima, ma sufficiente per trasformare una crisi individuale in un progetto musicale che riguarda molti.

    Il brano è arrivato di notte, scritto in meno di un’ora. Non c’era un piano né un obiettivo preciso: solo il bisogno evidente di far scoppiare quella bolla immaginaria che per troppo tempo aveva protetto e insieme soffocato. “Più vicino” non è una canzone sull’infanzia, ma sul momento in cui ci si accorge che qualcosa, dentro, è rimasto indietro. Qualcosa di vero, genuino, puro, e dimenticato.

    Unico lo chiama “il mio bambino interiore”, ma non è un concetto teorico: è quella parte che sa leggere gli sguardi, che capisce anche nel silenzio, che ride senza motivo e smette di farlo quando viene ignorata. È la parte che, per paura di non essere abbastanza o per compiacere gli altri, spesso lasciamo da parte. «A lui non ho mai dato ascolto. È stato l’errore più grande», scrive l’artista. Da quell’errore ha scelto di ripartire.

    Il testo è diretto, privo di allegorie superflue. «Se vuoi tornare a vivere, prima devi sparire», una frase che non lascia margine a interpretazioni: parla di morte interiore, ma per rinascere. Non ha il tono salvifico dei grandi cambiamenti, né costruisce epiche morali: è una presa di coscienza da cui fiorisce consapevolezza, la voce che dopo anni in silenzio torna a prendersi spazio. «Vorrei stargli più vicino» è il verso che racchiude tutto: non l’altro da rincorrere, ma sé stessi da ritrovare.

    Il tema del bambino interiore non appartiene solo alla psicologia clinica. È un’immagine che attraversa letteratura, filosofia e cultura pop: il ritorno a un nucleo di autenticità che resta intatto nonostante lo scorrere inesorabile degli anni. In un presente segnato da ansia, iper-performance e logiche di mercato, scegliere di rimettere al centro quella parte fragile significa restare fedeli a sé stessi, anche quando il mondo ti chiede di essere altro. Altro da te.

    Da Carl Gustav Jung ad Alice Miller, passando per approcci più recenti, il concetto di “bambino interiore” ha attraversato la storia della psiche e della narrazione come simbolo di identità smarrita e di essenza originaria. Oggi torna con rinnovata attenzione anche nei percorsi terapeutici più seguiti — come la inner child therapy — e parla soprattutto alle nuove generazioni, sempre più esposte a fenomeni come burnout, depressione e ansia da prestazione. Ripristinare un linguaggio non filtrato non è una soluzione, ma può essere un inizio. Non è un tema di nicchia, dunque: riguarda sempre più giovani adulti, alle prese con una società che chiede di performare più che di esprimersi liberamente.

    “Più vicino” chiude idealmente un percorso iniziato con “Una canzone d’amore”, scritta per chi non era pronto a riceverla, e proseguito con “Scusa se ti voglio amare”, brano di separazione e distacco. Questo nuovo lavoro è il punto di ritorno: non agli altri, ma a sé stessi. È la parte più intima, sincera e necessaria di un percorso discografico che Unico definisce “frammentato”, nato da momenti diversi ma legati dallo stesso filo conduttore.

    Anche la genesi è coerente con il messaggio. I pensieri sono arrivati da soli, “circondati da bambini”, racconta. Sguardi, silenzi, piccoli gesti che lo hanno riportato a ricordi precisi, non idealizzati.

    «Scrivere mi aiuta a ricordare odori, emozioni, vibrazioni – dichiara -. Quando sento che sto diventando troppo adulto, mi serve tornare lì. A tratti mi spaventa. Ma mi piace.»

    “Più vicino” è accompagnato da immagini di nudo artistico. Una scelta che non cerca scandalo né provocazione, ma traduce visivamente il senso del brano: spogliarsi di maschere e ruoli imposti. Non c’è esibizione, c’è esposizione. Quella che serve per smettere di fingere; per scegliere chi si è, non chi si dovrebbe essere.

    «Non è un nudo per mostrare qualcosa – prosegue Unico -. È un nudo per non nascondere più niente. Per troppo tempo ho cercato di adeguarmi, di piacere, di rientrare in una forma che non era mia. Oggi scelgo di espormi per quello che sono, senza maschere, senza ruoli. Solo così posso tornare davvero vicino, più vicino, a me stesso.»

    Il brano è stato prodotto da Andrea “Nati” Cattaldo, con grafica di Jacopo Spallotta e fotografie di Luca Micheli. Tutto è stato realizzato con mezzi minimi, a partire dalla raccolta fondi che ha reso possibile la promozione. Una dimostrazione che, in un’epoca dominata da logiche di mercato e algoritmi, si può ancora fare musica partendo da un’urgenza reale.

    Inoltre, nel corso delle prossime settimane, Unico lancerà un’iniziativa social legata al singolo. A sue spese, invierà ai fan una busta fisica contenente una sola cosa: una domanda. Nessuna scadenza, nessuna aspettativa. Potranno aprirla quando vorranno, quando si sentiranno pronti. Una domanda sola, coraggiosa, pensata per generare un cambiamento. Come “Più vicino”, che non giudica e non chiede risposte immediate: chiede solo verità.

    Andrea Licari, in arte Unico, nasce a Mazara del Vallo (TP) nel 1997 e vive a Verderio (LC). Cantautore e performer, ha partecipato a contest e selezioni nazionali come X-Factor, Festival di Castrocaro e Una Voce per San Marino. La sua scrittura nasce da esperienze personali trasformate in racconto, con riferimenti che spaziano da Marco Masini a Claudio Baglioni, fino ad artisti internazionali come i Coldplay.

    La frase con cui si racconta è:

    «Non sono un tipo strano, ma sono uno fra tanti. Non ho un vero scopo, ma sono qui davanti. Io sono la copia di nessuno se non di me stesso. Io sono Unico.»

    Con “Più vicino”, quel bambino che per anni aveva smesso di dire la propria per compiacere e adattarsi agli altri ha finalmente trovato il modo di farsi sentire. Non attraverso una grande produzione, ma con 261 euro raccolti in pieno agosto e la scelta radicale di smettere di fingere di essere altro da sé.

  • Leo Rizzuto, una carriera tra palco e cuore: il nuovo singolo è “Senza dire una parola”

    Esce oggi, 4 ottobre 2025, il nuovo singolo di Leonardo Rizzuto, in arte Leo Rizzuto, intitolato «Senza dire una parola».
    Un progetto studiato e realizzato su misura per l’artista, frutto del lavoro congiunto di GMP Music di Michel Pequet e dello staff di Eventi e Management Italia, guidato dal Maestro e direttore artistico Massimo Galfano.

    Il brano è distribuito da Virgin Music / Universal, un traguardo di grande prestigio che segna un momento fondamentale nella carriera di Leo Rizzuto e di tutto il team che lavora costantemente al suo fianco.

    Oltre al singolo, «Senza dire una parola» è accompagnato da un videoclip ufficiale, girato e prodotto da Eventi e Management Italia, disponibile su Youtube a questo link: 

    https://www.youtube.com/watch?source_ve_path=Mjg2NjQsMTY0NTAz&v=slK9sVqyKc0&feature=youtu.be

    Un brano che parla d’anima e connessione

    «Senza dire una parola» racconta l’incontro tra due anime affini, che si riconoscono e si comprendono senza bisogno di parole, social o schermi.
    È un invito a riscoprire la forza di uno sguardo, di un silenzio condiviso, di quel legame autentico e profondo che nasce dall’essenza stessa dell’essere umano.

    Segui Leo Rizzuto

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    Leo Rizzuto BIOGRAFIA

  • Le Maioliche: canto di una frattura contemporanea L’EP de Il Maestrale destruttura la tradizione per evolverla tra cantautorato ed elettronica europea

    Le Maioliche è il nuovo EP de Il Maestrale, un mix sonoro e narrativo che fonde cantautorato mediterraneo ed elettronica mitteleuropea che indaga le crepe dell’essere umano contemporaneo, visto e analizzato dalla prospettiva del Meridione italiano.
     

    Le Maioliche raccoglie frammenti di storie e tensioni emotive che si compongono come mosaici in cui ogni brano è parte di un disegno più ampio e sfaccettato. Anche a livello di genere, il lavoro risulta come un insieme composito di generi tra folk, cantautorato e pop elettronico. Il progetto, registrato da Marco Fischetti di DEATH STAR STUDIO, prende forma in due anni di lavoro ed è stato supportato da una campagna di crowdfunding che ha coinvolto ascoltatori e sostenitori, a dimostrazione di quanto questo disco fosse già, prima ancora di nascere, un’opera collettiva.

    Il cuore concettuale di Le Maioliche è una ricerca dai tratti antropologici, rivendicata non come folclore, ma come appartenenza organica e fisiologica. Si avverte una tensione costante tra due polarità: da una parte l’intimità acustica e la solitudine contemplativa dell’individuo, dall’altra la marcia alienante dell’elettronica, simbolo di una presa di coscienza sociale, di disincanto collettivo. Questo dualismo attraversa ogni traccia, prendendo forma nel contrasto tra voce e macchina, calore e freddezza, presenza e distanza. Un suono stratificato che si rifiuta di essere contenuto dentro confini di genere, e che vive proprio nell’attrito tra elementi apparentemente inconciliabili.
     

    Il viaggio sonoro comincia con Nor Arax, prologo narrativo e dichiarazione poetica di accoglienza: un omaggio al poeta armeno Hrand Nazariantz, che diventa metafora utopica del viandante straniero e della cultura come spazio aperto. Da lì si snodano episodi come Le Peonie, in cui la malinconia si fa motore della creatività, e Mediterraneo Centrale, che trasforma la bellezza paesaggistica in distopia climatica. In Tapis Roulant, invece, l’elettronica lo-fi denuncia la condizione automatizzata della vita contemporanea, mentre in Dance Dance Dance, la risposta al caos diventa fisica: ballare per non scomparire. La tracklist si completa con Berlinesi, un momento di nostalgia e dolcezza, in cui il ricordo diventa rifugio, e la solitudine un invito a non smettere di sperare.

    Le Maioliche non è un disco di assolute certezze, ma di domande gigantesche: non pretende risposte, ma crea spazio per ascoltarle. È un’opera consapevole, radicata nella sua terra d’origine, che mette al centro una voce antica come faro del proprio presente, con il suono come strumento di resistenza poetica. Come i frammenti di ceramica colorata che gli danno il nome, il nuovo lavoro de Il Maestrale, resistente nella sua fragilità, antico e moderno, si fa vento che cambia direzione.

    Anticipato da una lunga serie di date estive, Le Maioliche, il nuovo intenso EP de Il Maestrale, esce il 3 ottobre 2025 per Spazio Dischi e verrà presentato in un tour di portata nazionale.