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  • Don Pasquale Ferone e la forza dell’Amore nel nuovo singolo unplugged, “Grandi Cose”

    C’è un tempo dell’anno in cui più di ogni altro tempo la musica si fa preghiera. È da questo spazio intimo ed autentico che nasce “Grandi Cose”, il nuovo brano unplugged di Don Pasquale Ferone, realizzato in occasione del Natale.

    Essenziale nella forma e profondo nel contenuto, il brano si presenta come una riflessione musicale che invita ad aprire il cuore all’Amore vero, quello che accompagna, protegge e trasforma. L’arrangiamento unplugged lascia spazio alle parole e al loro significato più profondo, creando un clima di raccoglimento e di ascolto interiore.

    Il testo di “Grandi Cose” si muove sul confine tra canto spirituale e preghiera universale. Le parole sono semplici e dirette, scelte con cura per parlare a tutti, indipendentemente dal proprio percorso di fede. L’amore non viene mai descritto come un’emozione fugace, ma come una presenza viva e costante, capace di dare forza e protezione. La fede è presentata come certezza rassicurante, non come imposizione ma come sostegno silenzioso nel cammino quotidiano di tutti noi.

    Nelle strofe, Don Pasquale Ferone invita all’ascolto del cuore e alla consapevolezza di non essere soli. Allo stesso tempo, il testo introduce un tema centrale: il discernimento. Le “lusinghe” del mondo, simbolo di promesse vuote e ingannevoli, vengono contrapposte a un Amore autentico che chiede fermezza e fiducia. Restare saldi diventa così una scelta di responsabilità interiore, un atto di coerenza che conduce a una scoperta più profonda di sé.

    Il ritornello rappresenta il centro emotivo del brano. Pace e gioia non sono condizioni esterne da rincorrere, ma stati interiori che nascono quando ci si lascia attraversare dall’Amore. È un amore che si riversa sull’individuo come dono gratuito e che, proprio per questo, è capace di generare cambiamento. L’affermazione “solo Lui può fare grandi cose intorno a te” racchiude il senso ultimo del brano: l’affidamento come atto di fiducia che apre alla trasformazione.

    Inserito nel contesto del Natale, “Grandi Cose” supera i confini del brano stagionale per diventare un messaggio senza tempo. Non parla solo di festa, ma di una scelta quotidiana: vivere l’Amore come fonte di Pace, accoglienza e unità, oggi più che mai necessarie.

    Ascolta il brano su YouTube

    https://youtu.be/IavErm_sgzw?si=rxuSiBY9sHSfOVTQ

    Don Pasquale Ferone BIOGRAFIA
    Testo della canzone Album pubblicati: Certezza (2017), Confidenza (2018), Come roccia (2019), Il dono della Vita (2020) e Fedeltà (2020) di Don Pasquale Ferone

  • “Brutte abitudini” è il nuovo singolo di Ciaro

    Dal 19 dicembre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Brutte abitudini”, il nuovo singolo di Ciaro per Up Music.

    “Brutte Abitudini” è un indie pop che trasforma il caos in forza, costruito su sonorità accattivanti ma profondamente emotive. Musicalmente, il pezzo si muove tra leggerezza e decisione, esplorando un territorio intimo e introspettivo.

    Nelle strofe, la voce si fa confessione, permettendo alle fragilità di emergere senza filtri. L’atmosfera si espande poi nei ritornelli, che diventano una vera e propria esplosione di energia, trasformando il caos interiore in una forza vitale e propulsiva.

    Il brano affronta il tema del vizio di tornare sempre allo stesso punto, il “cerchio da cui proviamo a uscire”, e si configura come un viaggio intimo e un dialogo aperto con la vita. È un confronto sincero che nasce dal caos e dalle sensazioni che spesso inghiottono e confondono, impedendo di vedere la realtà. L’artista suggerisce che le difficoltà, se osservate da una prospettiva diversa, possono trasformarsi in opportunità preziose.

    “Brutte Abitudini” parla di quei loop mentali, vizi o paranoie che allontanano dal benessere, un’inerzia in cui spesso ci si crogiola. Il messaggio centrale è che è sufficiente cambiare il punto di vista per tornare a respirare. Il dolore e la paura non sono solo ombre, ma strumenti che conducono a una nuova consapevolezza, svelando la bellezza della vita che richiede un po’ di fatica per essere compresa.

    Commenta l’artista a proposito del brano: “Brutte Abitudini rappresenta per me una tappa essenziale nel mio percorso artistico, un momento di introspezione profonda che va oltre la semplice narrazione. È come guardarsi allo specchio nei frammenti più confusi e, allo stesso tempo, trovare una forma di chiarezza. Il brano nasce dal desiderio di confrontarmi con me stesso e con la vita, di mettere a fuoco quelle abitudini e quei meccanismi che spesso ci intrappolano senza che ce ne accorgiamo. È un dialogo sincero tra emozioni contrastanti: dal caos interiore emergono intuizioni, piccole rivelazioni che trasformano le difficoltà in strumenti di crescita. “Brutte Abitudini” non è solo un racconto personale, ma un invito a osservare le proprie fragilità come risorse nascoste, come opportunità di evoluzione. Nel mio percorso, questo brano segna una fase di autenticità ancora maggiore, un passo in avanti verso un linguaggio musicale che vuole essere prima di tutto onesto, intimo e capace di emozionare. Per questo ho anche ricercato nuove sonorità.

    Un momento molto carino che ricordo, legato al brano, è stato quando, arrivata in studio per registrare le voci, il mio collega Giacomo ha esordito dicendo: questo praticamente è già registrato, andiamo a casa. A sottolineare come questo brano fosse la rappresentazione di una parte talmente autentica di me da sembrare quasi che si cantasse da solo, come se non avesse bisogno di essere registrato.”

    Biografia

    Giulia Ciaroni (in arte Ciaro) Cantautrice marchigiana, nata a Urbino (PU). È la founder del nuovissimo progetto “Almae Music” con il Producer Giacomo Bertozzini.

    Tra le maggiori soddisfazioni artistiche, figura la Finale ad Area Sanremo 2019/2020, dove è rientrata tra gli artisti ammessi alla fase finale per la categoria Nuove Proposte Sanremo Giovani 2020.

    Negli anni ha collaborato con molte realtà importanti, tra cui: Davide Maggioni dell’etichetta discografica “Rusty Records”; l’autore e compositore Daniele Piovani (autore per Repetto, Pamela Prati, Famao, Nick Luciani); l’autore Andrea Gallo (autore per Celentano e Mina, Viola Valentino, Mietta, Sugarfree, Shel Shapiro); e Rossano Eleuteri (Ross Group, ex bassista di Nek), con il quale ha realizzato il singolo “Limiti” (disponibile su tutti i Digital Store).

    Ed è proprio con questo singolo che è stata inserita nel sito della nota etichetta “Pressing Line”, fondata dal grandissimo Lucio Dalla, nell’ambito di un’iniziativa chiamata “Alla Finestra”. Tale iniziativa ha come scopo dare spazio ad artisti ritenuti di talento, concedendo loro di essere promossi all’interno del sito.

    “Brutte abitudini” è il nuovo singolo di Ciaro disponibile in streaming su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica dal 19 dicembre 2025.

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  • “Nouvelle Vague” è il nuovo singolo di Corrado Caruana

    Da venerdì 19 dicembre 2025 sarà disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale “Nouvelle Vague” il nuovo singolo di CORRADO CARUANA, estratto dall’omonimo EP.

    “Nouvelle Vague” title track del nuovo EP è caratterizzato sul piano armonico da alcune analogie con Pannonica di Thelonious Monk, che ne è stata fonte di ispirazione, pur sviluppandosi in modo del tutto autonomo. Il tema, dal carattere descrittivo e quasi da colonna sonora, contrasta con la parte improvvisata, che rompe gli schemi della forma e introduce una matrice fortemente jazzistica. Anche qui domina un’atmosfera cinematografica, in linea con l’estetica compositiva.

    Spiega l’artista a proposito del brano: “Nouvelle Vague è un brano nato qualche anno fa da un semplice esercizio di composizione. All’inizio non c’era nulla di particolarmente emotivo e poetico, stavo solo lavorando su un’idea armonica e melodica. Poi, però, quella piccola intuizione ha iniziato ad aprire porte inattese, a suggerire atmosfere e immagini che non avevo previsto. Da quello stimolo quasi tecnico è nato un brano che, passo dopo passo, ha trovato una sua identità più narrativa e personale di quanto immaginassi all’inizio. È anche il primo brano composto, e dà il nome all’EP.

    Mi viene in mente Morricone, quando disse che nella composizione non conta tanto l’ispirazione quanto la traspirazione: il lavoro, la costanza e il tempo dedicato, è andata più o meno così”.

     

    CORRADO CARUANA | BIOGRAFIA

    Chitarrista e compositore di Parma, si è laureato in chitarra jazz presso il Conservatorio “G. Nicolini” di Piacenza, conseguendo il diploma accademico di secondo livello con il massimo dei voti.

    Pur avendo una solida formazione jazzistica e un background fortemente legato al linguaggio di Django Reinhardt, non si è mai riconosciuto in un unico genere, preferendo seguire un percorso personale, libero da etichette e sfuggendo a incasellamenti.

    Nel corso degli anni ha collaborato con numerosi musicisti di diversa estrazione, tra cui Stochelo Rosenberg, Michele Pertusi, Alessandro Nidi e l’Orchestra Toscanini, esperienze che hanno contribuito ad ampliare il suo orizzonte musicale e a consolidare una voce chitarristica originale e in continua evoluzione.

    Membro e fondatore del progetto “Django’s Fingers”, vincitore del festival nazionale “Barezzi” nel 2007, oggi alterna l’attività concertistica a progetti che uniscono musica e teatro, tra cui il duo comico-musicale “Attacchi di Swing” e “Première Étude sur Piaf”, spettacoli che porta regolarmente nei teatri in Italia e all’estero.

    Con l’uscita di “Nouvelle Vague”, il suo debutto discografico da solista, segna un percorso maturo e personale, frutto di anni di ricerca, incontri e libertà creativa.

    “Nouvelle Vague” è il nuovo singolo di Corrado Caruana disponibile sulle piattaforme digitali di streaming da venerdì 19 dicembre.

     

     

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  • La lettera dei bambini rifugiati diventa un brano corale: “È ancora Natale” tra infanzia, conflitti e il bisogno di un luogo dove il silenzio non sia sinonimo di paura

    «È ancora Natale, ma mi fa così male vedere la neve posare e mescolarsi con la cenere. E mi chiedo se mi senti sotto questi bombardamenti, tra i silenzi ed i lamenti di un Natale che c’è stato portato via». Con queste parole, Mario Signorile apre un brano che porta il Natale fuori dai suoi confini abituali e lo colloca dove la festa non esiste più. “È ancora Natale” nasce dalla scelta di affidare il racconto a una lettera immaginaria scritta da bambini rifugiati, costretti a misurarsi con un mondo che ha sottratto loro ogni riferimento e la spensieratezza tipica di un’età costretta a fare i conti con quello che non dovrebbe mai riguardarla.

    Il canto è condiviso con il coro dell’Accademia Musicale Battista Bia, arricchito da voci che Signorile e il produttore Lorenzo Lorusso hanno preparato e seguito una per una. Non c’è nulla che miri a smussare o addolcire, ma bambini che parlano della guerra come possono, e un adulto che presta voce alla figura del volontario, che Signorile interpreta senza sottrarre spazio al coro, lasciando che sia quest’ultimo a guidare la narrazione.

    L’operazione musicale oltrepassa il sentimentalismo e tocca un punto scoperto dell’attualità. L’artista non mette in musica un quadro generico di sofferenza, ma inserisce la festività nel contesto drammatico della crisi migratoria globale. Secondo i dati UNHCR, il 2024 si è chiuso con oltre 123 milioni di persone in fuga, di cui circa il 40% minorenni costretti ad abbandonare la propria casa.

    “È ancora Natale” si rivolge a quel milione di bambini che — come riportato da UNICEF e Save the Children — vivono in aree di conflitto attivo, trasformando la “vera magia” dell’infanzia in una frase che non necessita commenti: «Ho disegnato un albero con la polvere di fango». L’essenzialità brutale diventa la cifra di una traccia che rifiuta qualsiasi edulcorazione e riassume un’infanzia che osserva il conflitto attraverso ciò che ha a disposizione.

    La presenza dell’adulto volontario rende il brano un omaggio necessario a migliaia di operatori che lavorano nelle aree di emergenza. Figure che, fuori dai riflettori, operano nel silenzio ascoltando, sostenendo e salvando milioni di persone in tutto il mondo. Per Signorile e Lorusso, l’insegnamento delle parti ai bambini è stato un piccolo riflesso di quel meccanismo: dedicare tempo a chi è stato privato di tutto.

    Il riferimento a “Happy Xmas (War Is Over)” di John Lennon è stato inevitabile. Il brano del 1971 apparteneva a un’epoca in cui la speranza di una tregua era pensabile; quello di Signorile nasce in anni in cui la guerra attraversa lo spazio delle festività senza interrompersi. L’accostamento tra immagini tradizionali («le campane suonare, e le stelle brillare») e quelle del conflitto («gli allarmi strillare, e non so più se pregare») crea una dissonanza che racconta cinquant’anni di promesse non mantenute. La Tregua di Natale del 1914, citata dall’artista, fu un lampo isolato di umanità: oggi, l’unico appello alla tregua sembra arrivare dall’arte, non dal fronte.

    Il videoclip ufficiale sceglie una direzione coerente. Girato nel Palazzetto dello Sport di Carbonara (Bari) — spazio quotidiano di un quartiere — trasforma un luogo familiare in un punto di riparo. Ci sono bambini, adulti e una lettera letta con la compostezza delle situazioni reali di emergenza. Il progetto, autofinanziato, è stato reso possibile grazie alla generosità del Presidente del Carbonara Volley, Vittorio Scagliarini, che ha concesso le riprese all’interno dell’edificio.

    “È ancora Natale” mette a confronto due realtà che raramente dialogano: la tradizione che continua a raccontare la festa come un tempo sereno e un presente che in molte parti del mondo non conosce tregue. Il brano non cerca una sintesi, ma le accosta e lascia che a chiudere siano le parole finali:

    «Caro Babbo Natale, so che è troppo quel che chiedo, ma se il mondo avesse cuore fermerei questo dolore. Ma è ancora Natale e ho unito le loro voci: porta un po’ di pace ed un mondo migliore.»

    Una chiusura che affida al Natale l’unica richiesta possibile in un tempo come questo.

  • Pop d’autore: Accame torna con “Ragazza rossetto fragola”

    C’è un bar qualunque, in un giorno qualunque. La luce del neon tremola, il ghiaccio tintinna in un bicchiere e un uomo  – stanco, distratto, quasi trasparente – osserva con aria assente la porta. Ed è proprio in quell’istante sospeso che accade qualcosa: entra lei. Un rossetto color fragola che sembra accendere l’aria stessa. Da quel momento, la realtà smette di essere reale. Comincia un film, una fantasia, una primavera possibile.

    È da questa immagine cinematografica che nasce “Ragazza rossetto fragola”, il nuovo singolo di Accame, in uscita sulle radio internazionali e su tutte le piattaforme digitali dal 13 dicembre.

    Il testo racconta un colpo di fulmine, uno di quelli che non succedono davvero, ma che ti rivoluzionano comunque dentro. L’artista, seduto al bancone con il suo bicchiere, vede una ragazza entrare nel bar e immagina ciò che potrebbe essere: la fine del buio, l’inizio di una nuova era, una scintilla dentro che spazza via l’inverno dell’anima.

    La protagonista non si accorge nemmeno di lui, eppure diventa il centro del suo universo in un istante. È un racconto di desiderio, di possibilità, di fantasie che salvano. Un ritratto di solitudine.
    È un’emozione che si accende all’improvviso, come se la scena cambiasse colore da un momento all’altro.

    Anche la musica segue questa stessa idea di autenticità: un pop acustico con leggere venature country, caldo e immediato, che non ha bisogno di grandi effetti per arrivare dritto al punto. Le chitarre acustiche accompagnano con un tocco delicato, mentre il ritmo leggero avanza con la stessa regolarità di un cuore che si risveglia dopo un lungo inverno. La melodia rimane morbida, accogliente, lasciando spazio alla voce e alle immagini che il testo porta con sé.

    Il risultato è un sound intimo e confidenziale, quasi da ascolto a pochi centimetri di distanza, come se ci trovassimo davvero su quello sgabello accanto al protagonista. È un arrangiamento che non vuole stupire, ma rivelare: toglie tutto ciò che è superfluo e mette in primo piano l’emozione più semplice e vera.Tra i versi del brano emerge una delle immagini più delicate e cinematografiche:

    “Se fuori sta piovendo restiamo ancora qui / un vecchio giradischi e stringimi”.

    Da segnalare che il brano è un remix dell’omonimo pezzo pubblicato da Accame nel 2023, contenuto nel suo primo EP. Una versione aggiornata, più fresca e luminosa, che conserva il cuore della storia ma la veste con una nuova sensibilità, più matura.

    Accame BIOGRAFIA
    Testo della canzone ultime uscite: Siamo ancora qui, Non sarà facile, Fino a tre e Ti prendi il mio tempo di Accame

  • “Ciò che resta di me” è il nuovo disco dei Thëm

    Dal 12 dicembre 2025 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e nei formati fisici digipack e vinile “CIÒ CHE RESTA DI ME” (Overdub Recordings), il nuovo disco dei THËM.

    “Ciò che resta di me” è un album che nasce da una tensione emotiva profonda e porta in luce il desiderio di confronto con se stessi e con l’altro. Composto da otto brani — Incontrami, Giacere, Baratro dei miei silenzi, Paralleli, Suffer, Come sarebbe stato, Lost, Specchi — il disco affronta i temi del dolore, del rimpianto e della capacità di rialzarsi. I testi si muovono tra introspezione e urlo collettivo, mentre le atmosfere sonore si fanno taglienti e, allo stesso tempo, avvolgenti.

    Spiega il gruppo a proposito del disco: «“Ciò che resta di me” rappresenta per noi un secondo capitolo, una tappa di crescita e consapevolezza. In questo lavoro sentiamo di aver trovato una voce più matura, più nostra — un equilibrio tra identità sonora e scrittura che racconta davvero chi siamo oggi.

    è un disco che parla di dolore e di perdita, ma anche di quella forza che si riscopre solo dopo essere caduti.

    Le otto tracce sono un viaggio che attraversa la fragilità, il rimpianto e la volontà di ricominciare, alternando momenti più intimi ad altri più viscerali, dove l’emozione diventa quasi un grido collettivo. Musicalmente abbiamo cercato di fondere sonorità dirette e spigolose con atmosfere più avvolgenti, per restituire tutta la complessità di quello che stavamo vivendo».

    “CIÒ CHE RESTA DI ME” TRACKLIST

    1.Incontrami

    2.Giacere

    3.Baratro dei miei silenzi

    4.Paralleli

    5.Suffer

    6.Come sarebbe stato

    7.Lost

    8.Specchi

    Biografia

    Thëm è il suono del disagio che prende forma. Nato nel 2022, il progetto fonde post-hardcore, screamo e alternative in un mix ruvido e viscerale. Il disco d’esordio Frames (2023) ha segnato la prima esplosione: teso, cinematografico, emotivamente carico. La sua uscita ha portato la band a condividere il palco con Fine Before You Came, Elephant Brain, Plakkaggio, Napoli Violenta e We Are Waves, ritagliandosi uno spazio nella scena underground. Da allora, il percorso si è fatto più crudo e istintivo: chitarre abrasive, testi in italiano, emozioni esposte. Rabbia e vulnerabilità si scontrano in ogni brano, tra esplosioni e silenzi sospesi.

    Dopo i singoli “Giacere” e “Come sarebbe stato”, “Ciò che resta di me” è il nuovo disco dei Thëm pubblicato da Overdub Recordings disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e nei formati fisici digipack e vinile dal 12 dicembre.

     

     

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  • “In abito da sera” è il nuovo singolo di Mormile

    Dal 12 dicembre 2025 è in rotazione radiofonica “In abito da sera”, il nuovo singolo di Mormile estratto dall’album d’esordio di “Miracoli, Catrame” per l’etichetta FDAM distribuito Altafonte disponibile dal 28 novembre.

    “IN ABITO DA SERA” è un brano di stampo discofunk elettronico, che si presenta come il naturale prolungamento narrativo e sonoro della prima traccia dell’album.

    La canzone ha un impatto deciso, irrompendo in modo spettacolare, quasi esplodendo con la potenza di fuochi d’artificio, un effetto potenziato da un imponente e incalzante stacco di batteria.

    La composizione è volutamente destrutturata e senza schema, sviluppandosi attraverso scene surrealiste bagnate da brillanti synth e cori.

    Questo brano funge da vero e proprio “manifesto” dell’album e anticipazione, poiché racchiude in sé l’esperienza eclettica e la varietà sonora che si dispiega all’interno del disco, risultando molto esplicativo e incisivo della visione del progetto.

    Spiega l’artista a proposito del brano: “IN ABITO DA SERA è il brano che spalanca con decisione la porta d’ingresso al disco dopo il flusso strumentale che lo precede. Lo considero un portale sonoro e concettuale dell’album poiché ti immerge immediatamente nella vera essenza dell’album, è il volo prima dell’atterraggio in questa dimensione dove dall’alto si riescono ad intuire paesaggi e tematiche del disco. Dal punto di vista narrativo è l’ingresso in una dimensione surrealista in seguito all’incontro con lo specchio, elemento centrale nella simbologia dell’album.” 

    Il videoclip di “In abito da sera” è una ripresa in scena unica in cui il protagonista incenerisce, sotto la pioggia, fogli contenenti testi delle proprie canzoni e appunti. L’intero girato è poi montato in slow motion e in reverse, ottenendo un effetto visivo estremamente suggestivo e coerente con la vena surrealista del brano.

    Guarda il videoclip: https://www.youtube.com/watch?v=_9s4j315WKE

    “MIRACOLI, CATRAME” è un disco che riflette il mondo Interiore di Mormile, un progetto che raccoglie brani già noti come “UN PO’ RETRÒ”, “FRIED CHICKEN” e “COMICHE ANNATE COSMICHE”, insieme a nuove scritture che condividono tematiche e sound precisi. Il disco è un viaggio attraverso il rapporto con sé stessi come filtro di visione del mondo esterno, esplorando immagini, simbolismi e personaggi che riflettono l’autore.

    I nove brani che compongono il disco sono caratterizzati da un sound vivido e colorato, che varia dal funk all’elettronica, creando un linguaggio sonoro personale e coerente. Ogni canzone porta con sé elementi che tengono unite tutte le tracce del disco, formando un’opera omogenea e riconoscibile.

    Ascolta l’album su Spotify: https://open.spotify.com/album/65CCejTt6FdztI5CMelfwp?si=OOuiszk6TrCojaJhddqClA

    Il progetto “MORMILE” è supportato da un team di professionisti esperti. I musicisti che collaborano stabilmente con MORMILE sono: Pasquale Storace (basso) e Davide Capolongo, che fungono anche da co-produttori dei suoi brani.

    La band che accompagna MORMILE nei live è composta da: Pasquale Storace (basso),  Cristiano del Gaudio (batteria), Daniele Coppola (tastiere), Gaetano Fusco (piano e tastiere).

    Per l’aspetto visuale, il team è composto da: Vincenzo Pezone, regista e videomaker, e Vallefuoco, fotografo e visual manager.

    La gestione discografica è affidata a Fabio dell’Aversana.

    Biografia

    Paolo Mormile, nato a Napoli, scopre la sua passione per la musica e le canzoni da piccolissimo. Scrive i suoi primi testi all’età di 16 anni e inizia a suonare la chitarra per accompagnarsi e arrangiare i primi brani. In arte “MORMILE”, si pone come portavoce di un pop d’autore, influenzato da sonorità funk e non solo.

    Innamorato dei ’60, ’70 e del futuro, ama sperimentare e intrecciare generi e suoni, filtrando la verità con l’astrazione. Dopo diverse esperienze musicali, tra cui essere stato parte di un coro gospel e fondatore della band “LEITMOTIV”, intraprende il percorso da solista nel 2021 con “SANGUEVIVO”, un brano in collaborazione con “Barr3tt”.

    Successivamente, pubblica i singoli “SCHIAFFI SONANTI”, “UN PO’ RETRO’”, “COMICHE ANNATE COSMICHE” e “FRIED CHICKEN”, che segnano una sua nuova cifra stilistica con un sound ispirato dal funk anni ’70, ma con elementi che ci ricordano che siamo negli anni ’20. Questi brani faranno parte del suo primo Album/EP, insieme alla sua ultima pubblicazione: “MARì (poltrona in pelle verde)”.

    Le sue canzoni nascono con un approccio pop, ma al contempo raffinato e sperimentale, mescolando sonorità vintage e contemporanee in modo ambizioso e artigianale. La sensibilità per le melodie pop con uno stile sonoro sempre in cerca di evoluzione è la stella polare delle sue composizioni, insieme ad una scrittura che punta ad essere autentica e innovativa.

    Tra le sue esperienze musicali, sono da citare la partecipazione al MEI, l’opening de “i Segreti” per “Bellissimo Tour nazionale”, la partecipazione a “Comportamenti Emergenti” Festival e il concerto @Civico103 art gallery.

    MORMILE ama camminare sul confine della contraddizione e il suo obiettivo è parlare un linguaggio potenzialmente trasversale, restituendo al pop uno spessore sociale e di ricerca sonora.

    A ottobre pubblica il brano “Moquette blu”.

    “In abito da sera” è il nuovo singolo di Mormile in rotazione radiofonica dal 12 dicembre 2025 estratto dall’album d’esordio “Miracoli, Catrame” disponibile in formato vinile e sulle piattaforme digitali di streaming dal 28 novembre 2025.  

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  • “Contro il tempo” è il nuovo singolo di Blue Rose

    Dal 12 dicembre 2025 è disponibile sulle piattaforme digitali e in rotazione radiofonica “Contro il tempo” (Up Music Studio), il nuovo singolo di Blue Rose.

    “Contro il tempo” è un inno di resilienza che rompe il silenzio sulla violenza psicologica, un brano crudo e profondo che affronta con coraggio il tema della violenza psicologica. L’artista trasforma il dolore in musica, dando voce a chi lotta per riprendere il controllo della propria vita.

    Il brano è l’espressione di una battaglia interiore: il racconto di una persona che, sentendosi sopraffatta e in balia degli eventi, combatte disperatamente contro ogni ostacolo pur di ritrovare la propria essenza e tornare a essere se stessa. È un grido di resistenza e auto-affermazione.

    L’arrangiamento riflette perfettamente la tensione emotiva del testo. Il brano nasce in punta di piedi, con una base essenziale di pianoforte e voce che stabilisce un’atmosfera intima e vulnerabile. Man mano che il racconto si sviluppa, si aggiungono sonorità elettroniche che amplificano il senso di urgenza. La traccia culmina in un intenso e liberatorio assolo di chitarra di chiara ispirazione rock, che sigilla il finale con una potente dichiarazione di forza e superamento.

    Commenta l’artista sul nuovo brano: «Il brano è nato in poco tempo, avevo forse bisogno di sfogarmi un po’. Ero al piano a casa mia con mia madre che stava preparando la cena. È partito tutto da un esercizio che continuavo a ripetere al piano che poi sarebbe diventato l’intro. ».

    Il videoclip di “Contro il tempo” ritrae l’artista all’interno del proprio studio di registrazione, il luogo intimo in cui le canzoni nascono e prendono forma. La sua interpretazione scenica mira a esprimere un profondo senso di libertà e resilienza. Le immagini incarnano visivamente la lotta interiore, evidenziando il coraggio di chi combatte contro ogni avversità pur di ritrovare e riaffermare la propria identità.

    Guarda il videoclip su YouTube: https://youtu.be/hFG7fxfUDRc

    Biografia

    Rita Alitto, nata a Cosenza nel 2000 e conosciuta artisticamente come Blue Rose, è una cantautrice e tastierista che ha sempre trovato nella musica un rifugio sicuro e un luogo di libera espressione. I colori blu e rosa, che rappresentano il suo modo unico di “vedere” la musica, sono diventati la sua firma artistica.

    La sua passione per la musica nasce fin da giovanissima: a soli 12 anni ha iniziato a scrivere brani, influenzata dagli studi di pianoforte classico e dall’ascolto di generi come il rock e il metal. La sua formazione include lo studio della musica classica in conservatorio e il canto moderno in accademia. Attualmente, sta approfondendo gli studi in tastiere elettroniche, che le hanno permesso di sperimentare con nuovi ambienti sonori e di sviluppare un amore particolare per strumenti come l’hammond e i synth.

    Il progetto Blue Rose prende forma ufficialmente nel 2020 con la pubblicazione del primo singolo, Ma No. La sua musica è un racconto del suo vissuto e si rivolge in particolare a chi si sente indeciso e alla ricerca di sé. L’artista non ha un obiettivo specifico, ma spera che la sua musica arrivi a più persone possibili, consentendo loro di riconoscersi nelle sue narrazioni.

    Blue Rose collabora da mesi con l’etichetta UpMusic, con cui ha già pubblicato a marzo 2025 il singolo Stanze vuote. Attualmente, la cantautrice ha numerosi brani pronti per essere prodotti e pubblicati, con la prospettiva di svelare presto il suo prossimo capitolo musicale.

    “Contro il tempo” è il nuovo singolo di Blue Rose disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 12 dicembre 2025.

     

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  • Il brano che parla del dettaglio come gerarchia nascosta della vita: da un incidente sulla Jonica, nasce “Niente Conta” di ELLEN

    Nel luglio del 2023 la Statale 106 Jonica – una delle arterie più discusse del Sud, teatro di migliaia di sinistri negli ultimi decenni – ha aggiunto un’altra storia alle sue cronache. Una famiglia in viaggio all’alba, gli ultimi chilometri prima di arrivare a casa, un’auto che sopraggiunge a velocità impossibile, l’impatto, il ribaltamento, il silenzio cristallizzato di chi resta a testa in giù e si chiede perché sia ancora vivo. Da quell’alba interrotta nasce “Niente Conta”, il nuovo singolo di ELLEN, all’anagrafe Eleonora Marazzita, disponibile su tutti i digital store per Piuma Dischi/The Orchard.

    Il brano è stato scritto dalla stessa artista dopo un incidente che l’ha coinvolta personalmente: ELLEN era alla guida, viaggiava con i genitori e il fratello quando un uomo ha tentato un sorpasso a circa 200 km/h, colpendo l’auto e facendola capovolgere. Le cinture e gli airbag hanno salvato la vita a tutti. La ferita non è stata cutanea, visibile, ma è rimasta nella memoria dei secondi immediatamente precedenti all’impatto, nel rumore dell’auto che si ribalta, nelle estati trascorse su quella strada e nella consapevolezza che bastano pochi centimetri per cambiare la traiettoria di un’intera famiglia.

    “Niente conta” è la frase che la cantautrice ha ripetuto a sé stessa nei mesi successivi. Un modo per rimuovere il superfluo, per ridurre il campo visivo a ciò che merita davvero attenzione nel quotidiano, nelle piccole ma fondamentali pieghe della vita. Nel brano, questa frase non simboleggia rassegnazione, ma, al contrario, un filtro che ci ricorda che, se togliamo tutto, ciò che rimane è la misura di ciò che vale davvero.

    Il testo procede per immagini – lo sguardo, l’assenza, il moto circolare degli affetti, riportando il focus su un concetto spesso cancellato dalla velocità: la vita cambia direzione nei dettagli minimi, lontano dalla retorica dei grandi proclami e al di là della sovrapposizione di voci, contenuti e informazioni che pretendono di stabilire cosa conti davvero, finché un istante, un singolo istante, non mostra la gerarchia effettiva delle cose.

    La voce di Ellen, delicata e al tempo stessa intrisa di emozioni, si insinua perfettamente tra le corde della chitarra, entrando nel tessuto e nelle vibrazioni che producono, come una linea che incide il tempo e lo spazio sonoro e apre suggestioni, paesaggi che rimangono nitidi anche dopo l’ultimo accordo.

    «Niente conta perché in realtà conta ogni singola cosa – dichiara Ellen -. Credo sia un po’ questo il paradosso che salva. Quando diciamo “niente conta”, iniziamo a vedere in maniera nitida ciò che conta davvero. Ogni dettaglio quotidiano assume un significato nuovo. È una sorta di risveglio lento, in cui il minimalismo diventa la cosa più grande e preziosa.  Nel rumore continuo delle distrazioni, “niente conta” è un modo per ricordarci che la vita accade nei dettagli. E che sono proprio questi a tenerci vivi. Questo brano l’ho scritto dopo un grave incidente in macchina con la mia famiglia sulla statale 106, chiamata la strada della morte. Siamo tutti vivi: non ci siamo rotti fuori, ci siamo rotti dentro. Ho cercato di ricucire me e la mia famiglia scrivendo questo e tanti altri brani.»

    “Niente Conta” – prodotta, arrangiata e mixata da Raffaele Scogna, con master a cura di Giovanni Versari -, riprende una vicenda che non riguarda solo chi l’ha vissuta. È un modo per richiamare l’attenzione su ciò che scorre sotto il nostro quotidiano, finché un evento non lo rimette in primo piano e costringe tutti noi a farci i conti.

  • Un infermiere-autore: la doppia vita di Cinado che arricchisce il pop italiano

    La musica italiana ha un enorme repertorio scritto da persone che il pubblico non ha mai avuto né modo né motivo di conoscere. I loro nomi riempiono gli archivi e i depositi delle società di collecting, i contratti, i file delle edizioni, ma non i cartelloni dei concerti o le copertine dei dischi. Non finiscono in trend, né nelle stories di Instagram, eppure senza di loro non ci sarebbero hit da cantare in auto, sotto palco, sotto la doccia. Sono gli artigiani invisibili del pop, quelli che forgiano le parole senza raccogliere applausi.

    Adolfo Cinquemani, in arte Cinado, è uno di loro: un catalogo di oltre cento brani depositati, un cammino rodato nel ventre di Via Meda – la storica factory creativa di Eros Ramazzotti. Un laboratorio che, negli anni, ha visto nascere brani destinati a diventare successi internazionali e che oggi rappresenta un simbolo della tradizione discografica italiana. E farne parte, significa ereditare un metodo: rigore, cura della scrittura, ricerca di quel tipo di verità che si estrae dal vissuto con la pazienza di un minatore.

    Cinado non è un principiante che bussa alla porta, ma un professionista che sceglie di varcare la soglia, dal retroscena burocratico al racconto aperto, per dire: eccomi, esisto anch’io. E lo fa con un contratto in tasca da Viameda Edizioni, come riconoscimento di un catalogo che esiste già, completo, operativo, in attesa di voci, sì, ma non di conferme.

    Finora il suo nome non era un’informazione utile a chi ascolta. Era una riga tecnica. Ma oggi, per la prima volta, quella riga non è più solo una firma in calce; è un autore che decide di uscire dall’indice per entrare nella narrazione, con tutta la sua umanità a seguito.

    E di umanità, Cinado ne ha da vendere. La sua è una storia di doppia militanza: paroliere e infermiere, due mestieri che si intrecciano come versi in un ritornello. L’esperienza in ambito sanitario, a contatto diretto con condizioni al limite, ma anche con la straordinaria forza dell’esistenza, tra pazienti che lottano e famiglie che sperano, gli ha insegnato che le parole non sono riempitivi, ma strumenti di cura.

    Un duplice ruolo, il suo, che esula dall’essere un semplice aneddoto biografico, diventando il fondamento della sua etica autoriale: la scrittura è per lui una forma di accudimento, ma una trasformazione dell’osservato in espressione da trasmettere e condividere con gli altri. Ciononostante, non si tratta di un’evasione dal reale: i testi di Cinado attingono dal quotidiano per forgiare versi che, nella loro immediatezza, rivendicano un legame concreto tra voce e ascolto.

    «La parola è il ponte tra la voce e il cuore», osserva lui stesso; una definizione che riassume un approccio in cui il linguaggio comune veicola immagini tangibili, rendendo i suoi brani immediati, cantabili, con refrain che si insinuano nella memoria in maniera inaspettata.

    Questa emersione dall’anonimato non è un caso isolato; riecheggia storie di infermieri-artisti come Claudio Sgura, baritono che ha lasciato la corsia per l’opera, o Paolo Traversa, cantautore che intreccia turni e melodie. Tuttavia, nel caso di Cinado, il nesso è più stringente: mentre il sistema sanitario italiano combatte con burnout e fughe professionali – con stipendi del 20% inferiori alla media europea, secondo il rapporto OCSE 2024 – la sua traiettoria suggerisce un potenziale riscatto. La cura, intesa come pratica quotidiana, può estendersi alla parola scritta e cantata, offrendo al pubblico un apprendimento implicito sulla funzione catartica del verso come ricomposizione del trauma, riportando all’ascolto la dignità che, a volte, la cronaca disperde.

    «Quando scrivo – dichiara – cerco la necessità. La mia vita nel settore sanitario mi ha insegnato che il testo deve valere perché vero, come l’esistenza stessa.»

    Ma la sua produzione non si esaurisce nella canzone; si estende alla narrativa letteraria con 12 libri pubblicati su Amazon, delineando un profilo di narratore poliedrico, capace di passare dal formato breve di una canzone a storie più ampie. Emergere ora, in un mercato a cui viene spesso additato di produrre testi riempitivi per beat elettronici, rivendica il ruolo del paroliere come artigiano essenziale, che traduce l’emozione in parola scolpendola in versi.

    E mentre il pubblico continua a cantare, spesso ignaro di chi ha scritto le parole che lo emozionano, Cinado è già al lavoro su nuove strofe. Tra un turno e un ritornello, tra una cartella clinica e un foglio di appunti, continua a cercare quella necessità che rende ogni testo degno di esistere.