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  • “Miracoli, Catrame” l’album d’esordio di Mormile

    Dal 28 novembre 2025 sarà disponibile in formato vinile e sulle piattaforme digitali di streaming “Miracoli, Catrame”, il primo album di Mormile per l’etichetta FDAM distribuito Altafonte.

    “MIRACOLI, CATRAME” è un disco che riflette il mondo Interiore di Mormile, un progetto che raccoglie brani già noti come “UN PO’ RETRÒ”, “FRIED CHICKEN” e “COMICHE ANNATE COSMICHE”, insieme a nuove scritture che condividono tematiche e sound precisi. Il disco è un viaggio attraverso il rapporto con sé stessi come filtro di visione del mondo esterno, esplorando immagini, simbolismi e personaggi che riflettono l’autore.

    I nove brani che compongono il disco sono caratterizzati da un sound vivido e colorato, che varia dal funk all’elettronica, creando un linguaggio sonoro personale e coerente. Ogni canzone porta con sé elementi che tengono unite tutte le tracce del disco, formando un’opera omogenea e riconoscibile.

    Commenta l’artista sull’album: “MIRACOLI, CATRAME è il mio primo disco e come tale ci tenevo all’idea che potesse mettere insieme dei tasselli di un racconto che ho provato a portare avanti in questi anni. Il disco contiene infatti dei brani che ho scritto molto tempo fa, che ho poi affiancato a scritture più recenti che potessero completare in maniera calzante questo puzzle, a scapito di altre canzoni che ho scartato perché non ritenevo affini all’integrità di questo lavoro. Questo disco è anche un vero punto di incontro tra diverse mie anime: quella più pop e melodica, quella più devota al sound e al groove e quella più cantautoriale. Il tema centrale attorno a cui si muove il disco è il rapporto con me stesso, che diventa filtro del racconto e della percezione del mondo esterno, assumendo sfumature intense ma a tratti anche ironiche e surrealiste. Il tutto parte dal metaforico incontro con lo specchio che diventa di fatto un elemento centrale in questo racconto, che infatti troviamo anche in copertina. Miracoli e Catrame sono appunto le cose che bilanciano questa visione di me stesso. Rappresentano la più pura ambizione e il più mortificante squallore che coesistono in me stesso. Sono molto soddisfatto di aver trovato un’identità artistica e sonora riconoscibile attraverso il lavoro su questo disco, avvalorata dalla presenza di musicisti di spessore che hanno contribuito alla realizzazione dello stesso.”

    TRACK-LIST

    1. FILTRO
    2. IN ABITO DA SERA
    3. UN PO’ RETRÒ
    4. LTMTV(2025)
    5. MOQUETTE BLU
    6. FRIED CHICKEN
    7. MARÌ (poltrona in pelle verde)
    8. COMICHE ANNATE COSMICHE
    9. MIRACOLI, CATRAME

    Il progetto “MORMILE” è supportato da un team di professionisti esperti. I musicisti che collaborano stabilmente con MORMILE sono: Pasquale Storace (basso) e Davide Capolongo, che fungono anche da co-produttori dei suoi brani.

    La band che accompagna MORMILE nei live è composta da: Pasquale Storace (basso),  Cristiano del Gaudio (batteria), Daniele Coppola (tastiere), Gaetano Fusco (piano e tastiere).

    Per l’aspetto visuale, il team è composto da: Vincenzo Pezone, regista e videomaker, e Vallefuoco, fotografo e visual manager.

    La gestione discografica è affidata a Fabio dell’Aversana.

    Biografia

    Paolo Mormile, nato a Napoli, scopre la sua passione per la musica e le canzoni da piccolissimo. Scrive i suoi primi testi all’età di 16 anni e inizia a suonare la chitarra per accompagnarsi e arrangiare i primi brani. In arte “MORMILE”, si pone come portavoce di un pop d’autore, influenzato da sonorità funk e non solo.

    Innamorato dei ’60, ’70 e del futuro, ama sperimentare e intrecciare generi e suoni, filtrando la verità con l’astrazione. Dopo diverse esperienze musicali, tra cui essere stato parte di un coro gospel e fondatore della band “LEITMOTIV”, intraprende il percorso da solista nel 2021 con “SANGUEVIVO”, un brano in collaborazione con “Barr3tt”.

    Successivamente, pubblica i singoli “SCHIAFFI SONANTI”, “UN PO’ RETRO’”, “COMICHE ANNATE COSMICHE” e “FRIED CHICKEN”, che segnano una sua nuova cifra stilistica con un sound ispirato dal funk anni ’70, ma con elementi che ci ricordano che siamo negli anni ’20. Questi brani faranno parte del suo primo Album/EP, insieme alla sua ultima pubblicazione: “MARì (poltrona in pelle verde)”.

    Le sue canzoni nascono con un approccio pop, ma al contempo raffinato e sperimentale, mescolando sonorità vintage e contemporanee in modo ambizioso e artigianale. La sensibilità per le melodie pop con uno stile sonoro sempre in cerca di evoluzione è la stella polare delle sue composizioni, insieme ad una scrittura che punta ad essere autentica e innovativa.

    Tra le sue esperienze musicali, sono da citare la partecipazione al MEI, l’opening de “i Segreti” per “Bellissimo Tour nazionale”, la partecipazione a “Comportamenti Emergenti” Festival e il concerto @Civico103 art gallery.

    MORMILE ama camminare sul confine della contraddizione e il suo obiettivo è parlare un linguaggio potenzialmente trasversale, restituendo al pop uno spessore sociale e di ricerca sonora.

    Anticipato dal singolo “Moquette blu”, “Miracoli, Catrame” è l’album d’esordio di Mormile disponibile in formato vinile e sulle piattaforme digitali di streaming dal 28 novembre 2025.

     

     

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  • Monica Brown presenta il nuovo singolo “Non chiamarmi brava ragazza”

    Dopo le precedenti esperienze musicali di stampo rock, Monica Brown sorprende con una svolta inaspettata e potente: un singolo reggae dal titolo “Non chiamarmi brava ragazza”, un brano che unisce ritmo e messaggio sociale in un inno di consapevolezza femminile. La canzone affronta il tema della mancanza di rispetto verso le donne, raccontando con parole dirette e sonorità vibranti una realtà ancora troppo diffusa: quella di uomini che pretendono senza dare, incapaci di riconoscere il valore e la forza della donna. Monica Brown trasforma questa denuncia in un messaggio di libertà e autodeterminazione. “È uno sprono per ricordare che le donne non devono dipendere da nessuno — perché l’uomo può continuare a fare il duro, ma la donna farà la storia”, racconta l’artista. L’arrangiamento, curato da Nando Di Stefano, fonde groove reggae e sensibilità pop, regalando al brano un’energia calda e contemporanea. Prodotto da Orange Records Rome e distribuito da Sorridi Music, “Non chiamarmi brava ragazza” sarà disponibile prossimamente su tutte le principali piattaforme digitali. Con questo singolo, Monica Brown firma una dichiarazione d’indipendenza e rispetto: una voce femminile forte, sincera e senza filtri, che invita a ripensare il modo in cui ci relazioniamo, nella musica e nella vita.

  • Atom Lux presentano l’album di debutto Voidgaze Dopamine Salad… un intreccio tra psych rock, alternative, garage, soft stoner e prog-pop

    Atom Lux presentano l’album di debutto Voidgaze Dopamine Salad… un intreccio alla velocità della luce tra  psych rock, alternative, garage, soft stoner e prog-pop

     

    ASCOLTA IL DISCO

    https://open.spotify.com/intl-it/album/64Y8KzprtJzLOStLQP7kCS?si=0ho9aKmaQLS0htE_uacqig

    Voidgaze Dopamine Salad, primo lavoro discografico di Atom Lux (in parte Lucio Filizola), si colloca, in modo volutamente instabile, a cavallo tra psych rock, alternative, garage, soft-stoner e prog-pop, attingendo da universi differenti, e generando un multiverso dai colori ipersaturi, tenuto insieme da un collante di sana matrice rock. I dieci brani, pervasi da tematiche surreali, fanta-catastrofiche, allucinogene, e a tratti grottesche, si reggono su un’impalcatura fatta di chitarre taglienti e riffose, synth frastagliati, voci sature e una sezione ritmica pulsante e dinamica, il tutto innaffiato da shot di delirio psichedelico.

    Non è un concept album, ma il filo conduttore, anche se non tematico, esiste e ha le sembianze di un’insalata di dopamina servita su un piatto fatto di lunghi sguardi nel vuoto.

    Voidgaze Dopamine Salad è un mosaico immaginifico, un cocktail caleidoscopico dal retrogusto rock’n’roll, a base di scimmie allucinate, fiumi di lava, universi frattali, singolarità cosmiche letali, conigli inebrianti, serpenti doppiogiochisti, danzatori isterici e molto altro.

    Atom Lux – Breve Bio

    Atom Lux (in parte Lucio Filizola), polistrumentista, autore e cantante cilentano, trapiantato a Roma, si avvicina alla musica da piccolo mettendo le mani sul pianoforte e poi sul clarinetto, ma ci mette poco a dimenticarsi di questi strumenti quando ascolta per la prima volta i classici del rock. Il passaggio alla chitarra innesca un’esplorazione famelica degli sconfinati territori del rock. Divora e scrive musica, suonando in diverse formazioni, arrivando a sguazzare nelle acque agitate del prog rock, con i Möbius Project, con cui incide un disco nel 2014, dal titolo Ra Me Nivar.

    Dopo una pausa di alcuni anni, a seguito dello scioglimento dei Möbius, nel 2019 riprende a comporre musica, addentrandosi in dimensioni dal sapore psichedelico e alternative, ma senza alcun dettame o vincolo di genere. Nel 2022 intraprende il progetto solista Atom Lux, con base a Roma, producendo musica nello studio casalingo.

    Nel dicembre del 2024 il progetto Atom Lux diventa full band e si attiva dal vivo, contando 5 elementi. Nell’ottobre del 2025 pubblica il suo primo lavoro discografico, dal nome Voidgaze Dopamine Salad.

  • Giuseppe Cucè presenta il nuovo disco “21 Grammi” nelle radio universitarie italiane

    Giuseppe Cucè presenta il suo nuovo album “21 GRAMMI” (TRP Vibes / Track Records Productions) nelle radio delle Università italiane da lunedì 1 a venerdì 5 dicembre 2025. Sarà un tour live-acustico in diretta (l’UniWeb Tour è una esclusiva di Red&Blue Srl) attraverso il quale il cantautore accompagnato dal chitarrista Edoardo Musumeci porterà e racconterà il suo nuovo lavoro discografico già disponibile su tutte le piattaforme digitali e in vinile.

     

    Il viaggio partirà lunedì 1° dicembre da Catanzaro, con la diretta dagli studi di UMG Web Radio, per poi proseguire il giorno seguente in Puglia, tra il Politecnico di Bari ospite di Frequenza Libera, e l’Università di Foggia negli studi di Web Radio Unifg.

    Mercoledì sarà dedicato alla Campania, con una doppia tappa a Napoli: prima all’Università Suor Orsola Benincasa negli studi di Run Radio, poi alla Federico II presso F2 Radio Lab, per poi spostarsi verso Roma per l’appuntamento con Radio Sapienza.

    Il tour proseguirà giovedì in direzione del centro Italia, toccando gli studi di RadioFrequenza a Teramo, quelli di Radiophonica a Perugia, fino ad arrivare a Urbino ospite di Radio URCa.

    La chiusura, venerdì 5 dicembre, sarà affidata al nord, con tre ultime tappe: Verona negli studi di Fuori Aula Network, Parma a RadiorEvolution, e infine Milano negli studi di Radio Statale.

    “21 GRAMMI” è un album che esplora il significato del passaggio umano sulla Terra, partendo dal simbolico peso dell’anima, rappresentato dai 21 grammi. È un lavoro che indaga l’invisibile e il misterioso, riflettendo sulle tracce che lasciamo e su quelle che ci attraversano durante la nostra esistenza. Con suoni veri ed essenziali, e atmosfere che oscillano tra luce e ombra, l’album invita l’ascoltatore a intraprendere un viaggio interiore, senza dare risposte definitive, ma sollevando domande sulla natura delle emozioni e dell’esperienza umana. Ogni canzone è un passo in questo cammino di ricerca, che accoglie sia la fragilità che la forza dell’animo umano. Il lavoro discografico si propone come un gesto di cura e di sincerità, un atto poetico che, pur nella sua leggerezza, lascia un’impronta profonda e duratura.

    Spiega l’artista a proposito della nuova release: “È un disco che parla di assenze, ma che vibra di presenza. Che racconta la bellezza delle cose destinate a svanire, ma che proprio per questo brillano di senso.”

    “21 GRAMMI” TRACKLIST:

    LATO A:                               

    1.È tutto così vero

    2.Ventuno

    3.Dimmi cosa vuoi

    4.Fragile equilibrio

    5.La mia dea        

    LATO B:   

    6.Cuore d’inverno

    7.Tutto quello che vuoi

    8.Una notte infinita

    9.Di estate non si muore

     

    Biografia

    Animato da un progetto, che racchiude l’esperienza maturata in tanti anni di studio e approfondimento del proprio sentire, filtrando il mondo intorno a sé, rivisitando i canti del sud del mondo, che racchiude

    soprattutto la composizione di canzoni inedite imbevute di tradizione e passione, Giuseppe Cucè nasce a Catania l’8 settembre del 1972 e fin da piccolo coltiva il sogno della scrittura ma soprattutto della musica.

    Inizia il proprio percorso dipingendo i propri pensieri su tela, per poi successivamente farsi catturare dalla danza contemporanea, fino a confrontarsi con diverse identità esistenti nel proprio essere e capire la propria strada incanalando le proprie energie verso la scrittura e la composizione.

    Durante la sua carriera ha collaborato con diversi musicisti tra i più fedeli il produttore artistico Riccardo Samperi.

    Nel 2008 inizia a collaborare con la TRP Music di Riccardo Samperi, ed è da questa collaborazione che nasce il CD La Mela e il Serpente, un album che sarà espressione assoluta dell’anima Saudade dell’artista.

    L’album viene anche pubblicato dalla EDINA MUSIC, etichetta Parigina fondata da Yvon Chateigner. Il tour di presentazione dell’album ha dato al cantautore catanese la possibilità di esibirsi nei più importanti teatri Parigini (Le Trianon, L’Alhambra, Le Petit Saint Martin).

    Sempre dalla collaborazione con il produttore Riccardo Samperi e dopo un lungo periodo di scrittura e maturazione di nuovi brani, coadiuvato anche dall’apporto artistico dell’amico musicista Fabio Abate, nasce un nuovo progetto musicale che ha già visto nel 2022 la pubblicazione di due singoli, “Di estate non si muore” e “La mia Dea”, e nel 2023 e 2024  “Dimmi cosa vuoi”, “Fragile equilibrio”, “Ventuno”,  “Tutto quello che vuoi”, “Cuore d’inverno” e “È tutto così vero” estratti dal nuovo disco “21 grammi”,  uscito il 20 giugno  2025 per TRP Vibes. L’album sta ottenendo un’eco crescente nella stampa estera, con oltre 60 recensioni internazionali pubblicate tra USA, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Messico, Brasile, Canada e altri Paesi. Un risultato che sta ampliando l’attenzione verso il progetto anche al di fuori dell’Italia, generando nuove rotazioni, interviste e inserimenti editoriali.

    Tra le più rilevanti si distinguono quelle di testate come The Gatekeeper Space (USA), che lo definisce “un album che bypassa la lingua e si installa sotto le costole. Cinematico, vulnerabile, devastante nella sua sincerità”; AlteMagazine (USA), che scrive “21 grammi isn’t just a concept, it’s the gravity of human experience”; YellowBlackMusic (Spagna), che lo descrive come “caldo, emotivo e onesto: un album da ascoltare quando si vuole sentire davvero qualcosa”; RiptideMag (Francia), che lo racconta come “un’opera che pesa come l’anima che descrive” e IndieBoulevard (International), che lo definisce “un viaggio che misura l’imponderabile”.

    Parallelamente all’album, il cantautore ha pubblicato il singolo in lingua spagnola “El mundo es verdadero” (feat. Pandi), adattamento latino di “È tutto così vero”, che sta ottenendo un notevole riscontro in Spagna e America Latina. Il brano sta raccogliendo recensioni e passaggi radio in diversi territori, tra cui la Spagna (Oleada Indie, RockOla Indie, La Vibrante, Festivalea), il Messico (RMAS, IndieDream, Cosmonauta Radio, Expansion Radial), il Brasile (Music For All, Roadie Music) e vari Paesi dell’area latino-americana come Cile, Venezuela e Colombia. Una release che sta consolidando ulteriormente la presenza internazionale di Giuseppe Cucè.

     

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  • Quando la soglia si spezza: il nuovo singolo di Raffaele Poggio racconta la resa del corpo nell’era delle reazioni automatiche

    Un uomo, il suo telefono fuso al volto, come se l’interfaccia fosse diventata pelle, anagrafe. Lo sguardo smarrito in un’arena digitale dove nessuno ascolta nessuno. Si apre così “Dimmelo”, il nuovo singolo di Raffaele Poggio per Orangle Records/Mendaki Publishing. Una diagnosi istantanea del tempo in cui la conversazione pubblica è ridotta allo scontro, l’empatia scade a seccatura, intralcio, e la presenza altrui viene percepita come collisione e possibile intrusione.

    Un brano nato dall’osservazione del dissesto della parola, dove le frasi vengono scagliate come detriti, la compassione ha ceduto il posto a una finta interazione, senza un effettivo interesse nei confronti dell’interlocutore, e la presenza non coincide mai con il punto in cui accade la vita. Siamo ovunque, simultanei, raggiungibili, notificabili, visibili. Eppure raramente intenti a noi stessi nel tempo presente. In una frase, parliamo moltissimo, ci ascoltiamo pochissimo.

    Poggio, anziché descrivere il fenomeno da una posizione esterna, con tono giudicante, ci entra dentro perché l’ha attraversato, perché quel meccanismo gli si è rotto tra le mani. La scorsa primavera ha subito una battuta d’arresto, una malattia improvvisa lo ha costretto a frenare, interrompere: un corpo che dichiara sciopero e dice basta, mentre tutto intorno tutto chiede accelerazione e disponibilità costante. Nessuna lezione edificante, nessun risarcimento consolatorio: un arresto. Netto.

    Anni trascorsi a controllare lo sguardo altrui, a misurare il proprio peso con un indice esterno, a presenziare ovunque — tranne nella stanza meno affollata di tutte, quella senza spettatori, senza notifiche, senza giudici. La stanza dove la domanda non è come sembro, ma come sto. La malattia ha fatto precipitare i decibel, abbassando drasticamente il volume. Ha tolto intermediari, aspettative, maschere sociali e qualsiasi tipo di sovrastruttura, riportando il discorso al suo punto di origine: il corpo, il respiro, la verità più scomoda da eludere.

    A fare da contesto al brano non c’è un sentimento generico di saturazione digitale, ma un fatto osservabile: negli ultimi anni la conversazione in rete si è contratta, polarizzata, irrigidita in schemi rapidi — reazione, schieramento, sentenza. I commenti superano sistematicamente la lettura dei contenuti, i thread accorciano il pensiero a etichetta, la risposta arriva prima della comprensione. L’infrastruttura del confronto si misura in velocità, non in scambio costruttivo. In questo frangente, “Dimmelo” offre una cartografia dell’impatto, a partire da un singolo individuo, un singolo corpo, un singolo cedimento.

    Colpisce che il brano esca proprio mentre il consumo di contenuti supera la soglia dell’interazione reale: le persone scorrono, scrollano e archiviano più di quanto si fermino ad approfondire, reagiscono più di quanto rispondano, rispondono più di quanto leggano. Un ecosistema che produce soggetti visibili, ma raramente presenti. Poggio prende questa immaterialità e la riporta a un metro non discutibile: un fisico che a un certo punto si arresta. Niente allegorie. Un limite. Tangibile.

    Il valore del progetto sta proprio nella scelta dell’unità di misura. Mentre ogni cosa viene tradotta in impression, visualizzazioni, reach, reazioni, “Dimmelo” sposta il contatore sull’unica variabile che l’algoritmo non può quantificare: il corpo, quando chiede tregua. La narrazione smette di essere un’osservazione sociologica svolta da lontano perché non parla della rete, ma di ciò che la rete non registra: ciò che accade quando il pubblico si spegne e resta solo una persona, seduta con il proprio silenzio.

    Non è un caso che la traccia non sia un atto di accusa, né un rifiuto del digitale. Poggio non smonta il sistema, non finge di starne fuori. Ne mostra la soglia di tenuta, il suo punto di interruzione. Quello in cui il pubblico e il privato collidono senza camuffamenti, la performance non ha più terreno dove appoggiarsi, l’immagine finisce e resta soltanto il peso reale delle cose.

    “Dimmelo” svela una microstoria del nostro tempo, perché anziché rappresentare la piccola bandiera di un singolo, funge da termometro di un clima, quello in cui l’intensità dell’esposizione supera la capacità di assorbimento. Un clima che non esplode mai del tutto, ma si manifesta in segnali minimi: un’interruzione, una pausa forzata, un ritmo cardiaco che modifica la scaletta.

    Il brano condensa tutto in una frase, la frase:

    «Non importa se cadi, basta che non mi sfiori»

    Sette parole che descrivono la grammatica relazionale di questi anni: il dolore tollerato a distanza, la fragilità altrui accettata come notifica, mai come contatto. Poggio non accusa e non si assolve: si include nel quadro e lo espone. Prende atto del nuovo contratto sociale non scritto: cadi pure, ma fora dall’inquadratura. Meglio il rumore bianco della connessione permanente che la scossa viva di una presenza non filtrata. Meglio aggiornarsi che attraversarsi.

    È qui che l’artista toglie ogni residuo teorico alla questione, perché invece di parlare del collasso digitale, parla del suo effetto più sottile: la progressiva abilità a non farsi toccare. A non farsi coinvolgere. A non farsi davvero trovare da nessuno, pur restando disponibili a tutti.

    «Il corpo, quando cede, è l’ultimo cancello – afferma -. È il punto in cui la discussione finisce. Stavo vivendo dentro un rumore che chiamavo continuità. Si era trasformato in una gogna di rendimento. La malattia ha avuto la brutalità del reset forzato.»

    “Dimmelo” diventa così la cronaca di un doppio cortocircuito, sociale e individuale: la tirannia dei numeri, l’autovalore misurato in algide percentuali, i silenzi interpretati come verdetti, le porte che non sbattono ma restano socchiuse — e proprio per questo feriscono di più. Una rincorsa ininterrotta al “meritare”, al non sembrare mai insufficienti, al non sbagliare mai il passo. Una rincorsa che porta a crolli psicologici e fisici, che erode anche l’area più sensibile, quella affettiva, a cui crollano le impalcature reggenti e circostanti.

    Ad amplificare il discorso è il social video ufficiale, firmato Knowhere Studios, in cui l’iconografia religiosa diventa la lente per raccontare il nuovo culto del giudizio perenne, un tribunale che non prevede assoluzioni. Nel video, lo smartphone non è accessorio, ma prolungamento biologico, epidermide innestata, secondo volto: uno strumento di connessione più potente della connessione stessa, simbolo di un potere che avvicina e al tempo stesso schiaccia.

    A livello sonoro, il brano — prodotto agli Head Studios di Torino da Luca Testa, composto con Riccardo Novarese e scritto dallo stesso Poggio a quattro mani con Matteo Ferrari — sceglie un pop elettronico pulsante, dove la partitura ritmica spinge in avanti anche quando il testo frena e ammette il cedimento. È un pezzo che invita al movimento ma non concede l’evasione: si balla, sì, ma con una lama di disincanto nel ritorno di cassa.

    Il brano entra nel percorso live THE ENERGY PARTY, dove l’artista mette in sequenza repertorio proprio e canzoni dagli anni ’70 ai 2000. Un metro comparativo tra l’immaginario di epoche che prevedevano inciampi, pause, sparizioni momentanee e un presente che ammette solo presenza continua, piena all’apparenza ma completamente svuotata nella sua essenza.

    “Dimmelo” si ferma esattamente nel punto in cui il corpo ha fermato tutto il resto. Per questo, non arriva come risposta, ma come inversione di domanda: anziché chiedere cosa stiamo guardando, chiede cosa stiamo disimparando a sentire. E lascia tutto sospeso, perché è lì che viviamo: in sospeso. Connessi ma distanti, visibili ma assenti, parlanti ma mai ascoltati e in ascolto. È un pezzo che non parla dal centro del palco, ma dal punto in cui le luci virano, si abbassano e mostrano il bordo delle cose. Quello dove il pubblico smette di essere folla e torna persona, una per una, senza schermo in mezzo.

    E in quel cambio di temperatura dell’aria, Poggio si allontana da prediche futili sulle disconnessioni salutari per portare una constatazione nuda, raccontando il momento in cui il sistema si inceppa – non quello digitale, quello corporeo. Perché il futuro della connessione non si decide nell’ennesimo aggiornamento di un’app, ma nel microsecondo in cui qualcuno, finalmente, alza lo sguardo e incontra, anziché identificare.

  • Giuliana pubblica “Un altro sbaglio”: il video ufficiale è disponibile

    Un altro sbaglio” è il nuovo singolo di Giuliana disponibile dal 14 novembre, prodotto da Joseba Publishing e distribuito da Altafonte Italia. Il brano è accompagnato dall’emozionante videoclip disponibile su YouTube per la regia di Marko Carbone.

    Un altro sbaglio” non è solo una ballad, è un viaggio nell’anima di una relazione che si sgretola silenziosamente. Il testo dipinge il ritratto di due persone divise da un abisso invisibile, nonostante siano sedute fianco a fianco sul divano, che da semplice arredo quotidiano si trasforma in una frontiera carica di silenzi e sguardi mancati. L’arrangiamento delicato si intreccia con la voce intensa e vibrante di Giuliana, che trascina l’ascoltatore nel flusso di emozioni provate dall’artista messinese. Il brano si chiude con una rivelazione potente: l’amore vero è quello che, prima di tutto, ci insegna ad amare noi stessi

    Scritto a quattro mani con Luca Napolitano (Amici 8), che ha anche prodotto e mixato il brano, mentre la direzione artistica del progetto è affidata a Gianni Testa.

    “Un altro sbaglio” arriva dopo l’ottimo riscontro online e in radio dei primi due singoli “Un po’ Monet” e “Settembre”, oltre al trionfo al Premio Mia Martini 2025 dove l’artista messinese si è aggiudicata il primo posto nella categoria Emergenti.

    LE PAROLE DELL’ARTISTA

    ““Un altro sbaglio” è una canzone che mi colpisce profondamente. Chiudendo gli occhi, riesco a rivivere ogni singola parola. È un brano a cui sono particolarmente affezionata, perché mi ricorda una relazione tormentata e mi ha fatto spesso chiedere: “A cosa è servita tutta questa strada se non mi porta a te?”. Ora, rappresenta per me un mix di sentimenti contrastanti: da un lato, il dolore che ha ispirato la sua scrittura, un dolore che mi ha accompagnato nell’ultimo anno; dall’altro, la profonda sensazione di rinascita che ho provato scoprendo che nessun tempo è sprecato e che quella strada mi ha portato a scoprire una parte di me che non conoscevo.” e sul videoclip: “Secondo me questo video è un piccolo capolavoro. Forse sono di parte, ma mi ha emozionata girarlo e poi vedere il risultato finale. Marko è riuscito a ricreare le esatte immagini che avevo in testa e a portare a galla dei ricordi. Insomma, guardare il video di Un altro sbaglio non è solo un modo per vivere a pieno la canzone, è davvero come stare dentro ad un film!”

    Giuliana BIOGRAFIA
    Testo della canzone Un altro sbaglio di Giuliana

  • “LE VICINE DI ZEFFIRELLI” – Serata evento al femminile per la celebrazione del best seller “La Vicina di Zeffirelli” di Gaia Zucchi

    Giovedì 18 dicembre

    ore 21:00

    Teatro Manzoni

    Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti

    A seguire rinfresco e brindisi  di Biker’s Bar Cinecatering

     

    Un titolo che si trasforma, un’idea che si espande, un viaggio che continua. Dalla penna e dal cuore di Gaia Zucchi, attrice e autrice di uno dei best seller più sorprendenti dell’editoria indipendente, nasce “Le Vicine di Zeffirelli”, evento speciale che celebra la forza creativa e solidale delle donne, unite da un legame profondo con l’arte, la memoria e la visione del grande Maestro Franco Zeffirelli.

    Il titolo del libro, “La Vicina di Zeffirelli”, si apre ora al plurale, diventando “Le Vicine di Zeffirelli”, in un gesto di generosa condivisione artistica e umana. Gaia Zucchi, con la sua sensibilità e il suo spirito inclusivo, ha voluto accogliere nel suo racconto le colleghe e amiche che, come lei, hanno vissuto e vivono l’arte come missione e come dono. Una serata unica, curata da Alessandro Vaccari, che vedrà protagoniste sul palco alcune delle interpreti più amate: Benedicta Boccoli, Fanny Cadeo, Alexandra Celi, Federica Cifola, Giulia Di Quilio, Daniela Fazzolari, Antonella Ponziani, insieme alla stessa Gaia Zucchi. Con loro, anche Andrea Di Bella ed Ezio Natale, in un dialogo aperto tra generi e generazioni. A conversare con l’autrice sarà la regista Anna Testa, per un confronto vivo e appassionato sul valore della memoria, della cultura e della narrazione al femminile. Il successo del libro (oltre 10.000 copie vendute) non è che l’inizio di un percorso artistico in continua evoluzione. È notizia recente, infatti, la vittoria del bando del Ministero della Cultura Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, per il contributo selettivo alla scrittura del film “Hotel Zeffirelli”, tratto proprio dal libro.

    “Le Vicine di Zeffirelli” non è solo un omaggio a un grande Maestro, ma un manifesto di rinascita culturale, un inno alla memoria condivisa e alla capacità così poco celebrata in patria, di generare bellezza, visione e futuro.

    Un appuntamento imperdibile per chi ama il teatro, il cinema, la letteratura e le storie che sanno ancora emozionare.

    A seguire rinfresco e brindisi  di Biker’s Bar Cinecatering

  • “Datura” è il nuovo singolo dei Manaus

    Da venerdì 28 novembre 2025 sarà in rotazione radiofonica “Datura” (Overdub Recordings), il nuovo singolo dei MANAUS già disponibile sulle piattaforme digitali dal 25 novembre.

    “Datura” è un brano che descrive il lato più intimo e scuro del nostro immaginario, un luogo all’interno di noi stessi dove le ombre del nostro passato vivono ancora e non c’è interazione con la realtà che ci circonda. Un luogo dove metabolizzare le esperienze vissute, dove le emozioni non svaniscono e le nostre storie rivivono ogni volta che si entra.

     

     

    Spiega la band a proposito del brano: “Cerco di mettere in fila i ricordi -le ombre-, ma questi sembrano sempre più evanescenti e faccio fatica a tenerli in mente. Sembrano un ponte tra immaginazione e realtà -punti di contatto-. I ricordi creano sensazioni quasi tattili ma fuggevoli, non riesco a metterle bene a fuoco e sfuggono, non le posso dominare, mi scivolano tra le dita -i miei rami inutili-. Un fiore che vorrebbe aprire la sua corolla se solo non fosse troppo buio. Quelli della Datura sono fiori crepuscolari.”

    Biografia

    Il progetto Manaus nasce dal bisogno personale di esorcizzare con la musica gli spettri dell’anima e si propone di coinvolgere l’ascoltatore in una sorta di rituale.

    Chitarre distorte, vorticose, creano un ambiente claustrofobico dove a fare da guida è una voce eterea e graffiante: un alternarsi di momenti dilatati e onirici, a spazi serrati e incalzanti.

    La varietà del nostro background musicale collide e si fonde in un centrifugato di esoterismo e viaggi spazio/mentali, che restituiscono un live ipnotizzante e psichedelico.

    Gli elementi principali che caratterizzano il sound della band sono quelli del Doom Rock, Psych e alternative, influenze che si mescolano per creare un sound originale.

    Dopo “Orion”, “Datura” è il nuovo singolo dei Manaus pubblicato da Overdub Recordings disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 25 novembre e in rotazione radiofonica da venerdì 28 novembre.

     

     

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  • “Emilia Cowboy” è il nuovo album di Fattore Rurale

    Dal 28 novembre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in formato CD in edizione limitata “Emilia Cowboy”, il nuovo album dei Fattore Rurale per altodischi/BlackCandy Produzioni. Continua l’attività live.

     

     

    “EMILIA COWBOY” è un’opera che affronta il tema del dualismo tra bene e male, creando un confine sottile tra le due parti che non viene mai valicato, ma piuttosto permette ai due sentimenti di fondersi. Questo approccio consente all’essere umano di essere completamente vivo sia nella luce che nelle tenebre, accettando la complessità della natura umana.

    Il tema dell’eterno ritorno, una filosofia che si concentra sull’idea che ogni momento della vita si ripeterà all’infinito, è ancora una volta al centro dell’album. Questo concetto è strettamente legato al motto “Morte Amore Desolazione”, che sembra riflettere la visione del mondo dell’artista.

    L’album sembra essere un viaggio attraverso le profondità dell’anima umana, esplorando i contrasti e le contraddizioni che definiscono l’esistenza. La musica potrebbe essere caratterizzata da atmosfere intense e suggestive, con testi che riflettono sulla condizione umana e sulla ricerca di significato.

    “EMILIA COWBOY” è un album che invita l’ascoltatore a riflettere sulla complessità della vita e sulla natura umana, esplorando i temi dell’amore, della morte e della desolazione in un contesto di eterno ritorno.

    Commenta la band sulla nuova release: “Vogliamo entrare dentro le persone, senza lascia spazio alle menzogne e con le nostre parole trovare nostri simili per custodire in eterno le loro urla.”

    TRACK LIST

    EMILIA COWBOY

    RISPETTA IL DOLORE

    LA STAGIONE DEL VELENO

    GLI SPIRITI DELLA FORESTA

    REVOLVER

    CODARDO

    FULMINI

    PRENDIMI E PORTAMI VIA

    Hanno partecipato alla realizzazione del disco: Marco Costa (testi e musica, produzione artistica, voce, chitarra acustica, grancassa), Riccardo Polledri (arrangiamenti, chitarra elettrica), Gianluca Ferrari (arrangiamenti, testi), Giovanni Sala (registrazioni presso Cantine di Badia Studio, mix e master, pianoforte), James Prosser (collaborazione in fase di registrazione), Edoardo Cilia (grafiche copertine album), Paolo Veneziani (foto copertina).

    CALENDARIO PROSSIMI LIVE

    6/12 Bastione (Pc) – Presentazione Emilia Cowboy

    12/12 Jack Rabbit (Ms)

    27/12 Garbage (Aq)

    24/01 Rockstar (Gr)

    7/02 Tambourine Club (Mb)

    21/02 TBA (Pc)

    28/02 Disaster (Cr)

    Biografia

    Fattore Rurale nasce nel 2016 dall’incontro tra il cantante Marco Costa e il chitarrista Riccardo “Trivella” Polledri. Come tutti i progetti destinati a durare nel tempo, nasce dalla verità; da un’esigenza comunicativa, con il solo scopo di divulgare un messaggio ben preciso. Il Fattore Rurale non lascia spazio alle menzogne e con le loro parole cerca di trovare i propri simili per custodire in eterno le loro urla. Il Fattore Rurale vuole urlare al mondo che è inutile scappare dalla propria natura. Solo l’accettazione dei propri peccati potrà rendere le persone libere.

    Attraverso le canzoni si percepisce il loro modo di vivere e la consapevolezza che l’essere umano è lontano dall’essere perfetto perché consumato dalle cicatrici del proprio vissuto e dalle disillusioni della vita reale. Questo messaggio si percepisce chiaramente nelle loro canzoni; “Stricnina”, “Liberaci dal male”, “La pioggia picchiava gennaio” e “Figli di Icaro” sono il manifesto del loro pensiero.

    Il Fattore Rurale non è una semplice band, ma un’idea e questo lo dimostra la loro versatilità nei concerti e la loro formazione in continua evoluzione. Li puoi tranquillamente trovare in duo elettrico o in full band, ma non è importante la forma, perché in qualsiasi modo tu li veda il loro modo di fare musica non cambia. Reale e di cuore, sempre.

    Alle fondamenta abbiamo: Marco Costa alla scrittura, voce e chitarra acustica, accompagnato da Riccardo “Trivella” Polledri agli arrangiamenti e alla chitarra elettrica; dal 2020 al basso Gianluca “Gianni” Ferrari, un innesto molto importante sia in fase di scrittura sia perché in linea perfettamente con il pensiero comune della band e Alex Janev alla batteria. Ma il loro modo di vivere la musica li ha portati a incontrare personalità importanti che hanno sposato la stessa causa; Mr. Panda, un amico che li aiuta in ogni loro live e in tutti i problemi oltre la musica che una band deve affrontare, il grafico e tutto fare Edoardo Cilia e il fonico ufficiale Daniele Mandelli di Elfo Studio.

    La loro musica è il punto di incontro tra il country/blues americano e la verità distorta delle campagne piacentine. L’ispirazione nasce dalla ricerca di un sound viscerale, che si ferma nel tempo. Tra i loro ascolti comuni ci sono Johnny Cash, Robben Ford e Bruce Springsteen; arrivando nella loro terra d’origine e legandosi indissolubilmente a Nomadi, Guccini e Vasco Rossi.

    Il Fattore Rurale disseppellisce la verità; nascondere i mostri sotto al letto non è la soluzione e la sincerità verso se stessi renderà liberi. Chi vive inseguendo l’idea di voler piacere a tutti vivrà di merda e la butterà su chi ha accanto.

    “Emilia Cowboy” è il nuovo album di Fattore Rurale disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in formato CD in edizione limitata dal 28 novembre 2025 per altodischi/BlackCandy Produzioni.

     

     

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  • “Come l’aria” è il nuovo singolo di Aaron Raschi

    Dal 28 novembre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “Come l’aria”, il nuovo singolo di Aaron Raschi.

     

     

    Come l’aria” è un intenso viaggio sonoro che stimola i sensi. La traccia sorprende per l’inaspettato connubio tra sonorità che sfiorano la dance e un testo profondo e pregno di significato. È proprio questa fusione inattesa a lasciare l’ascoltatore “di sasso”, creando un risultato musicale sorprendente e memorabile.

     

    Commenta l’artista a proposito del brano: “È un pezzo datato più di due anni fa, che aveva tutt’altro vestito addosso. Non ci convinceva, allora Sabatino l’ha preso e l’ha stravolto. Nel momento in cui sono andato su a Milano a fare le voci, ho capito che era arrivato il suo turno. Per me è un pezzo che colpisce, partendo dal sound fino ad arrivare a quello che comunica a livello di parole e intensità del cantato.”

     

     

     

    Biografia

    Aaron Raschi è nato a Rimini nel 2001. Ha i primi contatti con la musica in tenera età, ma inizia a studiarla a sedici anni e a comporre canzoni a diciassette. Suona il pianoforte, la chitarra acustica in maniera ritmica e un pochino di chitarra elettrica. Le sue ispirazioni sono molteplici, passando dai Linkin Park, band con cui è cresciuto, fino ad arrivare allo stile pianistico di Ultimo.

    Nel 2021 ha vinto la categoria 18-30 del festival riminese Stella Nascente. Tra il 2022 e il 2023 Aaron ha effettuato un percorso di formazione musicale presso Up Music Studio a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese. All’inizio del 2024 ha fatto una collaborazione promozionale per il suo singolo “Diana” con CDF Records, della durata di due mesi. Nell’autunno del 2024 ha partecipato a Sanremo NEWTALENT come artista a Rimini, esibendosi in una nota discoteca: l’Altromondo Studios.

    Sicuramente i suoi pezzi da non perdere sono: “Diana”, “C’era una volta” e “In Giro”. Ha iniziato a studiare produzione musicale nel 2025 con vari corsi, e a settembre 2025 ha aperto il suo studio di registrazione a Rimini chiamato Watchsea Records.

    Il suo obiettivo come artista è quello di colpire, di raccontare storie che le persone possano sentir reali sulla propria pelle. Tutti possono ascoltare la sua musica, indipendentemente dall’età.

    “Come l’aria” è il nuovo singolo di Aaron Raschi disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica dal 28 novembre 2025.

     

     

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